I Patti Lateranensi novant’anni dopo

11 febbraio 1929 – Nella Palazzo Laterano il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Gasparri e il presidente del Consiglio italiano Benito Mussolini firmano i Patti Lateranensi: il Trattato che sanziona la fine della «Questione romana», in un Concordato che regola «le condizioni della religione e della Chiesa in Italia»

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Patti lateranensi

L’11 febbraio 1929 nella sala dei Papi del Palazzo Laterano, il segretario di Stato vaticano cardinale Pietro Gasparri e il presidente del Consiglio italiano Benito Mussolini firmano i Patti Lateranensi. Il successivo 27 maggio, dopo uno sbrigativo dibattito,sono approvati dal Parlamento. Segnano il superamento della sessantennale «Questione romana» nata con la presa di Roma il 20 settembre 1870, la nascita 90 anni fa dello Stato Città del Vaticano, lo sbocco di un processo iniziato ben prima del fascismo. I Patti consistono in un Trattato che sanziona la fine della «Questione romana», in un Concordato che regola «le condizioni della religione e della Chiesa in Italia» e di quattro allegati, tra i quali la Convenzione finanziaria che stabilisce i «risarcimenti» dello Stato italiano alla Santa Sede.

PATTI LATERANENSI – «In nome della Santissima Trinità» l’Italia riconosce «la religione cattolica apostolica e romana la sola religione dello Stato; la sovranità della Santa Sede nel campo internazionale; la piena proprietà e l’esclusiva e assoluta potestà di giurisdizione sovrana sul Vaticano, con tutte le pertinenze e dotazioni»: piazza di San Pietro fa parte del Vaticano e «continuerà a essere aperta al pubblico e soggetta alla polizia italiana che si asterrà dall’entrare in basilica, salvo che sia invitata a intervenire». L’Italia si impegna a non frapporre «alcuna ingerenza»; provvederà che «al Vaticano sia assicurata un’adeguata dotazione di acque», alla comunicazione con le ferrovie dello Stato e dei servizi telegrafici, telefonici, radiotelegrafici, radiotelefonici e postali. «La Santa Sede dichiara che vuole rimanere estranea alle competizioni temporali fra gli Stati e ai congressi internazionali, a meno che le parti facciano concorde appello alla sua missione di pace. Il Vaticano sarà sempre e in ogni caso territorio neutrale e inviolabile».

CONVENZIONE FINANZIARIA – «Il Sommo Pontefice, considerando i danni ingenti subiti dalla Sede Apostolica per la perdita del Patrimonio di San Pietro (il potere temporale e gli Stati Pontifici, n.d.r.) e i bisogni della Chiesa, tenendo presente la situazione finanziaria dello Stato e le condizioni economiche del popolo italiano dopo la guerra, limita allo stretto necessario la richiesta di indennizzo». L’Italia  verserà 750 milioni di lire in contanti e un miliardo in titoli. La Santa Sede accetta la transazione «a definitiva sistemazione dei rapporti finanziari con l’Italia»..

CONCORDATO SULLA RELIGIONE CATTOLICA – Lo Stato riconosce i giorni festivi stabiliti dalla Chiesa: le domeniche; il primo giorno dell’anno; Epifania (6 gennaio); festa di San Giuseppe (19 marzo); Ascensione; Corpus Domini; festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno); Assunzione di Maria (15 agosto); Ognissanti (1° novembre); Immacolata Concezione (8 dicembre); Natale (25 dicembre). Assistenza spirituale alle Forze armate: il governo comunica alla Santa Sede la tabella del personale per l’assistenza spirituale delle Forze armate; la designazione dell’arcivescovo ordinario militare, del vicario e degli ispettori è fatta dalla Santa Sede al governo italiano; qualora il governo non sia d’accordo, la Santa Sede «procederà ad altra designazione»; la nomina dei cappellani militari è fatta dallo Stato su designazione dell’ordinario. Revisione delle diocesi: le parti procederanno alla «revisione delle diocesi allo scopo di renderle possibilmente rispondenti a quella delle provincie. La riduzione sarà attuata via via che le diocesi si renderanno vacanti». Matrimonio, base della famiglia: «Lo Stato, volendo ridonare al matrimonio dignità conforme alle tradizioni cattoliche del popolo, riconosce al Sacramento del matrimonio, disciplinato dal Diritto canonico, gli effetti civili. Le pubblicazioni saranno effettuate nella chiesa parrocchiale e nella casa comunale». Ora di religione: «L’Italia considera fondamento e coronamento dell’istruzione pubblica l’insegnamento della dottrina cristiana cattolica».

