I 40 anni da Vescovo del cardinale Poletto

17 maggio 1980-2020 – Pier Giuseppe Accornero, in occasione dei 40 anni di ministero episcopale dell’Arcivescovo emerito di Torino, cardinale Poletto, ripercorre le tappe della vita del religioso nato a Salgareda (Tv) nel 1933. INTERVISTA

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Il cardinale Poletto con le suore di Madre Teresa che volle a Torino

Domenica 13 aprile 1980, la città era in festa per la visita di Giovanni Paolo II: «Torino risorgi. Vivi in pace. Ritrova la tua anima cristiana». È il primo viaggio nella città lacerata dal terrorismo rosso. In piazza San Giovanni presiede la Concelebrazione con i cardinali Anastasio Alberto Ballestrero, arcivescovo, e Michele Pellegrino, arcivescovo emerito, e con i vescovi del Piemonte. Tra essi un giovane presule, appena nominato vescovo coadiutore di Fossano, il 47enne mons. Severino Poletto che nel 1999 Giovanni Paolo II nomina arcivescovo di Torino, 101° sulla cattedra di San Massimo, e nel 2001 cardinale. In quella domenica di 40 anni fa, per il Papa, il seguito e i vescovi avviene un’ostensione della Sindone: la vedono da vicino e si chinano a baciarne i bordi. Toccherà a Poletto guidare le due ostensioni del 2000 e del 2010.

Nato il 18 marzo 1933 a Salgareda, provincia di Treviso, ultimo di undici fratelli

da una famiglia di mezzadri agricoli, che nel 1952 lascia il Veneto e si trasferisce prima a Rosignano Monferrato e poi a Terranova di Casale, provincia di Alessandria e diocesi di Casale Monferrato. Dopo aver iniziato gli studi seminaristici a Treviso, nel 1953 – anno della morte del papà – passa al Seminario di Casale e il 29 giugno 1957 nella chiesa guariniana di San Filippo è ordinato da mons. Giuseppe Angrisani, di origini torinesi. La sua vita sacerdotale è caratterizzata da intensa attività pastorale in concomitanza con il Vaticano II (1962-65) e le sue riforme. Viceparroco a Montemagno per quattro anni (1957-1961), prefetto di disciplina e vicerettore del Seminario maggiore per altri quattro anni (1961-1965), dal 27 settembre 1965 parroco di Santa Maria Assunta a Oltreponte di Casale, comunità di forte immigrazione e di presenza operaia. Fa un’esperienza lavorativa come magazziniere a metà tempo di una ditta di macchine per legatoria, ma è eccessivo definirlo «prete operaio».

L’esperienza di parroco per 15 anni corre su un duplice binario: l’attuazione del Concilio – specie la riforma liturgica e la promozione del laicato – e l’avvio di iniziative per coinvolgere i credenti in una sempre maggiore responsabilità nell’evangelizzazione e nella pastorale. Fa parte del «Gruppo sacerdotale dei Missionari di Sant’Evasio» che si dedicano alla predicazione e alle «missioni popolari», fondati da un santo prete casalese, mons. Vittorio Mojetta, vescovo per soli due anni a Nicastro (oggi Lamezia Terme) in Calabria dove è stroncato da un devastante tumore. Don Poletto accumula esperienze. Nel 1973 fonda e dirige il «Centro diocesano per la pastorale della famiglia»; nel 1974 è coordinatore della «missione cittadina» nel 500° di fondazione della diocesi; insegnante di religione; delegato vescovile per la pastorale. Nel 1977 consegue «summa cum laude» la licenza in teologia morale all’Accademia Alfonsiana dell’Università Lateranense.

