Martin Lutero, 500 anni fa la scomunica

3 gennaio 1521 – Con la bolla “Decet Romanum Pontificem” di Papa Leone X il teologo che diede inizio alla Riforma protestante viene scomunicato con l’accusa di eresia

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Martin Lutero

«Esistono tante immagini di Lutero quanti sono i libri su di lui», osserva acutamente il cardinale tedesco Walter Kasper, presidente emerito del Pontificio Consiglio per l’ecumenismo: «Sono poche le personalità storiche che, anche dopo 500 anni, esercitano un fascino magnetico come Lutero». Che è il capostipite di una serie impressionante di riformatori e di scismatici, specie in campo protestante.

Il 31 ottobre 1517 il monaco tedesco Martin Lutero affigge all’ingresso della chiesa del castello e dell’università di Wittenberg, 95 tesi in latino, sulle indulgenze «De virtute indulgentiarum» nelle quali condanna gli abusi e demolisce l’autorità della Chiesa. Gli storici sconfessano questa ricostruzione. Papa Leone X il 15 giugno 1520 con la bolla «Exsurge Domine» lo minaccia di scomunica se non ritratta entro due mesi. Un Papa singolare Leone X: figlio di Lorenzo il Magnifico, a 8 anni è abate e a 14 cardinale, a 38 anni è eletto Papa ma non è neppure sacerdote. Ciò – e ben altro – dimostra come la Chiesa avesse bisogno di una riforma radicale. Dopo il «grande scisma» tra Oriente e Occidente nel 1054, il dottor Lutero scatena un grande incendio che divora la Chiesa. La bolla «Exurge, Domine» ha un afflato biblico e poetico notevole. Prende spunto dal Salmo 7: «Alzati, Signore, e giudica la tua causa. Ricordati degli insulti che gli stolti ti rivolgono ogni giorno; porgi l’orecchio alle nostre preghiere perché sono venute fuori le volpi che vogliono di­struggere la tua vigna. Alzati, Pietro, e per la cura pastorale che Dio ti ha demandato, occupati della Santa Romana Chiesa, madre di tutte le Chiese e maestra di fede, contro la quale si levano maestri di menzogna, la cui lingua è fuoco, un male inquieto pieno di veleno mortale. Alzati, Paolo, tu che hai illu­minato e illustrato la Chiesa con la tua dottrina e il tuo martirio».

Il riformatore si inserisce in un contesto storico e teologico preciso. Il 10 novembre 1483 nasce a Eisleben in Sassonia da una famiglia di contadini. All’università di Erfurt studia giurisprudenza. Sorpreso da un forte temporale, fa voto di diventare monaco agostiniano. Il 27 febbraio 1507 è ordinato sacerdote e comincia a insegnare filosofia morale e poi teologia a Wittenberg. Pubblica «Sermone sull’indul­genza e la grazia»; rifiuta di ritrattare le 95 tesi contro il «commercio delle indulgenze»; nega l’infallibilità del Papa. Nella primavera 1520 a Roma si svolge il processo contro Lutero e l’imperatore Carlo V vieta la diffusione dei suoi scritti che vengono bruciati. Il 10 dicembre 1520 l’agostiniano brucia la bolla papale e il Diritto canonico. Del 3 gennaio 1521 è la scomunica «Decet Romanum Pontificem». Spetta al braccio civile, cioè all’imperatore, arrestare l’eretico e consegnarlo a Roma. Ma Carlo d’Asburgo non può ignorare il vasto consenso che suscita. Nella Dieta di Worms (17-18 aprile 2021) Carlo V gli domanda se è disposto a ritrattare. Dopo  giorno di riflessione risponde: «Se non sarò convinto mediante le testimonianze della Scrittura e chiare motivazioni razionali – poiché non credo né al Papa né ai Concili, essendo evidente che hanno spesso errato – io sono vinto dalla mia coscienza e prigioniero della Parola di Dio. Perciò non posso né voglio ritrattare poiché non è sicuro né salutare agire contro la propria coscienza. Dio mi aiuti. Amen».

