Le aule di catechismo della parrocchia Stimmate di San Francesco in corso Umbria angolo via Livorno a Torino, davanti al centro commerciale Ipercoop, dal 1° aprile sono diventate la casa diurna per quattro senza dimora.
La comunità ha, infatti, risposto all’appello che l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia aveva lanciato lo scorso 17 marzo alle parrocchie della diocesi invitandole ad accogliere, durante il giorno, alcuni senza tetto che non possono più accedere ai servizi diurni, chiusi per l’emergenza coronavirus.
Racconta l’esperienza il parroco don Tonino Borio.

Don Borio, come avete strutturato l’accoglienza?
Con le misure restrittive del Governo a contrasto del virus la parrocchia si è svuotata. Avendo a disposizione numerosi locali vuoti (lo scorso ottobre è stato inaugurato il nuovo oratorio su un’area di 400 metri quadri dove sorgeva l’ex cinema Umbria, ndr) come comunità abbiamo quindi deciso di accogliere l’appello dell’Arcivescovo ed ospitare persone che non hanno più un punto d’appoggio durante il giorno. Coordinano il servizio i volontari della Caritas parrocchiale e dell’associazione di volontariato «Cpmcsl» che ha sede in parrocchia. Le persone accolte possono fermarsi nei locali adibiti, presso le aule di catechismo, tutti i giorni dalle 11 alle 17. Abbiamo messo a disposizione una televisione e una macchinetta del caffè. Gli operatori Caritas si occupano di preparare un piatto caldo a pranzo e un dolce nel pomeriggio e, con le dovute distanze, dialogano con gli ospiti. I senza dimora dopo le 17 raggiungono poi i dormitori cittadini.
Ha lanciato anche lei un appello per reperire risorse a sostengo del progetto.
Sì. Premetto che in questo tempo non trasmetto sui social Messe o celebrazioni in streaming, ma invito la comunità ad usufruire di quelle del Papa o dell’Arcivescovo. Ho però utilizzato i media per raggiungere il Consiglio pastorale, i gruppi parrocchiali, i parrocchiani e gli abitanti del quartiere per informali sull’iniziativa di accoglienza e per chiedere anche un sostegno sia per offrire alcune ore di volontariato, sia per reperire generi alimentari per poter offrire il pranzo. Un appello che non ho rivolto solo per l’accoglienza dei senza dimora ma anche per le famiglie in difficoltà della parrocchia che sono aumentate nelle settimane della pandemia.

La comunità ha risposto all’appello?
Sono rimasto senza parole, arrivano numerosi aiuti tramite bonifici o attraverso borse della spesa lasciate in chiesa. Da segnalare poi l’impegno dei volontari che garantiscono un’ospitalità curata in ogni aspetto. La solidarietà è stata grande.
Quali strategie avete individuato per rimanere in contatto con i gruppi parrocchiali: catechismo, oratorio, famiglie … ?
Per quanto riguarda il catechismo ogni settimana le catechiste preparano un video che diffondono sui gruppi Whatsapp in preparazione alla domenica successiva che viene poi pubblicato sul canale You Tube «Oratoriostimmate Torino». Con i giovani dell’oratorio e le famiglie tengo, invece, costantemente i contatti attraverso videochiamate o telefonate.