Per i 75 anni dell’Onu, fondata a San Francisco (1945-24 ottobre-2020), Papa Francesco chiede di «smantellare la logica delle bombe atomiche». La pandemia mette l’umanità davanti a un bivio: la strada della solidarietà o la strada della cultura dello scartoperché da una crisi si esce migliori o peggiori. La prova diventa «opportunità di conversione» per ripensare i sistemi economici e finanziari, inficiati da «un’ingiusta distribuzione delle ricchezze» e da un divario crescente fra ricchi e poveri.
L’Onu agisca con unità e determinazione – In un videomessaggio chiede all’Onu di diventare«un laboratorio per la pace sempre più efficace e che i membri del Consiglio di sicurezza, soprattutto quelli permanenti, agiscano con maggiore unità e determinazione».Rinnova l’appello «ad adottare le misure adeguate a garantire l’accesso ai vaccini e alle tecnologie essenziali per assistere i malati. Se bisogna privilegiare qualcuno, che sia il più povero».Menziona la minaccia delle nuove forme di tecnologia militare – i sistemi letali di armi autonome (Laws) – dove la guerra non è più combattuta dagli uomini ma dalle armi, una logica perversa che attribuisce al possesso delle armi la sicurezza che in realtà giova solo all’industria bellica e alimenta un clima di sfiducia: è la «deterrenza nucleare» basata sulla minaccia del reciproco annientamento. La Santa Sede si augura che la «Conferenza di revisione del Trattato di non proliferazione delle armi nucleari» (Tnp) dal 2 ottobre 2020 si traduca in misure per il disarmo. Tema attualissimo per i massicci programmi di armamento della Corea del Nord e dell’Iran. La sfida passa per l’adesione a due accordi internazionali: il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari (Tnp) del 1970, che proibisce agli Stati nonnucleari di procurarsi tali armamenti e agli Stati nucleari di trasferire ad altri armi nucleari; e il Trattato per la proibizione delle armi nucleari del 2017, che ha vuole mettere al bando le armi nucleari ed eliminare quelle già prodotte. Tra i primi 40 Stati firmatari c’è la Santa Sede.
«I diritti umani continuano a essere violati impunemente» – «Il progresso tecnologico è utile e necessario purché faccia sì che il lavoro sia più dignitoso e sicuro, meno gravoso e spossante».Per questo serve «un quadro di riferimento etico forte capace di superare la cultura dello scarto». All’origine c’è «una promozione ideologica con visioni riduzioniste della persona», con la negazione dei diritti fondamentali e un desiderio di potere assoluto mentre – denuncia il Papa – i diritti fondamentali«continuano a essere violati impunemente in un’umanità violata. Anche i credenti religiosi continuano a soffrire ogni tipo di persecuzioni, compreso il genocidio. Tra questinoi cristiani siamo vittime», costretti a fuggire dalleterre di origine.I diritti non sono garantiti e le armi convenzionali diventano sempre più «armi di distruzione di massa». Il suo pensiero va a rifugiati, migranti, sfollati e «migliaia vengono intercettati in mare e rispediti con la forza in campi di detenzione dove sopportano torture e abusi. Molti sono vittime della tratta, della schiavitù sessuale, del lavoro forzato, sfruttati in compiti umilianti, senza un salario equo. Tutto ciò è intollerabile e molti Stati lo ignorano intenzionalmente». Esorta a chiudere i paradisi fiscali, a prevenire l’evasione e il riciclaggio di denaro.
I bambini vittime dell’aborto e della mancanza di istruzione – Le pesanti conseguenze della crisi Covid-19 si riversano anche sui bambini: «La violenza contro i bambini, includendo l’orribile flagello dell’abuso infantile e la pornografia, è drammaticamente aumentata»: milioni non possono tornare a scuola in molte parti del mondo. Questo significa incremento di lavoro minorile, abusi e malnutrizione. I Paesi – come gli Stati Uniti dagli anni Settanta – e le istituzioni internazionali sempre più promuovono l’aborto come «servizio essenziale»: «È triste vedere quanto sia diventato semplice e conveniente, per alcuni, negare l’esistenza di vita come soluzione a problemi che possono e devono essere risolti sia per la madre sia per il bambino non nato. Imploro le autorità civili affinché prestino particolare attenzione ai bambini a cui vengono negati i diritti e la dignità fondamentali, in particolare il diritto alla vita e il diritto all’educazione.
La famiglia attaccata da colonialismo ideologico – «I primi educatori del bambino sono sua madre e suo padre, la famiglia» che la Dichiarazione universale dei diritti Umani (Parigi, 10 dicembre 1948) descrive come «nucleo naturale e fondamentale della società». Ma troppo spesso la famiglia è vittima di colonialismi ideologici che la rendono vulnerabile e finiscono con il provocare nei suoi membri – specie i più indifesi come bambini e anziani – un senso di sradicamento e di orfanità. La disintegrazione della famiglia riecheggia nella frammentazione sociale.Le donne giocano un ruolo importante a tutti i livelli al servizio del bene comune ma molte di loro vengono lasciate indietro, vittime della violenza e dello sfruttamento. Il Papa rinnova loro la vicinanza auspicando che vi sia maggiore impegno nella lotta contro «queste pratiche perverse che denigrano non solo la donna ma tutta l’umanità la quale, con il suo silenzio e la mancanza di azioni concrete, diventa complice».