L’imperatore rispetta il salvacondotto che gli aveva concesso ma si dice deciso ad «agire contro di lui, eretico notorio». Nel maggio 1521 Lutero è messo al bando come un fuorilegge e un nemico pubblico e chiunque può ucciderlo impunemente. La Riforma è ormai inarrestabile; la scomunica non ha alcun effetto; Lutero continua a scrivere, predicare e insegnare; traduce la Bibbia in tedesco. Con un finto rapimento, il principe Federico III il Saggio di Sassonia lo salva nel  castello di Wartburg. Nel 1522 a Zurigo, Huldrich Zwingli (Ulrico Zuinglio) inizia la riforma elvetica. Lutero abbandona l’Ordine agostiniano; sposa Katharina von Bora; inizia «la guerra dei contadini» ma egli la condanna; nel 1525-29 sostiene una serie di dispute teologiche: sul «De servo arbitrio» con Erasmo da Rotterdam; sull’Eucaristia con Carlostadio, Zwingli, Ecolampadio, Bucero.

Nel 1526 una decisione di grande rilevanza storica e religiosa: il principe determina la religione del suo popolo sulla base del principio «Cuius regio, eius religio». Nel 1530 alla dieta di Augusta, Filippo Melantone presenta la «Confessione di Augusta», documento programmatico del movimento luterano: 21 articoli di fede scritti con l’aiuto di Lutero. Nel 1541 a Ginevra anche Jehan Calvin (Giovanni Calvino) mette mano a una riforma. Nel 1545-63 con il Concilio di Trento la Chiesa inizia la riscossa, detta anche «controriforma». Il 18 febbraio 1546 Lutero muore a Eisleben ed è sepolto nella chiesa del castello di Wittemberg. Il mondo cattolico intraprende il cammino ecumenico grazie al Concilio Vaticano II, ai Papi Giovanni XXIII, Paolo VI e ai loro successori. Nel 500° della nascita (1483-10 novembre-1983) Giovanni Paolo II definisce Lutero «un teologo che ha contribuito in modo sostanziale al radicale cambiamento della realtà sociale ed ecclesiale dell’Occidente».

Il 31 ottobre-1° novembre 2016 Papa Francesco va a Malmö e Lund in Svezia a commemorare i 500 anni della Riforma «per purificare il passato, lavorare nel presente, preparare il futuro». L’immagine di Lutero è più volte mutata. Per i protestanti è riformatore, padre della Chiesa protestante, alfie­re della ragione e della libertà, eroe nazionale. Per i cattolici è l’eretico, il colpevole della divisione della Chiesa occidentale, colui che chiamava il Papa «l’anticristo». Quei tempi sono passati: il dialogo è irreversibile. Un apprezzabile risultato sarebbe se i protestanti la smettessero di chiamare il vescovo di Roma «l’anticristo», come continua a fare il mondo «Wasp, White Anglo-Saxon Protestant, Bianco anglo-sassone protestante». «Gratitudine a Dio e stupore» esprime Francesco nel marzo 2017 al convegno del Pontificio Comitato di Scienze storiche «Lutero 500 anni dopo»: «Tocchiamo con mano i frutti dello Spirito Santo. Non molto tempo fa un convegno del genere sarebbe stato impensabile». Bergoglio parla di «ricerca di comunione» e di «opportunità nel guardare insieme ciò che accadde, perché approfondire la figura di Lutero e la sua critica alla Chiesa del suo tempo e al papato contribuiscono a superare il clima di sfiducia e rivalità che per troppo tempo ha caratterizzato i rapporti tra cattolici e protestanti. Lo studio attento e rigoroso, libero da pregiudizi e polemiche ideologiche, permette alle Chiese di discernere e assumere quanto di positivo e legittimo vi è stato nella Riforma e di prendere le distanze da errori, esagerazioni e fallimenti, riconoscendo i peccati che hanno portato alla divisione. Non si può cambiare il passato, ma è possibile purificare la memoria, senza il rancore che deforma. Siamo chiamati a liberarci da pregiudizi verso la fede che gli altri professano, a scambiarci il perdono per le colpe commesse dai padri e invocare da Dio riconciliazione e unità».

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