La carica degli adolescenti da Papa Francesco

Il 18 aprile – Più di 550 ragazzi e adolescenti della diocesi di Torino si sono uniti ai coetanei di tutt’Italia nel giorno di Pasquetta per il grande incontro a Roma con Papa Francesco. Ottantamila le presenze in piazza San Pietro. La Pastorale giovanile di Piemonte e  Valle d’Aosta ha portato al pellegrinaggio nazionale e all’appuntamento con il Papa 1.500 ragazzi. Le testimonianze dei ragazzi

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Un grande inno alla vita, fatto di oltre 80 mila adolescenti, ha illuminato le paure e le crisi emerse nei ragazzi in questi due anni di pandemia per vincerle e costruire così il proprio futuro con il «fiuto» della verità che trova la fede e il Signore Gesù. È il messaggio più profondo che ha lanciato una piazza San Pietro che nel pomeriggio del giorno di Pasquetta, il 18 aprile, si è riempita, ben oltre ogni aspettativa, per l’incontro degli adolescenti con Papa Francesco promosso dal Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei sul tema «#Seguimi».

In piazza c’erano anche oltre 1.500 ragazzi dal Piemonte fra cui più di 550 dalla diocesi di Torino nel pellegrinaggio organizzato dalla Pastorale giovanile. Sono stati ospitati tutti nel grande oratorio salesiano «Pio XI» presso la basilica romana di Maria Ausiliatrice dove al mattino, dopo l’arrivo, mons. Cesare Nosiglia ha presieduto la Messa per il pellegrinaggio piemontese.

Prima della Veglia con il Papa un momento di festa e testimonianze a cui ha preso parte anche Blanco, il diciannovenne cantante vincitore, in coppia con Mahmood, dell’ultimo Festival di Sanremo con «Brividi».

«È stata una bellissima esperienza», racconta Giulia, 16 anni del gruppo della parrocchia Stimmate di San Francesco di Torino guidato dal parroco don Tonino Borio, «quasi ‘liberatoria’: dopo due anni di pandemia siamo riusciti ad incontrare e confrontarci con altri ragazzi. Mi ha colpita il mare di miei coetanei convenuti lì per cercare il proprio futuro e la contentezza del Papa nel vedere la piazza finalmente piena, piena di noi adolescenti. Certamente un’occasione per rafforzare il nostro gruppo e riprendere il servizio in parrocchia con rinnovato slancio».

«In piazza ho visto che il futuro di questi ragazzi si è illuminato», evidenzia suor Maureen Anyango, suora cottolenghina originaria del Kenya, che presta servizio alle Stimmate, «è arrivata la luce della Risurrezione su un tempo di solitudine in cui certamente gli adolescenti e i giovani hanno sofferto: ma proprio loro hanno dimostrato di poter essere luce con la loro vita».

Ci sono poi le voci dei ragazzi dell’oratorio Maria Regina della Pace in Barriera di Milano, come Chiara del gruppo «Pioneers» (3a media e 1a superiore): «mi ha colpito vedere il Papa per la prima volta da vicino e il grande incoraggiamento che ci ha dato»; o Fedor del gruppo Followers (2a e 3a superiore): «torno a casa con la consapevolezza di non essere sola, d’ora in poi avrò meno paura».

Dalle parrocchie fuori Torino abbiamo raggiunto Francesco dell’oratorio di Volpiano: «torno alla mia vita quotidiana consapevole che il futuro è importante e i giovani possono cambiarlo. Guardando la moltitudine di coetanei radunati in piazza mi sono sentito parte di una comunità unita fatta di tanti colori di tutto il mondo: una comunità in cui deve regnare la pace».

C’è poi Francesca dell’oratorio di Polonghera (Cn): «le parole del Papa sono entrate dentro di me e mi hanno fatto riflettere sulla mia vita dandomi nuovo slancio per affrontare il futuro»

Gli fa eco Desirè dell’oratorio di Moretta (Cn): «All’inizio del pomeriggio eravamo tutti emozionati, ma soprattutto accaldati per via del sole cocente che abbiamo dovuto sopportare per oltre due ore prima di arrivare in piazza. Poi tutto è cambiato: abbiamo cantato, ballato, riso. Abbiamo salutato e pregato insieme a Papa Francesco! È stato un intenso momento spirituale e di condivisione perché abbiamo ascoltato storie di ragazzi che ci hanno toccato molto da vicino facendoci emozionare e riflettere».

