«In data 11 gennaio 2019 la Congregazione per la dottrina della fede ha emanato il decreto conclusivo del processo penale a carico di Theodore Edgar McCarrick, arcivescovo emerito di Washington, D.C: l’accusato è stato dichiarato colpevole dei delitti perpetrati: sollecitazione in confessione e violazioni del sesto comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere. Gli è stata imposta la pena della dimissione dallo stato clericale. Il 13 febbraio 2019 la sessione della Congregazione ha esaminato gli argomenti presentati nel ricorso del ricorrente e ha deciso di confermare il decreto. La decisione è stata notificata a McCarrick il 15 febbraio 2019. Il Papa ha riconosciuto la natura definitiva,a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso”res iudicata” cioè non soggetta a ulteriore ricorso».
Il 16 febbraio 2019 la Dottrina della fede ha dimesso dallo stato clericale e ridotto allo stato laicale l’ex cardinale statunitense McCarrick, 88 anni. Un segnale forte in vista del vertice in Vaticano del 21-24 febbraio 2019 dei presidenti delle Conferenze episcopali «La protezione dei minori nella Chiesa», presente Papa Francesco.
UNA VICENDA GRAVE E DOLOROSA – Nel settembre 2017, l’arcidiocesi di New York segnala alla Santa Sede le accuse rivolte da un uomo a McCarrick di aver abusato di lui negli anni Settanta quando era adolescente. Il Papa dispone un’indagine previa approfondita, svolta dall’arcidiocesi di New York. A conclusione la documentazione è trasmessa alla Dottrina della fede. Nel giugno 2018 il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, su indicazione di Francesco, dà istruzioni a McCarrick perché non eserciti più pubblicamente il ministero sacerdotale. E il 28 luglio 2018, poiché emergono gravi indizi, il Papa accetta le dimissioni dal Collegio cardinalizio, proibendogli il ministero pubblico e ordinandogli di condurre una vita di preghiera e penitenza.
GLI ABUSI NON SARANNO PIÙ TOLLERATI – Il 6 ottobre 2018 la Santa Sede ribadisce: «Gli abusi e la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta una forma di clericalismo mai più accettabile». Francesco rivolge un pressante invito «a unire le forze per combattere la grave piaga degli abusi dentro e fuori la Chiesa e per prevenire che tali crimini vengano ulteriormente perpetrati».In vista dell’incontro in Vaticano (21-24 febbraio 2019) si ricordano le parole del Papa nella «Lettera al popolo di Dio» (20 agosto 2018): «L’unico modo che abbiamo per rispondere a questo male che si è preso tante vite è viverlo come un compito che ci coinvolge e ci riguarda tutti come popolo di Dio. La consapevolezza di sentirci parte di un popolo e di una storia comune ci consentirà di riconoscere i nostri peccati e gli errori con un’apertura penitenziale capace di lasciarsi rinnovare da dentro».
COME È STATO POSSIBILE? – Il 7 ottobre 2018, il cardinale canadese Marc Ouellet, prefetto della Congregazione dei vescovi, pubblica la «Lettera aperta» in risposta alle accuse di mons. Carlo Maria Viganò, ex nunzio a Washington, sulla vicenda McCarrick. Si domanda come sia stato possibile che un uomo di quella fatta sia stato promosso a più riprese, sino a cardinale arcivescovo di Washington, capitale degli Stati Uniti. Si dice stupito dei difetti nel procedimento di selezione del caso. Ricorda che le decisioni prese dai Pontefici poggiano sulle informazioni di cui dispone in quel momento e che il giudizio non è infallibile. McCarrick ha saputo difendersi con grande abilità. Se prima non sono state prese decisioni forti è perché non si disponeva di prove sufficienti della colpevolezza, a differenza di oggi.
LE PRIME SANZIONI CON BENEDETTO XVI – Durante il pontificato di Benedetto XVI (2005-2013), McCarrick è «fortemente esortato» a non viaggiare e a non comparire in pubblico, anche per non provocare altre dicerie. L’invito è ampiamente disatteso. Ouellet denuncia come falsità presentare queste misure come sanzioni decretate da Benedetto XVI e annullate da Francesco, il quale «non ha avuto alcunché a vedere con le promozioni» di McCarrick a New York, Metuchen, Newark e Washington e anzi «lo ha destituito da cardinale quando si è resa evidente un’accusa credibile di abuso sui minori».
PER DECENNI INGANNA TUTTI – Theodore Edgar McCarrick nasce a New York il 7 luglio 1930; ordinato sacerdote dal cardinale arcivescovo Francis Spellman il 31 maggio 1958; nominato vescovo ausiliare di New York nel maggio 1977 da Paolo VI è consacrato il 29 giugno 1977. Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Metuchen (1981-1986), arcivescovo metropolita di Newark (1986-2000), arcivescovo metropolita di Washington (2000-2006) e lo crea cardinale il 21 febbraio 2001(il Concistoro dei cardinali Jorge Mario Bergoglio e Severino Poletto). Nel 2005 partecipa al Conclave che elegge Benedetto XVI. Nonostante le proibizioni vaticane, è molto attivo sui diritti umani e la libertà religiosa con viaggi in Cina, Cuba, Vietnam, Filippine, Corea del Sud, Rwanda, Burundi, Europa orientale.
FERREA LINEA CONTRO GLI ABUSI SU MINORI – Francesco l’11 ottobre 2018 dimette dallo stato clericale due vescovi e un sacerdote cileni: Francisco José Cox Huneeus, arcivescovo emerito di La Serena; Marco Antonio Órdenes Fernández, vescovo emerito di Iquique. In entrambi i casi è applicato l’articolo 21 § 2, del motu proprio «Sacramentorum sanctitatis tutela» come conseguenza di abusi su minori. La decisione non ammette ricorso. Il 27 settembre 2018 Francesco dimette il sacerdote cileno Fernando Karadima Fariña, condannato per abusi su minori dalla Dottrina della fede nel febbraio e nel giugno 2011: «Il Papa ha preso questa decisione in coscienza per il bene della Chiesa esercitando il “potere ordinario, che è supremo, pieno, immediato e universale nella Chiesa” (Codice canonico, can. 331), consapevole del suo servizio al popolo di Dio come successore di Pietro».