Il Natale di Nosiglia all’Embraco, “i lavoratori sono il capitale più prezioso”

Riva presso Chieri – L’Arcivescovo nel pomeriggio della Vigilia di Natale ha celebrato la Messa nel piazzale di fronte alla fabbrica in crisi dove sono centinaia i posti di lavoro a rischio, come in altre aziende del territorio (Comital-Lamalù, Mahle, Olisistem). GALLERY

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L'Arcivescovo Nosiglia lo scorso 24 dicembre ha celebrato la Messa di Natale nel piazzale della ex Embraco - foto Andrea Pellegrini - La Voce e il Tempo

RIVA PRESSO CHIERI – «Non temete! Mi rivolgo a voi usando le stesse parole che l’angelo disse ai pastori di Betlemme. Il Natale è l’invito a superare qualsiasi difficoltà e sfiducia: la presenza amorevole di Cristo ci è al fianco, per affrontare situazioni all’apparenza impossibili da risolvere».

Pomeriggio della vigilia di Natale: sono centinaia le persone che hanno accolto l’invito dell’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia, per celebrare insieme la nascita di Gesù. In prevalenza sono operai ex Embraco, in rappresentanza dei 410 che stanno rischiando il posto di lavoro, ma anche addetti da altre aziende in crisi del Torinese, come Comital-Lamalù, Mahle e Olisistem. Con loro l’assessore regionale alle attività produttive Andrea Tronzano, il sindaco di Torino Chiara Appendino, una quindicina di sindaci del territorio.

Mons. Nosiglia presiede la concelebrazione cui partecipano dieci tra parroci e religiosi del Chierese: «E’ doveroso essere qui oggi, perché la Chiesa è al vostro fianco – afferma l’arcivescovo – Siamo qui nel segno della solidarietà, e per ricordare che il Dio che nasce non è una entità astratta, ma un punto di riferimento certo per i tanti che guardano oggi al futuro con un punto interrogativo».

I lavoratori ex Embraco, che nei giorni scorsi hanno dimostrato in varie località, attendono ancora il pagamento della tredicesima e, soprattutto, si chiedono chi potrà subentrare a Ventures. E’ l’azienda che un anno fa aveva promesso di riavviare la produzione e salvare i posti di lavoro, e che ora getta la spugna senza aver nemmeno tentato di avviare una linea.

«Come sarà il mio Natale? E come potrà essere? – commenta amaro un operaio – Quest’anno, per la prima volta, non ho nemmeno i soldi per fare un regalo a mia moglie».

Pubblichiamo l’omelia della Messa che l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia ha celebrato la Vigilia di Natale nel piazzale di fronte allo stabilimento ex Embraco (ora Ventures) a Riva presso Chieri. 

Cari amici, abbiamo ascoltato il vangelo della nascita di Gesù ed è dunque risuonato in noi  l’invito degli angeli sulla grotta di Betlemme. “Non temete, vi annuncio una Grande Gioia, che sarà di tutto il popolo”..Questo annuncio  ci invita a superare o ad affrontare comunque qualsiasi situazione di difficoltà e sfiducia, con la certezza che possiamo contare sulla presenza amorevole e forte del figlio di Dio che si è fatto uno di noi per aiutarci e salvarci.
Oggi viviamo in un mondo in ansia, dove predominano la paura, il timore di ciò che potrebbe accadere, l’insicurezza del domani per tanti giovani e famiglie con il problema del lavoro come sono molti di voi, della casa e della povertà. Il Natale è festa di gioia e di speranza: ci annuncia che non siamo soli a lottare e sostenere queste situazioni e le dure necessità che la vita a volte comporta. Gesù è venuto per salvarci e non lo fa dal di fuori del nostro mondo, e con le sole parole e promesse, ma operando come fratello e amico dentro il tessuto concreto di sofferenza e di insicurezza del nostro oggi e del nostro domani.

Malgrado dunque il futuro ci appaia carico di incertezze. il Natale ritorna a riproporre il suo messaggio di speranza. Non è solo una festa bella e familiare – e dunque ricca di sentimenti positivi e incoraggianti –, ma un volano che può farci guardare al nostro domani con maggiore coraggio e determinazione nel credere alla forza del bene, della giustizia e dell’amore che lo accompagna.
Il dono del Natale è un bambino, una persona dunque e non un insieme di cose, anche preziose, e di regali spesso inutili. È la persona, ogni persona che ci vive accanto il dono più bello e più grande; e noi lo possiamo essere per lui o per lei. Quando sono convinto di questo, allora posso comprendere nel profondo le attese del mio prossimo e valorizzo ogni persona per quello che è, al di là di quello che mi può dare o non dare e di ogni altro rapporto puramente esteriore e strumentale,che non tocca il nostro cuore.

