Amministrative, la piaga delle urne deserte

Elezioni comunali – Italiani sempre più lontani dalla politica, affluenza bassissima anche nel torinese (58%). Centrodestra avanti in Italia, ma a Grugliasco vince il Pd Emanuele Gaito, Savigliano al ballottaggio. Falliscono i Referendum di Lega e Radicali

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Le operazioni di pulizia e allestimento seggi in una scuola di Napoli dove si vota per le elezioni comunali, Torino, 2 ottobre 2021. ANSA / CIRO FUSCO

La disaffezione delle urne ha colpito in egual misura Italia e Francia: metà degli elettori sono rimasti a casa nel voto amministrativo (Roma) e legislativo (Parigi), come avviene solitamente nelle presidenziali statunitensi: nelle società del capitalismo avanzato la partecipazione democratica, nonostante il suo insostituibile valore, si sta affievolendo. I grandi partiti del Novecento (Dc, Pci, Psi in Italia, Gollisti e Socialisti di Mitterand in Francia) sono praticamente scomparsi e non sono stati sostituiti; inoltre la globalizzazione ha attutito in alcuni settori della popolazione il primato della politica e del «bene comune».

Ancora più marcato il flop del referendum sulla Giustizia: ha votato solo un elettore su cinque. Ma questa debacle era prevista da tutti i sondaggi per la dimensione tecnica dei quesiti, la concomitante iniziativa legislativa della ministra Cartabia, lo strano connubio dei promotori: i radicali super-garantisti, i leghisti di Salvini, da molti ritenuti «il partito delle manette».

Il voto, sul piano politico, rende più deboli sia Draghi sia Macron, ma senza alternative per la parcellizzazione dell’elettorato. A Parigi il Presidente ed il suo competitore Melanchon sono sul 25%, a Roma Letta e Meloni si contendono il primato sul 20%. Per Palazzo Chigi il primo problema è il crollo del Movimento Cinque Stelle, primo partito in Parlamento (ebbe il 33% alle politiche del 2018), ora ridotto ai minimi termini: 6% a Palermo, 4% a Genova, 3% ad Asti e Alessandria, 1% a Cuneo e Rieti… Il leader Conte stenta a gestire un Movimento passato dal voto anti-sistema alla partecipazione al Governo, dal sovranismo all’atlantismo, dalle simpatie per Putin del fondatore Beppe Grillo alla linea occidentale del ministro degli Esteri Di Maio. Oggi Conte minaccia la crisi di governo (osteggiata dai suoi parlamentari), e le richieste a Draghi, dalla politica estera a quella economica, possono mettere in fibrillazione l’Esecutivo, anche in vista delle nuove misure contro la crisi economica, con la Bce divenuta improvvisamente insensibile alle esigenze dei Paesi del Sud Europa.

Sul piano elettorale la crisi del M5S ha indebolito il centro-sinistra, nonostante la buona tenuta del Pd; è in discussione la linea Letta delle grandi intese, anche perché i centristi di Calenda e Renzi hanno ribadito il «no» all’alleanza con i pentastellati. Le divisioni a sinistra hanno favorito il prevalere del centro-destra, che si è presentato unito in 21 capoluoghi di provincia su 26, da Genova a Palermo. In questa alleanza il fatto nuovo è il sorpasso della Meloni su Salvini, anche al Nord: la leader di FdI ha chiesto a Lega e Forza Italia di uscire dal Governo; Salvini e Tajani (indeboliti) hanno risposto negativamente, ma è già cominciata la corsa della Lega a chiedere nuove misure economiche a Draghi, per giustificare la presenza nell’Esecutivo. Il pressing sarà particolarmente intenso nella preparazione della prossima finanziaria; qui i due partiti sovranisti sconfitti dalle urne (M5S e Lega) potrebbero unirsi contro Draghi per esigenze elettorali.

Il voto amministrativo rende ancora più incerte le elezioni politiche della primavera 2023, anche perché il leader centrista Calenda si propone come Terzo Polo per impedire maggioranze in Parlamento e favorire nuove soluzioni alla Draghi.

Crescono intanto le sollecitazioni «esterne» sui due partiti maggiori: al Pd di Letta il quotidiano «Avvenire» ha chiesto di ripensare il voto europeo a favore dell’aborto, criticando in particolare la chiusura verso l’obiezione di coscienza dei medici; sui temi sociali i sindacati propongono più attenzione per l’automotive, con date meno incalzanti per il divieto dei motori diesel e a benzina. A FdI della Meloni i fogli confindustriali sollecitano un ripensamento della collocazione europea «nazionalista», mentre da diverse Ong permane la contestazione della politica dell’immigrazione. Per la leader di FdI, che punta a Palazzo Chigi, l’alt più insidioso è venuto da Tajani: le scelte sul Governo toccano al Capo dello Stato.

La crisi della politica, confermata dalle urne, va affrontata con il superamento del leaderismo e con la proposta concreta di programmi, valori ed alleanze compatibili.

Grugliasco al Pd: sindaco è Gaito, erede di Montà

di Federico Cortese

Non si andrà al ballottaggio: il Comune di Grugliasco (37.062 abitanti) ha un nuovo sindaco già al primo turno. Dallo spoglio delle e schede elettorali risulta eletto Emanuele Gaito che guiderà la città per 5 anni.