L’INTERPRETAZIONE DI MUSSOLINI – Nel dibattito parlamentare il duce  riafferma il carattere totalitario e fascista, non cattolico, dello Stato. E afferma: «Chiesa libera e sovrana; Stato libero e sovrano. Questa formula potrebbe far credere che ci sia la coesistenza di due sovranità. Un conto è la Città del Vaticano, un conto è il Regno d’Italia. Bisogna persuadersi che tra lo Stato e il Vaticano c’è una distanza di migliaia di chilometri. Vi sono due sovranità  distinte e differenziate, reciprocamente riconosciute. Ma, nello Stato, la Chiesa non è sovrana e non è nemmeno libera, perché nelle sue istituzioni e nei suoi uomini è sottoposta alle leggi dello Stato e alle clausole del Concordato. La situazione può essere così definita: Stato sovrano nel Regno d’Italia; Chiesa cattolica, con certe preminenze lealmente e volontariamente riconosciute; libera ammissione degli altri culti».

PIO XI NON PARLÒ MAI DELL’«UOMO DELLA PROVVIDENZA» – Pio XI risponde a Mussolini con una divergente interpretazione dei Patti. Ha come improbabile obiettivo veder nascere uno Stato cattolico con il fascismo esecutore politico. Non dice mai Mussolini «uomo della Provvidenza» ma «uomo che la Provvidenza ci ha fatto incontrare», cosa molto diversa. Parla di «non pochi luoghi ne’ quali la sovranità e l’indipendenza con i conseguenti diritti sono abbastanza esplicitamente riconosciuti alla Chiesa e alla Santa Sede» ma anche più numerosi luoghi «dove quelle cose sembrano rimettersi in dubbio o non veramente e giustamente interpretarsi». E aggiunge: «Ci sono se non due Stati, certissimamente due sovranità pienamente tali e perfette, ciascuna nel suo ordine, necessariamente determinato dal rispettivo fine: l’oggettiva dignità dei fini determina non meno oggettivamente e necessariamente l’assoluta superiorità della Chiesa».

LO STATO CITTÀ DEL VATICANO – Novant’anni fa nasceva lo Stato Città del Vaticano, a tutela dell’indipendenza del Pontefice, che permette alla Santa Sede di agire come soggetto internazionale nelle relazioni bilaterali e nelle istituzioni internazionali. I Patti sono firmati non con il regime fascista ma con lo Stato italiano e nel 1948 vengono inseriti nella Costituzione. La creazione di zone extraterritoriali permette alla Chiesa di salvare molti ebrei e perseguitati dal nazifascismo.

IL GIUDIZIO DELLA STORIA – Secondo lo storico gesuita Giacomo Martina «il Concordato non merita né esaltazione trionfale né attacchi spietati». I Patti suscitano  alcune perplessità e alcuni elementi si rivelano presto caduchi. Infatti nel 1984 si devono modificare i Patti. L’Italia fascista non vuole passare come  «persecutrice del Papa». Nel 1915 l’ultimo oltraggio: nel «Patto di Londra» Roma fa inserire la clausola che la Santa Sede non intervenga nelle trattative di pace (1919-20) per impedire che sollevi la «Questione romana». La cooperazione Italia-Vaticano prosegue fattiva. Per Giovanni Battista Montini-Paolo VI la fine del potere temporale è un atto provvidenziale. Il teologo e giornalista Gianni Gennari racconta: «Nel 1970 ero nello studio del cardinale Angelo Dell’Acqua, vicario di Roma, quando per telefono Paolo VI gli diede l’incarico di andare a suo nome a Porta Pia, nel centenario del 20 settembre, per celebrare una Messa di ringraziamento. Dell’Acqua era emozionato e sbalordito»

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