Occupazione, solo la Liguria è peggio del Piemonte

Analisi – In Regione l’economia è in stallo: nel 2018 perso tremila posti di lavoro. Anche il bilancio dei primi 9 mesi  di quest’anno  è  deludente. Nel terzo trimestre 2019 gli occupati in Piemonte sono diminuiti  di 17 mila unità (-0,9%) rispetto all’analogo periodo del 2018

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Dopo la fiaccolata per il lavoro di venerdì 13 dicembre a Torino (servizio pagina 3) tutte le Istituzioni si sono impegnate a moltiplicare gli sforzi per salvaguardare i posti di lavoro e, se possibile, crearne di nuovi soprattutto per i giovani. È quanto si aspettano i lavoratori che rischiano di perdere il posto di lavoro e i  giovani  che il lavoro  non ce l’hanno, ma bisogna fare in fretta  perché  gli ultimi dati resi dall’Istat  sull’andamento  del mercato del lavoro in Piemonte sono  preoccupanti. Anche il bilancio dei primi 9 mesi  di quest’anno  è  deludente.

Nel terzo trimestre 2019 gli occupati in Piemonte sono diminuiti  di 17 mila unità (-0,9%) rispetto all’analogo periodo del 2018. Le donne occupate sono diminuite di 9 mila unità; i maschi di 8 mila. Nello stesso periodo le donne in cerca di occupazione sono cresciute di un terzo mentre i maschi alla ricerca di lavoro sono diminuiti di un quinto.

Il tasso di disoccupazione è risalito dal 7,3% al 7,8%, quello delle donne ha compiuto un balzo di 2,5 punti percentuali (dal 7,6% al 10,1%): quello degli uomini è sceso dal 7,1% al 5,9%. Solo l’agricoltura, l’edilizia il commercio i pubblici esercizi hanno aumentato, sia pur di poco,  gli organici; l’industria li ha ridotti di 25 mila unità; gli «altri servizi» di 9 mila. Il taglio ha colpito i lavoratori alle dipendenze scesi di 34 mila unità, mentre gli indipendenti, costituiti in larga parte da partite Iva, sono cresciuti  di 16 mila unità.

L’invito a fare in fretta diventa pressante se si mettono  a confronto le «performance» del Piemonte  con quelle delle altre regioni. Solo in altre tre (Friuli Venezia Giulia, Calabria e Sardegna) l’occupazione è diminuita.  Il calo complessivo è stato  di 44 mila unità; per più di un terzo vi ha contribuito  la nostra regione. Il divario con i tassi di disoccupazione della Lombardia, del Veneto e dell’Emilia Romagna rimane attestato attorno ai 2,5 punti percentuali e non accenna a diminuire. Possiamo consolarci con la Liguria che sta peggio del Piemonte  ma è una consolazione da poco.

Un quadro più stabilizzato del mercato del lavoro in cui si ricompongono  almeno in parte gli squilibri  rilevati nei diversi trimestri  si ricava  dalla media dei dati riferiti ai primi nove mesi dell’anno. Anche in questo caso il quadro che emerge è deludente  soprattutto  se confrontato  con quello delle  altre  regioni del Nord. Da noi l’occupazione è praticamente ferma, in tendenziale ribasso (-3mila unità). Arretrano sia l’industria manifatturiera che le costruzioni, è venuto meno l’apporto del terziario mentre solo l’agricoltura mostra un buon dinamismo. In Lombardia ci sono 63 mila occupati in più; in Emilia e in Veneto 25 mila  rispettivamente.

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