Semeraro al Cottolengo per suor Cecchin, presto beata

Torino – Sabato 14 maggio il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, ha presieduto nella Chiesa del Cottolengo una solenne Celebrazione eucaristica in preparazione alla prossima beatificazione della Venerabile Maria Carola Cecchin, la prima suora cottolenghina elevata agli altari. GALLERY

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foto Andrea Pellegrini

«L’eroicità della carità della venerabile suor Maria Carola Cecchin è rappresentata in primo luogo dalla sua maternità per cui sapeva mettere umanità in ogni azione quotidiana, anteponendo a se stessa il bene degli altri. La maternità di suor Maria Carola fu un modo di stare prima ancora che un modo di fare: si sedeva fra le popolazioni del Kenya senza dire nulla, anche per la difficoltà della lingua, ma la sua presenza era già piena di significati».

Così il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, la mattina di sabato 14 maggio al Cottolengo di Torino ha riassunto il cuore delle virtù eroiche di suor Cecchin (1877-1925), la prima suora cottoleghina elevata agli altari, nella Celebrazione eucaristica che ha presieduto in preparazione alla beatificazione che si terrà il prossimo 5 novembre a Meru, in Kenya.

Tutta la famiglia cottolenghina era in festa e collegata, grazie alla diretta streaming, alla Piccola Casa di Torino, in particolare dalle missioni del Cottolengo presenti in terra africana, in Kenya, in Tanzania e in Etiopia.

Ha concelebrato il padre generale della Piccola Casa, don Carmine Arice, insieme a diversi sacerdoti cottolenghini. Accanto alla Superiora generale delle suore del Cottolengo madre Elda Pezzuto e alla postulatrice suor Antonietta Bosetti, c’erano numerose suore cottolenghine fra cui un gruppo di sorelle che ha festeggiato i 25 anni di professione religiosa.

«La vita di suor Maria Carola», ha detto padre Arice nel dare il benvenuto al cardinale, «come quella del sacerdote beato Francesco Paleari e del fratello cottolenghino, beato fratel Luigi Bordino, dicono a noi tutti che camminando sulla via tracciata dal santo Cottolengo è possibile vivere il Vangelo in pienezza fino alle vette della santità. Suor Maria Carola ha pregato proprio in questa chiesa, qui ha consacrato la sua vita a Dio e da qui è partita per portare l’annuncio dell’amore di Dio Padre buono e provvidente nella terra del Kenya. Alla scuola del Fondatore la nostra venerabile ha imparato ad avere uno sguardo privilegiato per i più poveri, per le vittime della cultura dello scarto, direbbe Papa Francesco, per quelli che vivono solitudini esistenziali e che faticano a trovare risposta alla loro domanda di cura integrale e di vicinanza affettiva».

Il card. Semeraro nell’omelia ha espresso riconoscenza a tutta l’opera cottolenghina «che continua a prendersi cura dei poveri, degli ammalati e delle persone vulnerabili ricordando che tutti noi siamo vulnerabili in quanto la vulnerabilità è connaturale alla nostra condizione umana».

Sua eminenza ha poi ringraziato la madre generale, la postulatrice e le suore cottolenghine per l’invito a presiedere la celebrazione nell’ambito di un cammino che tutta la congregazione e la Piccola Casa sta compiendo verso la beatificazione di suor Cecchin.

«Eminenza, il suo essere qui alla Piccola Casa», ha evidenziato madre Pezzuto nel ringraziare il cardinale al termine della celebrazione, «proprio in questa chiesa in cui suor Maria Carola tante volte ha pregato e dalla quale partì con altre 43 consorelle per la missione in Kenya è di grande significato e respiro ecclesiale per tutti noi. È l’abbraccio materno della Chiesa a questa umile e piccola suora cottolenghina. Suor Maria Carola ha saputo inculturare l’annuncio evangelico con cuore di mamma nel profondo rispetto della cultura e della vita dei popoli che serviva. La madre Chiesa, fra le virtù eroiche, ha evidenziato proprio la sua maternità cottolenghina e la sua passione per l’evangelizzazione».

Dopo la celebrazione il neo Arcivescovo di Torino mons. Roberto Repole è giunto alla Piccola Casa per salutare il cardinale, con cui c’è un legame di amicizia, e abbracciare tutta la famiglia cottolenghina nel giorno di festa e gratitudine per la prossima beatificazione di suor Cecchin.

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