«Grazie a tutti coloro che hanno creduto in me e che ci sono stati fin dal primo momento. Grazie agli elettori, ai candidati e a chi ci ha aiutato. Adesso, non si deve perdere tempo, dobbiamo partire con forza ed entusiasmo per continuare il percorso di crescita e sviluppo della nostra città», ha ringraziato Gaito con un messaggio ancora a seggi aperti sulla a sua pagina Facebook.

Emanuele Gaito, eletto sindaco di Grugliasco

Il nuovo sindaco, 33 anni, è nato a Rivoli ed è stato consigliere per dieci anni del Consiglio Comunale di Grugliasco e assessore all’Urbanistica e ambiente nell’amministrazione del sindaco uscente Roberto Montà.

Gaito è stato sostenuto dal Partito Democratico e  dalle liste «Progetto Grugliasco», «Gru On per Grugliasco», «Grugliasco Centro», «Moderati al centro con Gaito», «Partito Democratico Gaito sindaco». Quest’ultima lista è quella che ha ottenuto più consensi della altre in lizza, con un totale di 31,12% di consensi complessivi pari a 4.247 voti.

È stata un’elezione senza indugi che ha perciò scongiurato il ballottaggio che alcuni avevano ipotizzato tra il candidato sindaco del centrosinistra e il suo omologo del centrodestra Daniele Berardi.

Dall’analisi dei risultati  Emanuele Gaito (Partito Democratico) ha vinto con una percentuale del 70,08%, per un totale di 10.109 preferenze. Un risultato forte che ha consentito di distaccare di moltissimo il candidato Mariano Turigliatto, già sindaco della città dal 1994 al 2002 e sostenuto dalle liste «Grugliasco Democratica» e «Gru Ecologista» (13,56% con 1.956 preferenze). In terza posizione è arrivato il candidato del centrodestra Daniele Berardi con il 13,27% (1.914 voti). Infine, Vito Coviello, candidato per il Movimento 5 Stelle, ha ottenuto il 3,09% dei voti (446 preferenze).

Dato negativo è l’affluenza alle urne bassissima, da record ai minimi storici e purtroppo in linea con l’andamento nazionale sia per le amministrative che per i referendum sulla giustizia: a Grugliasco la percentuale dei votanti è stato del 47,51%, che significa che sono andati alle urne meno di un cittadino su due. Le schede bianche sono state 186, le nulle 316 e nessuna è stata contestata.

«L’astensione è stata alta ma vi assicuro che cercherò di essere il sindaco di tutti, di chi non mi ha votato e di chi non è andato ai seggi. Metterò tutto me stesso per cercare di avvicinare di nuovo la politica alle persone e per fare di Grugliasco un luogo in cui tutte le borgate abbiano pari diritti e opportunità, nessuno sarà lasciato indietro», ha dichiarato il neosindaco appena eletto.

Savigliano, ballottaggio Portera-Saglione

di Lino Ferrero

Lo avevamo predetto presentando la campagna elettorale circa un mese fa, che la divisione fra il sindaco uscente Giulio Ambroggio e il candidato del Pd e del centrosinistra poteva portare ad un’altra «sindrome Fossano» quando tre anni le divisioni nelle stessa coalizione portarono al trionfo del centrodestra. E così a Savigliano (21.471 abitanti), Antonello Portera, avvocato, attestato al 35% dei suffragi ex pentastellato sembra al momento il primo accreditato a un ballottaggio che tra quindici giorni si condente la carica di sindaco con il candidato del centro-sinistra Gianfranco Saglione, che ha incassato il  28,7% dei consensi. Sarà fondamentale valutare se ci saranno apparentamenti soprattutto con l’ex sindaco giunto quarto con il 13,4%.

Antonello Portera, candidato sindaco a Savigliano
Gianfranco Saglione, candidato sindaco a Savigliano, centro-sinistra

Portera e Saglione guardano già a domenica 26 giugno, sarà una partita aperta a ogni risultato. «Questa campagna elettorale ha rappresentato un’esperienza positiva sotto tutti gli aspetti, coinvolgente per i 60 candidati consiglieri e per tutti quelli che ci hanno supportato con grande entusiasmo», sottolinea Portera, «ogni occasione di confronto è stata utile per avere  spunti su cose da fare a Savigliano: abbiamo trattato il tema del turismo, del commercio, dell’artigianato, dell’agricoltura e, ovviamente, si è parlato molto di ospedale, cultura, volontariato, associazionismo, sport, energia e frazioni, su cui abbiamo investito molto e su cui puntiamo a fare ancora tanto.

È stato bello veder crescere la squadra sul piano emotivo, del coinvolgimento e operativo: persone che vedevano l’attività amministrativa da lontano si sono avvicinate e hanno visto che c’è molto da fare per la propria città». Alta come in tutti i Comuni della Granda e in linea con la tendenza nazionale la percentuale delle astensioni rispetto alla scorsa tornata elettorale: a Savigliano hanno votato il 55,05% degli aventi diritto, 5 anni fa il dato dei votanti era del 61,47%.

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