Guerra in Ucraina, l’azione di pace di Papa Francesco

Vaticano – Papa Francesco ha «il cuore straziato per l’Ucraina. Tacciano le armi e si aprano corridoi umanitari. Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza ed entra in una logica diabolica». All’Angelus di domenica 27 febbraio rinnova l’appello per la pace e per la giornata di digiuno e preghiera del mercoledì delle Ceneri: «Siamo sconvolti da questa tragedia»

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Papa Francesco ha «il cuore straziato per l’Ucraina. Tacciano le armi e si aprano corridoi umanitari. Dio sta con gli operatori di pace, non con chi usa la violenza ed entra in una logica diabolica». All’Angelus di domenica 27 febbraio rinnova l’appello per la pace e per la giornata di digiuno e preghiera del 2 marzo, mercoledì delle Ceneri: «Siamo sconvolti da questa tragedia. Abbiamo pregato perché non venisse imboccata questa strada e non smettiamo di supplicare Dio più intensamente. Chi fa la guerra, dimentica l’umanità. Non guarda alla vita concreta delle persone, ma mette davanti a tutto gli interessi di parte e di potere».

Francesco all’ambasciata russa presso la Santa Sede – Non è mai successo. Come forma di evidente preoccupazione e di tacita protesta per la brutale aggressione russa all’Ucraina, Francesco venerdì 25 febbraio verso mezzogiorno va per oltre mezz’ora all’ambasciata russa presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Alexander Avdeev, in via della Conciliazione. Giunto su un’auto bianca, rimane nell’edificio per oltre mezz’ora, conferma Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa vaticana. La visita si inserisce nel costante sforzo della Santa Sede di promuovere la pace, nella speranza – scrive il segretario di Stato Pietro Parolin – «che si risparmi il mondo dalla follia e dagli orrori della guerra». Una mediazione ufficiale da parte della Santa Sede e di Francesco al momento non esiste perché non c’è consenso delle Chiese ortodosse di Ucraina e Mosca, quest’ultima molto legata a Putin. Ciò non significa che, attraverso altri canali, il Papa non faccia di tutto affinché si fermi il conflitto. L’ambasciatore Adveed commenta con i media russi: «Il Papa voleva personalmente chiedere della situazione in Donbass e Ucraina e ha espresso la sua grande preoccupazione per la situazione umanitaria e per le condizioni della popolazione. Ha esortato a prendersi cura di bambini, malati e sofferenti».

L’arcivescovo Shevchuk da Kiev: giorni terribili – L’Arcivescovo maggiore della Chiesa greco-cattolica ucraina fa arrivare la sua voce: «Nei sotterranei, nei rifugi, nelle cantine, i sacerdoti celebrano la Divina Liturgia perché non è possibile recarsi in chiesa. La Chiesa è con il suo popolo». Il Papa telefona all’arcivescovo Shevchuk: «Farò tutto quello che posso». Sul profilo Twitter @Pontifex in varie lingue, anche russo e ucraino, afferma: «Ogni guerra lascia il mondo peggiore di come lo ha trovato, è un fallimento della politica e dell’umanità, una resa vergognosa, una sconfitta delle forze del bene». Il Patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa con 200 milioni di fedeli, non nasconde la sua vicinanza al Cremlino, come sempre ha fatto la Chiesa ortodossa russa.

Tempo per il negoziato – Per il segretario di Stato Pietro Parolin «c’è ancora tempo per la buona volontà, c’è ancora spazio per il negoziato, c’è ancora posto per una saggezza che impedisca il prevalere degli interessi di parte e risparmi il mondo dagli orrori della guerra». Invita «ad astenersi da ogni azione che provochi ancora più sofferenza alle popolazioni, destabilizzi la convivenza pacifica, screditi il diritto internazionale». Per i vescovi del Mediterraneo, riuniti a Firenze, «ogni conflitto porta con sé morte e distruzione, provoca sofferenza alle popolazioni, minaccia la convivenza tra le nazioni. Si fermi la follia della guerra».

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