Trasferta romana per la redazione del «Il Salice», il giornale web del Liceo salesiano torinese Valsalice, che lo scorso 5 e 6 maggio, si è recata nella capitale per visitare i luoghi simbolo legati ad Aldo Moro, uno tra i più importanti politici del dopoguerra, fondatore e segretario della Democrazia Cristiana, Presidente del Consiglio e più volte ministro, rapito ed ucciso nel 1978 dalle Brigate Rosse. È stata una esperienza dal forte impatto emotivo iniziata con la visita all’Archivio Centrale dello Stato per approfondire alcuni aspetti del «Caso Moro» e visionare alcuni documenti chiave della storia della nostra Repubblica, poi proseguita in Via Fani, teatro del sequestro di Aldo Moro e dell’agguato che costò la vita ai suoi uomini della scorta dove ora è presente un monumento marmoreo a loro dedicato (nella foto). Oreste Leonardi, Domenico Ricci, Giulio Rivera, Francesco Zizzi e Raffaele Iozzino non sono semplici nomi, ma uomini che hanno sacrificato la propria vita per proteggere lo statista e che devono essere ricordati come difensori delle nostre istituzioni.
Infine non poteva mancare una visita in via Caetani, teatro dell’ultimo atto del sequestro, dove la mattina del 9 maggio di 45 anni fa viene fatta trovare una Renault 4 amaranto con il cadavere del Presidente del Consiglio nel portabagagli.
Devo ammettere che per noi giovani redattori non è stato facile in alcuni momenti realizzare come sia potuto accadere un fatto così efferato, una delle pagine più cupe della storia italiana contemporanea. Aldo Moro è stato un uomo di fede e grazie a lui possiamo comprendere i valori della democrazia, della società civile. Un garante della verità: ecco una sua frase celebre «quando si dice la verità non bisogna dolersi di averla detta: la verità è sempre illuminante».
Jacopo COVOLAN