Ed ecco Alice dell’oratorio di Faule (Cn): «Dopo due difficili anni siamo riusciti di nuovo a condividere emozioni, a riscoprire il vero senso di comunità e oratorio, e soprattutto a pregare con il cuore! Un’esperienza che ha colmato i nostri vuoti, ha fatto scendere lacrime di gioia e ci ha trasmesso così tanta leggerezza, portandoci via il dolore e la stanchezza (anche sotto il sole cocente). All’arrivo del Papa un vento fresco ci ha travolto portando con sé queste parole che sono entrate nel cuore di ognuno: ‘Voi avete fiuto per la verità, non perdetelo!’.

E poi ancora i ragazzi del gruppo di Moncalieri con i loro animatori: «Questi due anni ci hanno segnati in particolare per la solitudine e la paura nel futuro. Il Papa ci ha spronato ad essere coraggiosi e ad allenare il nostro ‘fiuto’ nel cercare e trovare meravigliose avventure che sono nascoste nel dono prezioso, da non sciupare, che è la nostra Vita!»

Al pellegrinaggio si sono iscritti anche 50 adolescenti delle comunità etniche torinesi con i loro animatori, guidati dal diacono Eugenio Teresa Uiliamo, Missionario della Consolata mozambicano. Sono partiti in bus alle 23 della sera di Pasqua dalla chiesa Immacolata Concezione in via Nizza 47, sede della cappellania latinoamericana della diocesi. Tra loro anche 9 ragazze accompagnate da una mamma, Angel Okosun, dell’unico Gruppo ecumenico nigeriano della diocesi, ospitato nella parrocchia San Giuseppe Cafasso di corso Grosseto. Ecco i commenti a caldo all’indomani del ritorno: «Vedere il Papa da vicino è stata un’emozione unica: inoltre per i molti ragazzi era la prima volta che visitavano la capitale», racconta Queensley Eze, 20 anni, animatrice del Gruppo ecumenico.

«Ciò che ci ha più colpito è quando il Papa ci ha detto che è felice, dopo due anni in cui piazza San Pietro è stata vuota per il Covid, che siano proprio i giovani a tornare a riempirla ricordando che durante la pandemia lui, solo, era in quella stessa piazza a parlare al mondo. Ci siamo commossi perché abbiamo capito che il Papa conta su di noi». Mamma Angel: «I nostri ragazzi si portano a casa il dono grande di essere accolti dai loro coetanei di tutt’ Italia, di essersi sentiti come loro amati dal Papa che li ha incoraggiati a non aver paura perché la vita è bella». «Per i ragazzi figli di migranti», commenta il diacono Uiliamo, «è stato importante capire, grazie anche alle testimonianze dei giovani italiani che hanno parlato delle loro sofferenze, che non sono i soli ad avere difficoltà, anche di integrazione. È un invito alla testimonianza, ad ‘uscire’ a non avere paura delle diversità perché agli occhi del Signore siamo tutti uguali e che i giovani sono il futuro della Chiesa. Alcuni mi hanno detto che non dimenticheranno che il Papa li ha invitati ad avere coraggio, a non tenere dentro le paure ma di parlarne con gli amici i genitori gli educatori. Ecco il nostro impegno per il futuro: tenere per mano i nostri ragazzi e ripetere loro con il Papa: non scoraggiatevi, fatevi aiutare: noi siamo con voi!».

«Il colonnato di piazza San Pietro, costruito per accogliere generazioni e generazioni di fedeli», conclude don Luca Ramello, direttore dell’Ufficio di Pastorale giovanile, «ha accolto gli adolescenti di questo tempo. Quelle braccia hanno accolto i pellegrini di oggi con le loro domande e le loro paure. Che questo grande momento di incontro possa segnare una ripartenza dei nostri cammini».

Stefano DI LULLO – Marina LOMUNNO

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