Israele-Hamas, la battaglia degli ospedali

Medio Oriente – Dopo 40 giorni di guerra con Hamas, l’esercito israeliano a Gaza ha occupato sedi delle istituzioni del movimento islamico, come il Parlamento e il comando della polizia, e continua a ingaggiare scontri a fuoco intorno agli ospedali

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Dopo 40 giorni di guerra con Hamas, l’esercito israeliano a Gaza ha occupato sedi delle istituzioni del movimento islamico, come il Parlamento e il comando della polizia, e continua a ingaggiare scontri a fuoco intorno agli ospedali. Tregue umanitarie di alcune ore si susseguono per consentire ai civili di evacuare il nord della Striscia e facilitare l’ingresso di aiuti umanitari. Nella notte tra martedì e mercoledì, truppe israeliane hanno condotto «precise e mirate operazioni contro Hamas» dentro il più grande ospedale di Gaza City, al-Shifa, dove si trovano centinaia tra pazienti, medici, infermieri e inservienti e migliaia di rifugiati. Lunedì, il presidente Usa Joe Biden aveva detto che gli ospedali «vanno protetti».

Il conflitto, innescato dagli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre sui civili israeliani, che fecero 1.400 morti circa e portarono alla cattura di circa 240 ostaggi, andrà avanti – proclama Benjamin Netanyahu, premier israeliano – «fino alla nostra vittoria». Ma Hamas ribatte: «Il peggio deve ancora venire». Martedì, il premier e Biden hanno avuto un ennesimo colloquio.

Netanyahu insiste a legittimare la battaglia dentro la Striscia. Intervistato dalla Fox, dice: «Se noi ora non vinciamo, allora l’Europa sarà la prossima e voi americani sarete i successivi. Dobbiamo vincere non solo per il nostro bene, ma per il bene del Medio Oriente, per il bene dei nostri vicini arabi». Sul «Washington Post», Ishaan Tharoor scrive che Israele sta gestendo «una nuova catastrofe palestinese», con un riferimento alla Nakba, l’esodo nel 1948 dalle terre destinate allo Stato ebraico.

La diplomazia internazionale, che finora è almeno riuscita a evitare un allargamento della guerra, non ancora scongiurato, è incapace di tracciare percorsi di pace. Della crisi in Medio Oriente, si parla anche a San Francisco, al Vertice dell’Apec, l’organizzazione degli Stati del Pacifico, dove Joe Biden, presidente Usa, vede Xi Jinping, presidente cinese: è il primo incontro fra i due dopo quasi un anno, dal vertice del G20 in Indonesia; ed è la prima volta che Xi torna negli Usa dopo l’aprile del 2017, quando alla Casa Bianca c’era Donald Trump (che lo ricevette a Mar-a-lago).

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