
«L’educazione al senso del lavoro e la vocazione al fare impresa per il bene comune sono le sfide a cui sono chiamati i giovani per la costruzione del loro futuro e della società che verrà». «Questa frase» sottolinea Fabrizio Manca, direttore generale dell’Ufficio scolastico del Piemonte, «che esprime bene anche la nostra visione della scuola, sintetizza lo spirito del convegno che si terrà giovedì 29 aprile presso il teatro del Collegio Artigianelli di Torino sul tema ‘Nel laboratorio di San Giuseppe. I giovani e il lavoro tra paura e speranza’, rivolto a tutte le scuole superiori italiane e che come Ufficio scolastico piemontese abbiamo promosso con convinzione».
Fabrizio Manca con don Bruno Mignami, direttore della Pastorale sociale e del Lavoro della Cei, introdurranno il lavori della manifestazione in diretta streaming nazionale con gli studenti, dalle 10.30 alle 12.30, in contemporanea da tre sedi italiane: gli Artigianelli di corso Palestro 14, il Teatro Oratorio San Paolo di Roma e Teatro Opera San Giuseppe di Lucera (Foggia). L’iniziativa è collegata al concorso «Domani è un’altra impresa», rivolto ai giovani dai 16 ai 23 anni, che hanno partecipato inviando entro l’11 aprile elaborati, scritti o documenti multimediali, sul tema «Tra paura e speranza nel tempo del coronavirus, nell’ibridazione tra educazione, formazione, orientamento, lavoro e imprenditorialità: quali gli orizzonti di futuro possibili?». In palio otto borse di studio: il regolamento è pubblicato sul sito dell’Ufficio scolastico regionale Piemonte (www.istruzionepiemonte.it).
LOCANDINA evento I GIOVANI E IL LAVORO
La proposta promossa agli Artigianelli si colloca nell’anno che Papa Francesco ha posto sotto la protezione di san Giuseppe, sposo di Maria e padre di Gesù, uomo umile, «obbediente e testimone nel silenzio» come scrive il Papa nella lettera apostolica Patris corde. «Ma Giuseppe era anche artigiano e lavoratore: per questo il 1° maggio 2021, in occasione della festa di san Giuseppe Lavoratore in questo anno speciale giuseppino, con Asgi (Associazione san Giuseppe Imprenditore) Oblati di San Giuseppe, Giuseppini del Murialdo, Federazione delle Suore di San Giuseppe e Ufficio scolastico regionale per il Piemonte che ringraziamo, abbiamo deciso – in un momento di crisi dove dobbiamo rimettere al centro il futuro lavorativo delle nuove generazioni – di invitare gli studenti italiani a confrontarsi con la figura del padre terreno di Gesù, educatore alla vocazione al lavoro» precisa don Danilo Magni, giuseppino, direttore dell’Opera torinese del Murialdo.
Nella mattinata del 29, oltre all’assegnazione delle borse di studio e alle testimonianze dei giovani collegati dalle tre sedi del convegno, interverranno, tra gli altri, Lorenzo Orsenigo, presidente Asgi, il sociologo Mauro Magatti, Benedetto Delle Site, presidente nazionale Ucid, Giovani Dennis Maseri, presidente nazionale Giovani imprenditori Confcooperative, Alessio Ferraris, segretario Cisl Piemonte. Concluderà i lavori padre Tullio Locatelli, superiore dei Giuseppini del Murialdo.
Il direttore Manca evidenzia ancora come «Non vi è dubbio che lavoro e impresa siano da sempre state avvertite come dimensioni culturali essenziali della conoscenza, ma la storia degli ultimi decenni, nonostante l’impulso dato da alcune riforme, ci ha finora dimostrato che la strada da percorrere per modernizzare lungo questa direttrice il nostro sistema educativo di istruzione e formazione, sia ancora lunga e impegnativa. Tuttavia oggi, a differenza che nel recente passato, sono presenti due fattori di impulso che determinano un accelerazione decisiva, l’uno è dato dalle sfide poste dal digitale e dalla velocità dei cambiamenti impressi in generale dalle trasformazioni tecnologiche, ormai un megatrend irreversibile; l’altro rappresentato dalla pandemia, che se da un lato ci obbliga a convivere con il virus fino al completamento del piano vaccinale, e forse anche oltre, dall’altro lato, ci costringe necessariamente ad alzare lo sguardo oltre l’emergenza e costruire il futuro dell’Italia centrandolo sulla formazione inclusiva del nostro capitale umano».

Entrambe le spinte pongono, dunque, il tema cruciale di superare una idea di scuola che, fedele a una tradizione ormai plurisecolare, è rimasta nel tempo sostanzialmente uguale a se stessa, nonostante i tentativi di riforma degli ultimi anni, partendo da un concetto fondamentale: «che la qualità della preparazione dei nostri ragazzi è strettamente correlata alla qualità dell’insegnamento e dunque, i docenti, la loro capacità professionale esercitata attraverso metodologie didattiche innovative, che si affianchino alla lezione frontale, meramente trasmissiva, giocheranno di qui in avanti un ruolo fondamentale» prosegue Fabrizio Manca. «Io credo senza riserve nel valore educativo e sociale del lavoro e del fare impresa, lo considero davvero un bene della comunità, tant’è che fin dall’inizio del mio mandato in Piemonte, oltre sei anni fa, abbiamo concentrato una parte significativa delle nostre policy proprio sulla costruzione di ponti tra la scuola e il mondo produttivo, nelle sue multiformi espressioni, cogliendo tutto il potenziale innovativo insito in questa benefica ‘Alleanza’, come mi è sempre piaciuto chiamare l’Alternanza Scuola Lavoro (oggi Pcto).

«L’anno costituente della scuola, come il ministro Bianchi ha voluto definire quello che inizierà da settembre, avrà come asse portante anche questa dimensione dell’educazione, per cui considero molto importante questo evento nazionale come momento di confronto e di consapevolezza per tutti» conclude Fabrizio Manca. «Siamo convinti che la contaminazione con l’industria, l’impresa sociale, il terzo settore, ivi compresi i servizi alla persona, educativi e culturali degli enti ecclesiastici facenti capo alle Diocesi, può stimolare nei due mondi una riflessione reciproca su come ripensare insieme il modello formativo e di sviluppo di una economia basata sulla conoscenza e sulla sostenibilità ambientale».
Secondo il direttore Manca l’alleanza Scuola Lavoro deve «oggi più che mai servire a innescare processi di apprendimento e metodi di insegnamento nuovi, fondati i primi non solo sul sapere ma anche sul fare, e i secondi sulla didattica orientativa, che mira per un verso a far scoprire a ciascuno studente la propria unicità e diversità, e per altro verso, a trasmette di ogni disciplina la sua utilità pratica. Una didattica in cui l’orientamento, inteso come accompagnamento alla crescita personale, diviene componente naturale dell’insegnamento, e dunque del fare scuola quotidiano».
Per la diretta streaming del 29 occorre registrarsi on line su: www.sangiuseppeimprenditore.it/nel-laboratorio-di-giuseppe-tra-paura-e-speranza-evento-concorso-per-i-giovani/
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