I progetti di Francesco

Alcuni passaggi dell’intervista di Papa Francesco alla rivista spagnola “Vida nueva”

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«Vorrei andare in Kosovo; visiterò prima i Paesi piccoli in Europa poi i grandi» e il 2024 sarà l’anno dell’Argentina, dove non è mai tornato dall’elezione nel 2013. Non è certo il programma di un uomo che si avvicina agli 87 anni e con vari acciacchi quello che Papa Francesco detta nell’intervista alla rivista spagnola «Vida Nueva». Sulla missione del cardinale Matteo Maria Zuppi, rivela che «l’offensiva di pace» proseguirà anche in Cina e con la nomina di un rappresentante che faccia da ponte tra Russia e Ucraina. In novembre è in programma una conferenza di pace interreligiosa ad Abu Dhabi. E ancora: le riforme nella Chiesa; i tempi «non maturi» per il Concilio Vaticano III.

«Non andrò in nessun grande Paese d’Europa finché non finisco i piccoli» e, tra questi, il Kosovo. E l’Argentina? «È in programma, una volta terminato l’anno elettorale». Dopo le tappe di Kiev, Mosca e Washington, Zuppi potrebbe recarsi a Pechino per completare «l’offensiva di pace. Sta lavorando intensamente. Andrà in Cina perché Washington e Pechino detengono la chiave per abbassare la tensione. A Kiev si mantiene l’idea della vittoria senza optare per la mediazione. A Mosca ha trovato un atteggiamento che potremmo definire diplomatico. Il progresso più significativo riguarda il ritorno dei bambini ucraini: stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per garantirne il ritorno». Francesco vuole «nominare un rappresentante permanente che faccia da ponte tra le autorità russe e ucraine: è un grande passo». A novembre, prima del vertice sul clima delle Nazioni Unite, ci sarà un incontro di pace con i capi religiosi ad Abu Dhabi: lo coordina il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin: «si svolge fuori dal Vaticano, in territorio neutrale».

«Non maturi i tempi per il Vaticano III. Riformare la Chiesa con il Vangelo».
Parlando dei giovani, ripete che è dannosa «una pastorale ideologica di sinistra o di destra». Dannosa è anche l’eccessiva rigidità nella Chiesa: «Ho paura dei gruppi giovanili intellettuali, di chi chiama i giovani a riflettere e poi li riempie di idee strane. Anche nei Seminari abbiamo bisogno di seminaristi normali, con i loro problemi, che giocano a calcio, che non vadano nei quartieri a dogmatizzare. Bisogna smascherare i profeti di confusione. Tutte queste proposte di “lattosio cattivo” devono essere abbassate». Mette in guardia dalla «teologia stagnante da manuale», dall’ideologia che si insinua, da alcuni movimenti «restaurazionisti con molto apparente misticismo e molta corruzione». Ricorda l’incontro in Vaticano con un gruppo di donne transessuali: «Se ne sono andate piangendo, dicendo che avevo dato loro la mano, un bacio, come se fosse una cosa di eccezionale. Sono figlie di Dio!».

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