Il 3 aprile 1980 la nomina a vescovo coadiutore di Fossano con diritto di successione, la più piccola diocesi del Piemonte, retta da mons. Giovanni Dadone. Di quella Chiesa era originario Michele Pellegrino: nato a Roata Chiusani il 25 aprile 1903, sacerdote, professore in Seminario, vicario generale, tre lauree, professore di Letteratura cristiana antica all’Università di Torino, scelto a sorpresa da Paolo VI nel settembre 1965 come arcivescovo di Torino dove succede a Maurilio Fossati. Vescovo a Fossano fu il genovese Luigi Fransoni, prima di essere nominato arcivescovo di Torino (1832-1862). Poletto è consacrato il 17 maggio 1980 nella Cattedrale di Casale da Ballestrero, Dadone e mons. Carlo Cavalla, successore di Angrisani. A Fossano si dedica ai giovani, alle famiglie, alla formazione di catechisti per adulti. Nel 1986 nasce a Fossano la sezione dell’Istituto superiore di Scienze religiose a servizio delle 5 diocesi cuneesi (Cuneo, Fossano, Alba, Saluzzo, Mondovì). È presidente della Commissione episcopale per la famiglia

Il 16 marzo 1989 Giovanni Paolo II gli affida la diocesi di Asti. Uomo di preghiera e di spiritualità, è apprezzato predicatore di esercizi spirituali. Dieci anni intensi, caratterizzati dalle «Missioni diocesane» per giovani, sposi, bambini e ragazzi, anziani. Avvia la sperimentazione delle «Unità pastorali» per rendere più efficace la presenza della Chiesa sul territorio. Il 25-26 settembre 1993 accoglie ad Asti il Papa, accompagnato dal cardinale segretario di Stato Angelo Sodano (di Isola d’Asti), che proclama beato in piazza del Palio mons. Giuseppe Marello, fondatore degli Oblati di San Giuseppe, poi vescovo di Acqui Terme. Poletto ha prese di posizioni nette, parola schietta, dedizione senza tentennamenti. Emblematica la lettera pastorale del 1991 «Noi non possiamo tacere. Una scelta concreta di nuova evangelizzazione. Noi cristiani desideriamo rischiare tutto della nostra vita perché Cristo sia conosciuto e amato da tutti». Definisce «ipotesi assurda» la proposta dell’adozione dei bambini da parte delle coppie di fatto od omosessuali. Suscitano clamore due omelie ai funerali dell’ex presidente del Consiglio Giovanni Goria e dell’ingegnere Alessandro Sodano, fratello del cardinale, inquisiti e prosciolti.

L’«avventura» torinese comincia il 19 giugno 1999. All’alba di quel giorno, a Seul il Comitato olimpico internazionale sceglie Torino come sede delle Olimpiadi invernali del 2006. All’ingresso il 5 settembre 1999, insieme ai torinesi vi sono rappresentanze di Salgareda, Treviso, Casale, Fossano, Asti. «Vengo tra voi con nessun’altra intenzione che fare della mia vita un’offerta gradita a Dio. Desidero professare davanti al Signore e a voi che intendo vivere il mio servizio episcopale come un’offerta della mia vita per annunciare Gesù e per aiutarvi a camminare nella sua sequela». Riunisce in diocesi per una settimana – durante il Giubileo 2000 e l’ostensione della Sindone – i 18 missionari torinesi «Fidei donum» che lavorano in quattro continenti. Avvia il «Piano pastorale decennale». Costruisce, non senza alcune polemiche, la chiesa del Santo Volto e vi trasferisce la Curia. Come ad Asti vara le «Unità pastorali». Anima l’ostensione giubilare della Sindone; accoglie la delegazione del Patriarcato ortodosso di Mosca, guidata dal metropolita Kirill, attuale Patriarca di tutte le Russie; promuove il simposio internazionale di studi sindonici; con il beneplacito della Santa Sede organizza nel 2002 il «restauro» della Sindone; caldeggia il convegno «La Chiesa incontra la città», confronto fra la Chiesa torinese e le istituzioni civili. Una seconda ostensione avviene nel 2010.

Giovanni Paolo II lo crea cardinale nel «Concistoro dei record» (44 porporati) il 21 febbraio 2001. Partecipa come elettore a due Conclavi: quello che il 19 aprile 2005 elegge Joseph Ratzinger-Benedetto XVI e il 13 marzo 2013 – 5 giorni prima di essere escluso per gli 80 anni – a quello di Jorge Mario Bergoglio-Francesco, argentino di solide radici astigiane e anche lui cardinale dal 2001. L’11 ottobre 2010, anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, Roma accetta la sua rinuncia e nomina arcivescovo di Torino l’acquese Cesare Nosiglia.

INTERVISTA AL CARDINALE POLETTO 

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