Lo Russo e Cirio per il futuro di Mirafiori

Vertice – Si gioca sul futuro dello storico stabilimento torinese la partita tra istituzioni – Regione Piemonte e Comune di Torino – e i vertici di Stellantis, l’holding nata dalla fusione di Peugeot e Fca: lunedì 28 marzo tavolo tra Lo Russo, Cirio, Elkann e Tavares

196

L’ultima vestigia di un passato monumentale: Mirafiori. Si gioca sul futuro dello storico stabilimento la partita tra istituzioni – Regione Piemonte e Comune di Torino – e i vertici di Stellantis, l’holding nata dalla fusione di Peugeot e Fca. Lunedì 28 marzo alle 18, presso il Centro stile di Mirafiori, al tavolo siederanno da una parte il presidente della società John Elkann e l’amministratore delegato, il portoghese Carlos Tavares, dall’altra il presidente regionale Alberto Cirio e il sindaco Stefano Lo Russo. Non sarà un confronto-verità sulle intenzioni reali del Gruppo per Torino, ma potrebbe risultare utile a comprendere a quale prezzo (leggi risorse pubbliche locali) i vertici societari siano disponibili ad allargare le maglie di un piano che relega il complesso (sottoutilizzato, a rischio desertificazione) di Mirafiori ad elemento marginale nel complesso mosaico di Stellantis.

In seconda battuta, nel caso emergessero anche cauti spiragli di disponibilità, l’incontro potrà offrire agli attori istituzionali l’opportunità di allettare l’interlocutore con l’unico mezzo che vale di più tanti discorsi: le risorse finanziarie del Pnrr assegnate agli enti locali. Conclusione cinica, quanto pragmatica, comunque in linea con quanto è avvenuto in altri Paesi europei in cui è presente il Gruppo. Il resto è dialettica storica da salotto. La tradizione, la vocazione e l’identità industriale di Torino gelosamente conservate dalla memoria sono riservate ai libri e alle rievocazioni, elementi tuttavia estranei ad un mercato automobilistico che non concede spazio ai sentimentalismi. A controbilanciare la storia, vi è il presente: l’indotto automobilistico e la componentistica torinesi che negli ultimi decenni hanno sviluppato tecnologie e diversificazioni produttive con cui conquistare nuovi clienti, soprattutto all’estero.

Alberto Cirio e Stefano Lo Russo 

Il 1° marzo, se ne è avuta la conferma alla presentazione del piano Stellantis fino al 2030. Ad Amsterdam, l’Ad Tavares ha illustrato gli obiettivi definiti immediatamente ambiziosi nei numeri: il Gruppo prevede di raddoppiare i ricavi con un salto dai 152 miliardi del 2021 a 300 miliardi. Ma all’interno delle ambiziose pianificazioni, il ruolo di Torino – uno dei centri d’eccellenza, ma non il centro d’eccellenza dell’automobile di Stellantis – è marginale.
Lo stabilimento di Mirafiori, nella logica di un produttore che entro la fine del decennio prevede di collocare sul mercato europeo il 100 per cento di vendite di auto elettriche e il 50 per cento negli Stati Uniti, continuerà a produrre la 500 elettrica e nel 2024 due modelli con il marchio Maserati, marchio del lusso.

Oggi, la situazione torinese non è propriamente rassicurante. Mirafiori assicura occupazione a 3 mila lavoratori su due turni nella linea dedicata alla Cinquecento elettrica; una produzione di circa 300 vetture al giorno, su cui pesano però, ricorda Davide Provenzano, segretario Fim Cisl Torino, le disfunzioni nella fornitura dei semiconduttori. A singhiozzo procede, per la contrazione del mercato, la produzione Maserati, sebbene sia previsto a fine anno il lancio dei modelli Gran Cabrio e Gran Turismo. E il futuro non è roseo per le Meccaniche di corso Settembrini: i mille operai su un turno (centrale) per Panda e Cinquecento andranno in cassa integrazione ad aprile. Il corpo più nutrito, settemila dipendenti, è concentrato nella palazzina di corso Giovanni Agnelli: i «mitici» Enti centrali che assicurano progettualità e credibilità alla catena produttiva, ma su cui incombe la domanda tutt’altro che retorica «fino a quando?» rimarranno tali per quantità e qualità nella geopolitica del Gruppo. Infine, è oramai a pieno titolo su un binario morto e destinato all’archeologia industriale lo stabilimento di Grugliasco, ex Bertone, di cui ancora si ricordano le aspre battaglie sindacali per il mantenimento dell’occupazione.

Con una dose di sano realismo, non ha dunque stupito la reazione dei sindacati al piano Stellantis, giudicato insufficiente per le garanzie ai lavoratori italiani, all’interno di uno schema mediatico dove il «volare alto» internazionale di Tavares (che ha rifiutato la partecipazione del nostro governo nel Gruppo) prefigura nel medio periodo il ridimensionamento (ulteriore) degli stabilimenti del nostro Paese. Preoccupazione in parte stemperata martedì scorso dall’annuncio di Stellantis che costruirà a Termoli (Campobasso) la sua Gigafactory, la prima fabbrica di batterie italiana, dopo quelle in Francia e in Germania, in cui i governi di quei Paesi non sono rimasti muti. Anzi, hanno dato assicurazioni di sostegno economico.

Una strada perseguita e condivisa da Regione Piemonte e Comune di Torino. Non a caso, il 4 marzo scorso, l’assessore regionale alle attività produttive, Andrea Tronzano, ha convocato allo stesso tavolo le associazioni di categoria: imprenditori piccoli e grandi, artigiani. Ore di discussione da cui è emersa una traccia che farà da promemoria all’incontro del 28 marzo. Nel documento sono elencati più punti fermi che possono essere così tradotti: 1) Torino deve diventare centro mondiale di Stellantis; 2) avvio di corsi di formazione per gli imprenditori in vista della riconversione da motore termico a elettrico; 3) assicurare un ruolo a Iveco e dare impulso a commesse pubbliche; 4) investire risorse in quei settori trainanti dell’automotive; 5) assicurare gli ammortizzatori sociali per coprire l’intero periodo della transizione.

Una filosofia che a grandi linee, con i doverosi distingui sul ruolo del Comune di Torino, è stata al centro, martedì 22 marzo, di una lunga telefonata tra il sindaco Stefano Lo Russo e John Elkann. Un dialogo che continua da più sponde e da più mesi, in cui ha trovato posto ancora di recente un incontro – una sorta di pre vertice – tra lo stesso Lo Russo e il presidente Cirio con un alto dirigente di Stellantis.

Tappe di avvicinamento, mentre i sindacati monitorano da vicino la situazione e indirettamente concorrono a tenere alta la soglia d’attenzione sul futuro di Mirafiori. In questo senso, si può anche leggere il convegno della Cgil su «Mobilità sostenibile al lavoro» di venerdì 25 marzo, cui parteciperanno il commissario europeo Paolo Gentiloni e il segretario della Cgil Maurizio Landini in un dialogo ravvicinato proprio con il sindaco Stefano Lo Russo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome