
Sembra una partita a scacchi. Gli ucraini muovono i pedoni nell’area di Bakhmut e riconquistano una casella di territorio, 20 chilometri quadrati, dicono. Ma non è l’inizio della controffensiva di primavera: scaramucce sanguinose in un fazzoletto di terra martoriata, per di più giudicato strategicamente irrilevante. I russi lanciano su Kiev, nella notte tra lunedì e martedì, l’attacco più intenso di sempre, per numero di missili e droni: una prova di terrore, che non sposta d’un centimetro le posizioni.
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