Questa centralità della persona, rispetto ad ogni altro valore, pure importante come l’investimento finanziario ed economico, richiama in primo piano l’attuale situazione relativa al tema del lavoro nella nostra regione. La crisi di tante aziende, che mi appellano per avere una concreta solidarietà da parte della Chiesa, mi colpisce profondamente nel cuore e mi sento impotente di fronte a situazioni che non si riesce a risolvere come vorremmo. Il lavoro è tornato ad essere il primo problema del nostro territorio e rischia di innescare una scia negativa a catena, che investe sempre nuove imprese e dunque produce anche nuovi e numerosi lavoratori che restano senza lavoro o con scarse possibilità per il proprio domani e quello della propria famiglia.

Si dimentica che il capitale più prezioso di un’impresa, da salvaguardare e accrescere, è ogni persona che lavora, che trova nel lavoro la propria dignità. Il profitto e il proprio tornaconto, i guadagni finanziari e ogni altro risultato vanno commisurati a partire da chi lavora, che non può essere considerato una merce da spostare da un territorio all’altro, per ragioni spesso di ordine speculativo. Il lavoro comunque non è solo un diritto primario di ogni persona, ma è anche il primo dovere di uno Stato e dunque di un governo e di ogni altra istituzione che voglia rispondere al suo vero fine di servire il bene comune.

Anche la Chiesa ne è coinvolta e non deve e non può restare muta o ai margini di questo problema. Deve intervenire e far sentire la sua voce, esprimere la sua vicinanza e solidarietà effettiva e non solo a parole con chi si trova in questa situazione. Io prego pertanto il Signore, che ha lavorato e sa che cosa significhi non avere lavoro, di suscitare nelle coscienze di tutti coloro che hanno in mano la sorte di tante imprese e dei loro dipendenti un sussulto di dignità e di umanità, che li spinga a cercare alleanze e solidarietà, perché di questo si tratta primariamente. Da parte della Chiesa di Torino ci sarà sempre il massimo di disponibilità e coinvolgimento in ogni grave e difficile situazione che coinvolga le persone e imprese del suo territorio.

Credo che ciò che conta di più, oggi come ieri, è che gli operatori economici, con spirito di solidarietà e di coraggio, sappiano cogliere l’importanza del nesso inscindibile che esiste tra scelte e indirizzi economici e il rispetto e la promozione integrale dell’uomo, della sua famiglia, del suo habitat naturale, dei tempi di lavoro e di riposo, traendone le dovute conseguenze sul piano non solo dell’etica personale, ma anche sociale. Allora, si potrà guardare al domani con rinnovata fiducia e speranza.

Solo uno sviluppo buono e un’economia che risponda anche a criteri etici sono in grado di sostenere la qualità della vita in tutti i suoi aspetti, compreso quello ambientale e quello propriamente spirituale della persona umana, della sua famiglia, del suo ambiente di vita. Le attuali difficoltà economiche fanno prevedere scenari difficili, che vanno attentamente considerati e prevenuti con un’accorta strategia, che veda le forze culturali (formazione), imprenditoriali, politiche e sociali agire insieme per gestire questa fase con accortezza e spirito di solidarietà, in vista di un patto sociale e generazionale che guardi al futuro del nostro territorio, valorizzi le imprese che malgrado tutto resistono e cercano sbocchi nuovi di mercato per affrontare l’attuale momento difficile.

Buon Natale! È’ l’augurio che oggi ci facciamo anche se appare un fatto scontato e carico di incognite e di tristezza. Auguri anzitutto per un sereno Natale nella vostra famiglia perché
possiate, con l’aiuto del Divino Bambino, mantenere e irrobustire l’unità e la concordia, il dialogo e l’incontro responsabile tra sposi, genitori e figli e anziani. Auguri a voi bambini, ragazzi e giovani, perché Gesù, che si è fatto uno di voi, ha provato le vostre stesse emozioni, ha vissuto le stesse esperienze di famiglia e di amicizia. Su di lui potete dunque contare come Amico vero, sincero e fedele.
Auguri a voi anziani, che nelle feste di Natale attendete un segno di prossimità più intensa e meno frettolosa da parte dei vostri figli e nipoti. Il Signore vi sostenga con la loro presenza e vi renda consapevoli del grande compito di testimonianza a cui siete chiamati
verso di loro.

Auguri a voi tutti che vivete la situazione della crisi economica con preoccupazione per il mantenimento del lavoro, a chi deve trovarne uno nuovo in seguito al licenziamento, a chi come tanti giovani non lo
trova. Gesù ha dovuto affrontare fin dalla nascita situazioni difficili, ha sperimentato l’importanza del lavoro e ne ha subito anche le difficoltà: egli saprà dunque condividere le vostre ansie e
speranze e vi dà forza e conforto. Buon Natale e preghiamo perché il Figlio di Dio, benedica con la sua presenza le vostre case, mentre assicuro la mia vicinanza e la mia benedizione, che esprime la paternità e amicizia del vescovo verso
ciascuno di voi.

+ Cesare NOSIGLIA
Arcivescovo

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