L’8 settembre si celebra la Giornata per la salvaguardia del Creato

Il messaggio dei Vescovi italiani – «Quante sono le tue opere, Signore» (Salmo 104, 24) Coltivare la biodiversità» è il tema della 14ª «Giornata per la salvaguardia del creato» celebrata dalla Chiesa italiana nella diocesi di Cefalù in Sicilia domenica 8 settembre

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«Quante sono le tue opere, Signore» (Salmo 104, 24) Coltivare la biodiversità» è il tema della 14ª «Giornata per la salvaguardia del creato» celebrata dalla Chiesa italiana nella diocesi di Cefalù in Sicilia domenica 8 settembre 2019. Imparare la biodiversità: è uno dei richiami dell’enciclica «Laudato si’» di Papa Francesco e risuonerà con particolare forza e insistenza nel Sinodo per l’Amazzonia (6-24 ottobre  2019) che «è un polmone del Pianeta e uno dei luoghi in cui si trova la maggior diversità nel mondo».

La «Giornata» è un’occasione – dice in un messaggio la Conferenza episcopale italiana – «per conoscere e comprendere la realtà fragile e preziosa della biodiversità, di cui anche la nostra terra è ricca. Proprio il territorio italiano è caratterizzato da una varietà di organismi e di specie viventi acquatici e terrestri, a disegnare ecosistemi che si estendono dagli splendidi boschi delle Alpi – le montagne più alte d’Europa – fino al calore del Mediterraneo». Il messaggio è firmato dalle due Commissioni episcopali: per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace; per l’ecumenismo e il dialogo intereligioso. La Chiesa italiana ha fatto da apripista in questa iniziativa: da 14 anni, la Cei, in collaborazione con gli ortodossi, celebra la Giornata per la salvaguardia del creato, che Francesco il 15 agosto 2015 ha esteso come «Giornata mondiale di preghiera», come applicazione dell’enciclica «Laudato si’. Per la casa comune» del 24 maggio 2015.

Il Pontefice orienta l’intenzione di preghiera a favore della protezione dei mari e degli oceani, «molti dei quali minacciati da diverse cause. Preghiamo perché i politici, gli scienziati e gli economisti lavorino insieme per la protezione dei mari e degli oceani». E rammenta: «La creazione è un progetto dell’amore di Dio all’umanità. Gli oceani, che custodiscono la maggior parte dell’acqua del Pianeta e la maggior varietà di esseri viventi, sono minacciati da diverse cause. La nostra solidarietà con la “casa comune” nasce dalla nostra fede».

La custodia di mari e oceani rappresenta una responsabilità ineludibile: «Non possiamo permettere mari e oceani di plastica galleggiante. Anche per questa emergenza siamo chiamati a impegnarci, con mentalità attiva, pregando come se tutto dipendesse dalla Provvidenza divina e operando come se tutto dipendesse da noi».

Il «fitoplancton» oceanico è responsabile della produzione di oltre la metà dell’ossigeno del Pianeta. Ma i mari sono soffocati dalla plastica. Ogni anno oltre 8 milioni di tonnellate di plastica si riversano negli oceani causando la morte di circa 100 mila specie. L’inquinamento marino dovuto alla plastica è un problema globale e transfrontaliero, che richiede una responsabilità condivisa e un approccio comune. Nei suoi «Obiettivi di sviluppo sostenibile», le Nazioni Unite si impegnano a contrastare questa situazione: gli oceani forniscono risorse naturali fondamentali come cibo, medicine, biocarburanti e altro; contribuiscono alla decomposizione molecolare e all’eliminazione dei rifiuti e dell’inquinamento; i suoi ecosistemi costieri agiscono da ammortizzatori per ridurre i danni causati dalle tempeste.

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