«Oggi varie Chiese orientali, cattoliche e ortodosse, e anche diverse comunità latine, celebrano la Pasqua secondo il calendario giuliano. Noi l’abbiamo celebrata domenica scorsa, secondo il calendario gregoriano. Porgo loro i miei auguri più cari: Cristo è risorto, è risorto veramente! Sia Lui a colmare di speranza le buone attese dei cuori. Sia Lui a donare la pace, oltraggiata dalla barbarie della guerra. Proprio oggi ricorrono due mesi dall’inizio di questa guerra: anziché fermarsi, la guerra si è inasprita. È triste che in questi giorni, che sono i più santi e solenni per tutti i cristiani, si senta più il fragore mortale delle armi anziché il suono delle campane che annunciano la risurrezione; ed è triste che le armi stiano sempre più prendendo il posto della parola». Queste le parole e l’augurio di pace e di Pasqua che al Regina Coeli di domenica 24 aprile Papa Francesco ha rivolto ai fratelli ortodossi che celebravano la Resurrezione.
Tra loro tanti Ucraini ospiti nella nostra diocesi. In particolare un momento di dialogo, fede e accoglienza si è tenuto alla Piccola Casa della Divina Provvidenza di Torino dove dal 22 marzo sono ospitati 12 ucraini disabili di fede ortodossa. Un sacerdote, padre Nicolai, ha celebrato con loro un momento di preghiera secondo il loro rito e si sono uniti alla preghiera il padre generale, padre Carmine Arice, don Paolo Boggio e alcune suore cottolenghine.
«È stato un momento semplice», sottolinea padre Arice, «insieme, attorno a Gesù Risorto che è il principe della pace. Ci siamo stretti a loro, che ormai da un mese sono parte della nostra famiglia ed è stato bello vederli più sereni di quando sono arrivati e condividere con loro la festa della Resurrezione e la loro gioia pasquale». Una presenza ormai familiare nello stile della Piccola Casa dove l’accoglienza è «cura integrale», non solo del corpo malato o anziano, ma è attenzione rispettosa anche alla dimensione spirituale. «Per questo», aggiunge padre Arice, «sin da quando sono arrivati e abbiamo saputo della loro fede ortodossa abbiamo cercato chi potesse stare loro vicino anche spiritualmente portando il conforto e la vicinanza proprie della loro confessione».
I 12 profughi che hanno vissuto con commozione il momento di preghiera facevano parte di un gruppo di 83 che la Croce Rossa Italiana ha fatto evacuare da Leopoli e accompagnato in Italia. Erano arrivati al Centro Operativo Emergenze di Settimo Torinese e poi immediatamente trasferiti, grazie alla collaborazione della Protezione Civile, in strutture idonee del territorio, fra cui appunto il Cottolengo. La Piccola Casa della Divina Provvidenza appena appresa la notizia la sera del 21 marzo si è subito attivata per offrire ospitalità in una delle Rsa del Cottolengo di Torino, la famiglia Santi Innocenti, dove erano a disposizione proprio 12 posti. L’accoglienza è stata possibile anche grazie alla cooperativa «Crescere 1979» che ha fornito il personale necessario. L’Ospedale Cottolengo ha immediatamente offerto disponibilità per eventuali necessità medico-sanitarie delle persone accolte. Allo stesso tempo il Social Housing «CiVivo15» della Piccola Casa (via Cottolengo 17), in sinergia con l’Ufficio per la Pastorale Migranti della Diocesi di Torino, continua ad essere a disposizione per accogliere le famiglie ucraine arrivate in Piemonte in attesa di una sistemazione stabile. Anche le Scuole Cottolengo di Italia hanno offerto la propria disponibilità per inserire bambini e ragazzi ucraini nelle proprie classi. La Piccola Casa in base alla propria mission, anche in questa emergenza umanitaria, continua dunque a mettere a disposizione le proprie opere per accogliere le persone più fragili.
Caritas, colletta e coordinamento
Continua la colletta Caritas che ha raggiunto la cifra di 288 mila euro di cui il 34% offerto da parrocchie e il 58% da privati. Nello stile Caritas oltre alla raccolta fondi ora è anche il momento di riflettere con chi è operativo nelle parrocchie e nei servizi caritativi per perfezionare le linee di accoglienza. Per questo il 3 maggio l’ incontro on line del Coordinamento ecclesiale sarà dedicato alla situazione ucraina. «Abbiamo pensato», spiega Pierluigi Dovisd, «fosse cosa utile provare a fare un punto della situazione che ci aiuti a compiere scelte opportune e a mettere in atto modalità operative consone ai bisogni, senza corse in avanti e senza frenate inopportune. Di qui il titolo: “Profughi dall’Ucraina: approfondimento per servizi e accoglienza”.
Sono previsti tre approfondimenti: «Vivere la carità in mezzo alla guerra e sostenendo chi è colpito dalla guerra» su cosa stanno realizzando le comunità cristiane in Ucraina e nei paesi limitrofi, come si concretizza l’aiuto a distanza delle nostre comunità a cura di Caritas Italiana, con Laura Stopponi, e di Caritas diocesana. Poi si approfondirà il «Vivere la carità accompagnando chi scappa dalla guerra» con prospettive e indicazioni di strategia per il delicatissimo sostegno delle varie forme di accoglienza nel nostro territorio a cura della Pastorale dei Migranti. Infine saranno proposti suggerimenti operativi per la gestione dei bisogni alimentari e materiali a cura del Banco Alimentare, della Caritas Diocesana e dell’Osservatorio Povertà e Risorse.
Il Sant’Anna per le donne ucraine
Sarà attivo tutti i martedì dalle 11 alle 13, grazie al progetto «mAma» uno sportello di sostegno psicologico per le donne ucraine in gravidanza o che hanno appena partorito, che si trovano nella condizione di rifugiate a Torino e provincia e che stanno subendo le terribili conseguenze della guerra.
Si tratta di un servizio pubblico offerto dal Servizio di Psicologia Clinica dell’ospedale Sant’Anna della Città della Salute di Torino (referente la dottoressa Giovanna Cacciato) attivo dal 3 maggio tutto i martedì dalle 11 alle 13, su prenotazione allo 011.3134067 o via mail: psicologiaperinatale@cittadellasalute.to.it, presso l’ambulatorio del Servizio di Psicologia dell’ospedale Sant’Anna (via Ventimiglia 1, primo piano).
Si tratta di uno sportello di accoglienza psicologica gratuita per maternità e genitorialità in condizioni emotive disagiate. Il Servizio di mediazione culturale metterà a disposizione mediatori di lingua ucraina.
«È doveroso», spiegano dall’ospedale, «in momenti di grave emergenza come quella del conflitto attuale, mettersi a disposizione e supportare le popolazioni in difficoltà attraverso iniziative concrete e facilmente accessibili, rivolte alla tutela delle categorie più fragili». Il progetto ‘mAma’ vuole quindi «proteggere la gravidanza, la maternità ed il puerperio, non solo nell’ottica della promozione della salute, ma anche della prevenzione del rischio di insorgenza di psicopatologia in età evolutiva».