Il Papa, «la Quaresima tempo per scuoterci dal torpore»

Messaggio – «Non dobbiamo mai dare per scontato che il Signore ci offre un tempo favorevole alla conversione, un’opportunità per scuoterci dal torpore». Lo scrive Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2020

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«Convertiamoci a un dialogo aperto e sincero con il Signore», esorta Papa Francesco nel messaggio per la Quaresima 2020 sul tema «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Corinzi, 5,20). «Non dobbiamo mai dare per scontato che il Signore ci offre un tempo favorevole alla conversione»: tale opportunità deve suscitare riconoscenza «e scuoterci dal torpore».

Malgrado la presenza, talvolta drammatica, del male nella nostra vita, nella Chiesa e del mondo, la Quaresima può aiutarci nel «cambiamento di rotta». Francesco definisce «appassionata» la volontà di Dio di dialogare con gli uomini, fino al punto di «far ricadere» su Gesù i nostri peccati, fino a «mettere Dio contro Dio» come scrisse Benedetto XVI nell’enciclica «Deus caritas est» (25 dicembre 2005).

Francesco invita a «lasciarci coinvolgere dal dinamismo spirituale del grande mistero della morte e risurrezione di Gesù. La gioia del cristiano scaturisce dall’ascolto e dall’accoglienza della buona notizia della morte e risurrezione di Cristo». Se, invece, si ascolta la voce suadente del diavolo, «padre della menzogna», si rischia di sprofondare nel baratro del nonsenso, sperimentando l’inferno già qui sulla terra.

Sottolineando l’attualità della Pasqua, Bergoglio scrive: «Non è un avvenimento del passato», è sempre attuale e «ci permette di guardare e toccare la carne di Cristo in tanti sofferenti». Spinge i cristiani a non lasciar «passare invano questo tempo di grazia». Mettere il mistero pasquale al centro della vita significa «sentire compassione per le piaghe di Cristo crocifisso presenti nelle tante vittime innocenti delle guerre, dei soprusi contro la vita, dal nascituro fino all’anziano, delle molteplici forme di violenza, dei disastri ambientali, dell’iniqua distribuzione dei beni della terra, del traffico di esseri umani in tutte le forme e della sete sfrenata di guadagno, che è una forma di idolatria».

La condivisione nella carità rende l’uomo più umano. «Accumulare le ricchezze rischia invece di abbrutirlo, chiudendolo nel proprio egoismo. Possiamo e dobbiamo spingerci oltre, considerando le dimensioni strutturali dell’economia». Per questo ha convocato in Quaresima, il 26-28 marzo 2020 ad Assisi, l’incontro tra giovani economisti, imprenditori e produttori di cambiamento («change-makers»). Se «la politica è una forma eminente di carità», come dice più volte la Chiesa, altrettanto è occuparsi dell’economia «con questo stesso spirito evangelico, lo spirito delle beatitudini».

È l’incontro «Economy of Francesco» che «deve condurci fare un “patto” per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani». La scelta di Assisi non è casuale: «Non c’è città è più idonea per questo. Qui infatti Francesco si spogliò di ogni mondanità per scegliere Dio come stella polare della vita, facendosi povero con i poveri, fratello universale. Dalla sua scelta di povertà scaturì anche una visione dell’economia che è attualissima, che può dare speranza al domani, a vantaggio dei più poveri e dell’intera umanità». Il Papa parla ai giovani «perché, con il vostro desiderio di un avvenire bello e gioioso, voi siete già profezia di un’economia attenta alla persona e all’ambiente». Ma tutti «siamo chiamati a rivedere i nostri schemi mentali e morali, perché siano più conformi ai comandamenti di Dio e alle esigenze del bene comune».

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