Il cantiere infinito per il prolungamento della linea 1 della metropolitana di Torino da Lingotto a piazza Bengasi (nemmeno due chilometri e sole due stazioni, «Italia ‘61» e «Bengasi»), durato dieci anni, vede la luce in fondo al tunnel con l’annuncio dell’apertura della tratta in primavera.
La certamente buona notizia, decantata già dallo scorso autunno dal sindaco Chiara Appendino e dall’assessore ai Trasporti Maria Lapietra, non fa, però, tirare un sospiro di sollievo ai commercianti e ai residenti della zona che per un decennio hanno subìto pesanti disagi per la presenza dei lavori interrotti più volte e ripresi a singhiozzo.
L’entrata in funzione della nuova tratta del metrò, che in pochi minuti collegherà l’area sud di Torino al centro città, cozza, infatti, con la notizia, confermata dall’amministrazione comunale, per cui al momento non sono previsti lavori di risistemazione del manto stradale in seguito alla rimozione del decennale cantiere lungo via Nizza. Un altro colpo inferto ad un quartiere in completa trasformazione che ha sopportato le difficoltà in vista di un rilancio che, non solo a causa della pandemia, si intravede sempre più lontano. C’è ancora incertezza anche sul termine dei lavori del grattacielo della Regione Piemonte, partiti nel 2011.
«Non basta l’avvio della metropolitana per rilanciare il quartiere», evidenzia il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca, «via Nizza e piazza Bengasi vanno restituite al territorio in modo dignitoso. Ci aspettiamo che la Città intervenga, o direttamente o attraverso la società Infra-To, nella risistemazione stradale non dopo l’inaugurazione del metrò, ma nel prossimo mese. Non è possibile aprire altri cantieri dopo l’avvio di un’infrastruttura che doveva essere consegnata quattro anni e mezzo fa».
Per il presidente Ricca sul tavolo c’è anche l’urgenza di un piano di viabilità per gestire i
nuovi flussi veicolari che arriveranno dalla rotonda Maroncelli per parcheggiare in piazza Bengasi e proseguire con il metrò. L’assessore Lapietra ha assicurato i cittadini «che la strada lungo via Nizza in un modo o nell’altro sarà sistemata. E se il nuovo Governo confermerà gli stanziamenti per trasporti e infrastrutture, i lavori potranno partire in tempi ragionevoli».
Anche la parrocchia Assunzione di Maria Vergine al fondo di via Nizza, che negli ultimi anni ha partecipato al Tavolo di cantiere, si interroga sullo sviluppo del quartiere dopo gli slogan dei maxi-progetti annunciati negli ultimi 20 anni. «Ritengo in primo luogo», sottolinea il parroco don Geppe Coha, «che sia fondamentale garantire ai cittadini l’accesso ad un’informazione pubblica precisa. Da troppo tempo si naviga nell’incertezza sugli interventi da effettuare». Per don Coha è necessaria una restituzione ad un quartiere che ha sofferto, in particolare il settore commercio, per tante promesse disilluse. Ci aspettiamo anche risposte in merito all’area del Palazzo del Lavoro che da decenni attende un rilancio a beneficio del territorio e della città».
La comunità guidata da don Coha sta andando avanti con il progetto di completa riqualificazione dell’area di 5 mila metri quadri dove sorge il vecchio oratorio, di proprietà della parrocchia, in via Valenza 46, davanti al grattacielo e alla fermata della metro Italia ‘61. Nell’ampia area, secondo il progetto in divenire, troveranno posto un centro diurno per ragazzi autistici, spazi polifunzionali per le attività pastorali e di aggregazione aperte al territorio.