La Regina Elisabetta e il legame con i Papi

Il cordoglio di Papa Francesco – «Profondamente rattristato dalla notizia della morte della regina Elisabetta II, porgo sentite condoglianze a Vostra Maestà, ai membri della famiglia reale, al popolo del Regno Unito e del Commonwealth», scrive Papa Francesco a Carlo III, nuovo re d’Inghilterra, dopo la morte della regina nella serata dell’8 settembre

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«Profondamente rattristato dalla notizia della morte della regina Elisabetta II, porgo sentite condoglianze a Vostra Maestà, ai membri della famiglia reale, al popolo del Regno Unito e del Commonwealth» scrive Papa Francesco a Carlo III, nuovo re d’Inghilterra, dopo la morte della regina nella serata dell’8 settembre 2022: «Mi unisco a tutti coloro che la piangono pregando per l’eterno riposo della defunta regina e rendendo omaggio alla sua vita di instancabile servizio al bene della Nazione e del Commonwealth, al suo esempio di devozione al dovere, alla sua ferma testimonianza di fede in Gesù Cristo e alla speranza. Affidando la sua nobile anima alla bontà misericordiosa del nostro Padre celeste assicuro le mie preghiere affinché Dio vi sostenga con la sua grazia incrollabile mentre assumete le vostre alte responsabilità di re. Su tutti coloro che custodiscono la memoria della sua defunta madre, invoco l’abbondanza delle benedizioni divine come pegno di conforto e forza nel Signore».

Elisabetta II incontra Giovanni XXIIILa regina è il monarca britannico più longevo della storia; nel corso della sua vita ci sono stati 8 Papi e ne ha incontrati 4. Nata nel 1926 – quando c’era Pio XI – Elizabeth Alexandra Mary è salita al trono nel 1953 a 25 anni. Arrivò la prima volta in Vaticano da Pio XII nel 1951 come principessa Elisabetta. Incoronata il 2 giugno 1953 nell’Abbazia di Westminster, assiste a cambiamenti epocali e alla trasformazione dell’Impero Britannico nel Commonwealth. Il 5 maggio 1961 con il consorte – principe Filippo, duca di Edimburgo, sposato nel 1947 – va da Giovanni XXIII: «La sua presenza in Vaticano corona nel modo più felice la serie di dimostrazioni di amicizia che hanno segnato le relazioni tra Regno Unito e Santa Sede». Nel Elisabetta visita di Elisabetta l’Italia, con tappa a Torino per Italia 61. La visita in Vaticano è preceduta il 2 dicembre 1960 dal primo incontro tra il Papa di Roma e l’Arcivescovo di Canterbury. «Santità, sono quattro secoli che non ci vediamo», disse – secondo i testimoni – il dottor Geoffrey Francis Fisher, primate della Comunione anglicana, a Papa Giovanni. Nessun incontro con Paolo VI e Giovanni Paolo I.

Tre incontri con Giovanni Paolo II – Il 17 ottobre 1980 la sovrana incontra in Vaticano Giovanni Paolo II: «Giovanni XXIII parlò della grande semplicità e dignità con la quale vostra maestà porta il peso delle proprie molte responsabilità. Due decenni più tardi, queste osservazioni sono ancora molto appropriate ed è evidente che le responsabilità incombenti su di voi non sono affatto diminuite». Due anni dopo (29 agosto 1982) Wojtyla visita la Gran Bretagna in un momento di grande tensione per il conflitto con l’Argentina per il possesso delle Isole Falkland-Malvinas (il Papa Andrà anche in Argentina): «Questa tragica situazione mi ha preoccupato moltissimo e ho chiesto ripetutamente ai cattolici e alle ersone di buona volontà di unirsi nella preghiera per una soluzione giusta e pacifica». Diciotto anni dopo (17 ottobre 2000) nuova visita in Vaticano. Il Papa spazia dall’Europa al mondo e insiste sulla cancellazione del debito ai Paesi più poveri. Aggiunge: «Vostra Maestà, per molti anni e in tempi di grandi cambiamenti avete regnato con una dignità e un senso del dovere che hanno edificato milioni di persone in tutto il mondo».

Elisabetta, Benedetto XVI e Papa Francesco – Benedetto XVI il 16-19 settembre 210 a Edimburgo beatifica il cardinale John Henry Newman che l’11 agosto 1890, convertendosi al cattolicesimo, andava – come disse – «incontro a Dio luce gentile che mi ha guidato ex umbris et imaginibus in veritatem, dalle ombre e dalle figure alla verità» (dal 13 ottobre 2019 è santo). A Edimburgo il Papa la incontra. Nel 2012, per il giubileo di diamante del regno, Benedetto XVI si congratula: «Lei ha offerto ai suoi sudditi e al mondo un esempio ispirante di dedizione al dovere e d’impegno a sostenere i principi di libertà, giustizia e democrazia». Nella visita di Stato in Italia, è accolta in Vaticano da Francesco il 3 aprile 2014. Per il giubileo di platino del regno e per il 96° compleanno (21 aprile 2022) Francesco le scrive: «Dio conceda a voi, ai membri della famiglia reale e al popolo benedizioni di unità, prosperità e pace».

Lo scisma della Chiesa anglicana – Alla faccia del laicismo e della separazione dei poteri, il sovrano d’Inghilterra è capo della Chiesa anglicana, nomina l’Arcivescovo di Canterbury, dà l’assenso alla nomina dei vescovi. Così decise, mezzo millennio fa, Enrico VIII che si staccò da Roma e dal Papa, fondò una Chiesa nazionale, fece approvare dal Parlamento l’«Atto di supremazia» e si autoproclamò capo della Chiesa. La «Church of England, Chiesa anglicana – afferma «Wikipedia» – è essenzialmente ecumenica, inclusiva e pluralista, mantenendo un’impostazione cattolica ed evangelica. Vi convivono tendenze e forme di culto diverse: anglo-cattolici, neo-liberali, riformati, evangelicali, pentecostali/carismatici e vetero-cattolici. La Chiesa Anglicana d’Inghilterra ammonta a 25 milioni di fedeli ed è la comunità più grande in seno alla Comunione anglicana che ne conta oltre 85».

L’ordinazione delle donne, punto di maggior rottura – Dall’11 novembre 1992 la Chiesa anglicana ordina presbiteri le donne e dal luglio 2014  vescovi. La Chiesa Cattolica considera non valido il Sacramento dell’Ordine conferito dagli anglicani e i ministri anglicani che si convertono devono essere nuovamente ordinati. Lo scisma anglicano è correlato al più ampio contesto della Riforma protestante. Le cause sono molteplici, «in gran parte – dice Wikipedia – sono guidate da cambiamenti politici». Basandosi sul desiderio di Enrico VIII di annullare il matrimonio, la Riforma inglese inizia più come una questione politico-economica che teologica, fino alla rottura con Roma. La rottura è costituita da una serie di Atti del Parlamento (1532-34): l’Atto di Supremazia del 1534 dichiara re Enrico «Capo supremo in terra della Chiesa d’Inghilterra»; priva il papato delle entrate e della nomina dei vescovi. Poi teologia e  liturgia diventano marcatamente protestanti. Per secoli ci furono aspre contese fino agli anni Sessanta del XX secolo con l’ecumenismo, i Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e il Concilio Vaticano II.

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