Le isole greche di Lesbo e Chio al centro di una nuova crisi umanitaria. Migliaia di rifugiati e migranti in fuga verso l’Europa. Si aggrava di ora in ora l’emergenza al confine con la Turchia, dopo che il presidente turco Erdogan, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, ha annunciato l’apertura delle frontiere con la Grecia e la Bulgaria. La frontiera greca però rimane blindata e si prepara a respingere i profughi. A Lesbo, dove i campi di accoglienza sono già gravemente sovraffollati, si registrano scontri e aggressioni nel tentativo di impedire gli sbarchi in arrivo dalla Turchia.
«La pressione di questa massa di povera gente è enorme», ha detto mons. Sevastianos Rossolatos, arcivescovo di Atene e presidente della Conferenza episcopale di Grecia, rispondendo all’Agenzia Sir. «I rifugiati – afferma – si scontrano da un lato con le Forze greche che cercano di impedire loro l’ingresso nel nostro Paese e dall’altro con quelle turche che invece li spingono, anche con la forza, ad entrare dopo averli portati a ridosso dei nostri confini. Vivono in condizioni disperate, dormono all’aperto e non hanno nessun aiuto».
Intanto la Grecia ha annunciato il blocco di tutte le domande di asilo per il mese prossimo. «I confini della Grecia sono i confini dell’Europa. Li proteggeremo», ha detto il Primo ministro greco, che ha annunciato una visita, martedì 3 marzo, al confine di Evros con la Turchia, con il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e della Commissione europea Ursula von der Leyen. Il commissario Ue per l’immigrazione, Margaritis Schinas, ha chiesto alla presidenza di turno croata dell’Ue di convocare urgentemente una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Interno per discutere dalla situazione con la Turchia.
La decisione del presidente turco Erdogan è arrivata dopo che una trentina di soldati sono stati uccisi nella provincia di Idlib, nel Nord della Siria, la scorsa settimana. Un’arma per costringere Washington e Bruxelles a ‘intervenire’ nella battaglia di Idlib contro il governo di Damasco, sostenuto da Russia e Iran. La Turchia ospita 3,7 milioni di rifugiati, non solo siriani, ma anche provenienti da altri paesi del Medio Oriente, come Iraq e Afghanistan. Gli occhi adesso sono puntati sul confronto tra Erdogan e Putin, previsto la prossima settimana.
Papa Francesco, preoccupato per le popolazioni colpite dalle guerre e costrette ad emigrare, all’Angelus di domenica ha ricordato «i tanti uomini, donne e bambini cacciati via a causa dei conflitti, i tanti migranti nel mondo che chiedono aiuto e rifugio». In questi giorni, ha detto Bergoglio, la situazione «è diventata molto forte: preghiamo per loro».