Il modello Consolata in altri 11 santuari piemontesi

«Fundraising» per sostenere i restauri – Il metodo già collaudato presso il Santuario torinese della Consolata – di mobilitare squadre di giovani specializzati nelle campagne di raccolta fondi – sarà presto esteso dalla Fondazione Crt ad altri 11 santuari di altrettante diocesi

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È sulle colline del Monferrato casalese, dolci e suadenti di memorie antiche e di preziosi valori ambientali, quella che possiamo considerare l’origine delle centinaia di santuari che ancora oggi segnano il Piemonte di straordinarie presenze religiose, storiche e artistiche. Beni religiosi e culturali che sono diventati anche eccezionali beni di grande valore naturalistico e ambientale. Nel Monferrato casalese, dunque, a Serralunga di Crea, e parallelamente a Oropa, sulle alture alle spalle di Biella, perché questi due poli della diffusione del cristianesimo in area subalpina sono uniti nel nome e nell’opera di evangelizzazione di sant’Eusebio, primo vescovo di Vercelli.

Una lunga tradizione dice che, intorno al 350, Eusebio abbia portato nei due luoghi altrettante statue lignee della Madonna con Bambino. Ma nella storia dei primi secoli del Santuario di Crea (dall’ultimo ventennio del XVI secolo arricchito dalle cappelle del Sacro Monte) compaiono altri nomi di personaggi mitici e di dinastie signorili che hanno fatto fiorire l’arte, favorendo la crescita e l’affermarsi della primitiva costruzione quale meta privilegiata di pellegrinaggi e di espressione di religiosità non soltanto popolare. Così compaiono Arduino, marchese di Ivrea e primo re d’Italia, ma ci sono soprattutto, questa volta ben documentati, anche i potenti Marchesi del Monferrato, a partire dalla metà del XII secolo, nelle varie dinastie – Aleramici, Paleologi e Gonzaga – succedutesi sul trono di Casale Monferrato. Il Sacro Monte è un vero tesoro di fede, storia, arte e valori ambientali. Lo ha riconosciuto la Regione Piemonte, con legge del 1980 che ha istituito il Parco Naturale del Sacro Monte di Crea, che si estende per 34 ettari. Lo ha riconosciuto l’Unesco che inserito Crea, insieme ad altri sei Sacri Monti piemontesi, tra i «patrimoni dell’umanità».

Non tutti i Santuari piemontesi, anche antichi, hanno beneficiato della protezione e del sostegno di famiglie signorili e non tutti si sono quindi arricchiti di importanti opere d’arte, ma hanno conservato caratteri più originari, hanno vissuto una spontanea espressione di quella fede e di quegli afflati di religiosità popolare da cui erano nati. Un’apparizione della Madonna, nel 1521, a un povero pastore sordomuto, a esempio, ha portato alla costruzione del Santuario della Madonna della Divina Provvidenza, a Cussanio di Fossano, caratterizzato da un’alta cupola ottagonale, raffinati altari barocchi, dipinti del fiammingo Giovanni Claret e di Claudio Francesco Beaumont. L’apparizione della Vergine, nel 1559, a una povera donna afflitta da diverse infermità ha motivato anche la fondazione del Santuario di Maria SS Vergine Potente del Trompone, nelle campagne di Moncrivello, nel vercellese.

A una apparizione mariana, nei primi giorni dell’ agosto del 1834. si deve anche la fondazione del Santuario della Madonna della Misericordia, a Valmala, sulle montagne saluzzesi tra Brossasco e Melle, a 1380 metri di altitudine. Tipico Santuario di montagna, venne edificato dal 1851, inglobando i resti del primitivo pilone votivo e di una precedente cappelletta. Ogni anno accoglie migliaia di fedeli, la loro devozione è testimoniata da una poderosa raccolta di ex voto.

Santuario di mezza montagna si può definire anche quello dedicato a Santa Maria delle Nevi, a 696 metri di altitudine, in località Machaby del Comune di Arnad (Valle d’Aosta) in un bellissimo bosco di castagni centenari. Spostandoci nel cuneese, a Vinadio, sorge a 2.035 metri lungo la strada che sale al colle della Lombarda un Santuario dedicato ai Santi Anna e Gioachino: la sua origine è fatta risalire all’inizio del Trecento, con la funzione di ospizio e di assistenza a viandanti e pellegrini.

Anche il Santuario della Madonna di Loreto, a Graglia, nel biellese, è da collocare in quel sistema di complessi devozionali alpini che caratterizzavano la religiosità popolare sulle montagne piemontesi a partire dal XVI secolo. . La costruzione sacra è quanto rimane – e sono resti di grande rilievo architettonico cui pose mano anche l’architetto Vittone – del progetto, avviato all’inizio del Seicento e poi abbandonato, della realizzazione di un Sacro Monte. Oggi si presenta con una bella facciata in cotto, mentre il vasto interno è concluso dalla poderosa cupola alta 38 metri. Notevoli alcuni dipinti, anche del Galliari, e mobili barocchi intagliati.

Poco oltre l’ingresso nella parte più antica dell’abitato di Sale, in provincia di Alessandria, Diocesi di Tortona, si incontra la bella chiesa dedicata a Santa Maria e San Siro – Santuario della Madonna della Guardia. L’edificio, in linee romanico-gotiche, con facciata caratterizzata da tre ghimberghe in cotto, è già esistente nel XII secolo. All’interno, prezioso ciclo di affreschi realizzati fra Quattro e Cinquecento, forse dai Bosilio di Castelnuovo Scrivia.

In piena area urbana storica di Asti, nel rione Santa Caterina, il Santuario della Beata Vergine del Portone custodisce dietro all’altare maggiore una Madonna con Bambino del XV secolo, parzialmente ridipinto.

È un’opera incompiuta del grande architetto Alessandro Antonelli il Santuario del SS. Crocifisso a Boca, nel novarese. Il suo progetto era per un edificio grandioso, ma i lavori, avviati negli anni venti dell’Ottocento, si arenarono. Del progetto neoclassico dell’Antonelli rimane ben visibile il profluvio di colonne.

Nella frazione Balbi di Castiglione Tinella, nel cuneese, il Santuario Madonna del Buon Consiglio fa parte della Diocesi di Alba. Si presenta in linee architettoniche della metà dell’Ottocento, ma la sua fondazione viene fatta risalire al 1467. Centinaia del tavolette votive al suo interno.

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