Al Cottolengo di Torino dal prossimo settembre aprirà uno studentato da 181 posti. È la nuova risposta della Piccola Casa della Divina Provvidenza ad una domanda che a Torino cresce, e non richiede solo un posto letto ma un accompagnamento a tutto tondo negli anni delicati degli studi e delle scelte per il proprio futuro.
«C Studio», il nome dell’opera con ingresso in via Ariosto 9, che sta per «Cottolengo Studio» o anche per «Ci Studio», è stato realizzato e sarà gestito dall’impresa sociale Providence House, nata nel 2017 su iniziativa della Piccola Casa per la costruzione e la realizzazione di processi dell’abitare. In particolare, come prima opera, nel 2017 nacque il Social Housing «CiVivo15», attivo in via Cottolengo 17.
L’opera è stata presentata lo scorso 6 luglio dal padre generale della Piccola Casa don Carmine Arice e dal presidente di Providence House fratel Luca Bianchini, fratello cottolenghino. Erano presenti il vicesindaco di Torino Michela Favaro, che ha portato il saluto della Città, e il direttore della Pastorale universitaria della diocesi don Luca Peyron.

«L’iniziativa di ‘C-Studio’», ha sottolineato il presidente di Providence House fratel Bianchini, «intende favorire l’accoglienza e l’accompagnamento dei giovani nel processo di formazione e di costruzione della propria identità professionale e umana, all’interno delle opportunità e delle sfide che emergono dall’attuale contesto culturale, lavorativo, sociale e politico. Ci auguriamo, in particolare, che l’incontro con il Cottolengo possa essere utile agli studenti indipendentemente dal loro futuro professionale: qui troveranno un luogo umano utile al percorso di chiunque».
«Questo obiettivo», ha concluso, «può generare nei giovani una passione e un impegno nel proprio cammino di crescita che, nel tempo, si può rivelare più costruttivo e, vogliamo sperare, anche più intelligente di una logica unicamente orientata alla performance».
L’area dove sorge lo studentato, come ha ricordato padre Arice, fu acquistata dal primo successore di san Giuseppe Cottolengo, padre Luigi Anglesio. Nel tempo ha accolto ospiti con disabilità ed è stata poi per numerosi anni casa delle suore cottolenghine e luogo di ritrovo di esercizi spirituali per le sorelle della congregazione.

«La Piccola Casa», ha sottolineato padre Arice, «in quasi 200 anni di storia non è mai stata chiusa ai bisogni che ha incontrato; gli ambienti sono sempre stati ripensati e riadattati per offrire servizi nuovi e questo è quello che è successo con lo studentato».
Il complesso certamente intende dare una risposta alla domanda degli studenti fuori sede in costante aumento, anche a Torino, che faticano a trovare una sistemazione adeguata, anche a causa dei prezzi alle stelle degli alloggi.
Il secondo motivo che ha spinto il Cottolengo ad avviare il progetto deriva dall’attenzione che la Piccola Casa ha sempre riservato al mondo educativo. «Quando il Cottolengo ha fondato la Piccola Casa», ha evidenziato padre Arice, «oltre ad accogliere persone con disabilità e anziane si è preoccupato di tenere vivo il compito educativo. Nel 1835 alla Piccola Casa c’erano già oltre 500 tra bambini e adolescenti che frequentavano percorsi formativi o di abilitazione ad una professione». Sono poi state avviate numerose scuole, presenti ancora oggi con le Scuole Cottolengo.
Il terzo motivo mette al centro i giovani come dono. «Avere i giovani in casa», ha osservato il padre generale, «è certamente una ricchezza straordinaria. Ma siamo convinti che la Piccola Casa possa diventare anche un dono per gli studenti, grazie alla proposta di umanesimo riservata a tutti. Alla Piccola Casa, infatti, si propone il tema della cura come valore; qui diciamo a tutti, riprendendo una celebre canzone di Franco Battiato: ‘Tu sei un essere speciale e io avrò cura di te’».
Il progetto di accompagnamento mira, infine, a favorire l’incontro tra gli universitari e la famiglia del Cottolengo.
«Nella massima libertà dei percorsi di ciascuno», ha proseguito padre Arice, «lo studentato intende avvicinare gli studenti ad un’opera del Vangelo: la Piccola Casa è nata, infatti, per annunciare la bellezza della vita dell’uomo quando incontra Gesù Cristo».
«Tutti questi motivi», ha concluso, «costituiscono un’occasione per questi giovani di essere provocati nella domanda di senso: il motore della vita è il senso. Aiutare gli universitari nel loro percorso educativo, ad essere interpellati nella questione del senso, può essere un servizio straordinario che la Piccola Casa fa per loro».
La nuova casa accoglierà studenti fuori sede provenienti dalle graduatorie del diritto allo studio, in difficoltà economiche e meritevoli.
Il complesso consta di 181 posti letto suddivisi in 75 camere doppie, 17 camere singole e 7 mini alloggi da 14 posti. Sono disponibili 11 camere per studenti con disabilità. Nella struttura sono, inoltre, presenti 5 sale studio, una sala conferenze, 3 sale pasti e una palestra.
Il Miur ha erogato per l’opera un contributo di 3 milioni e mezzo di euro a fronte della partecipazione ad un bando da parte di Providence House.
Per ulteriori informazioni: www.cottolengo.org