Minori fragili, vittime silenziose della pandemia

Petizione – Il contagio ha congelato tutti i provvedimenti di affido. L’associazione nazionale famiglie adottive (Anfa) e la Procura per i Minorenni del Piemonte lanciano l’appello per un decreto urgente per i bambini

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Tra le «vittime» silenziose dell’isolamento provocato dall’emergenza coronavirus  ci sono i minori più fragili: in Italia sono  91.200 in carico ai servizi sociali e un milione 260 mila vivono in condizioni di povertà assoluta. Tra questi centinaia sono vittime di maltrattamenti, violenze ad abusi e, in questo tempo sospeso in cui i Tribunali per evitare il pericolo dei contagi non possono intervenire per mettere in atto provvedimenti di allontanamento dalle famiglie, affidi  o trasferimenti in comunità, essere costretti a vivere con i propri genitori può diventare un tormento che si assomma ad dramma quotidiano di bambini e ragazzini la cui unica colpa è essere nati in «culle sbagliate».

Per questo motivo, all’indomani dello scoppio dell’emergenza Covid-19epidemia, le associazioni che in Italia si occupano di tutela di minori in difficoltà tra cui l’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) che ha sede a Torino e decine di professionisti e docenti universitari, hanno stilato un documento con cui chiedono urgentemente al Governo tra le misure di urgenza nel periodo di isolamento per coronavirus un «decreto bambini per l’istituire una «task force immediata e misure di protezione per i minori più fragili». Mentre scriviamo (mercoledì 25 marzo) le associazioni hanno comunicato che il documento è diventato una petizione sul sito Change.org a cui le associazioni invitano  tutti i cittadini ad apporre la propria firma all’indirizzo:  http://chng.it/P99BVt2tpQ

«Le nostre preoccupazioni in questi giorni» spiega Frida Tonizzo dell’Anfaa – l’associazione nei giorni scorsi si è rivolta alla Garante nazionale per l’Infanzia e l’Adolescenza Filomena Albano per sollecitare un intervento urgente – «sono prioritariamente rivolti a quei bambini che vivono in famiglie in cui subiscono abusi e maltrattamenti, dove non arrivano l’attenzione e gli interventi di operatori sociali, ora molto limitati se non assenti: bambini costretti a stare in casa tutto il giorno, che non vanno a scuola da oltre 15 giorni e non si sa quando ci torneranno, che non frequentano più centri o oratori. Bambini cui viene a mancare una rete di protezione e quindi l’attivazione di interventi diretti alla loro tutela. Bambini abbandonati a loro stessi in balia di adulti non in grado di accudirli o peggio violenti». Tonizzo aggiunge che la crisi economica generata dall’emergenza è destinata a peggiorare la povertà delle famiglie fragili con figli minorenni con inevitabili ricadute negative sui minori. Le associazioni, preoccupate anche dalla chiusura delle scuole che fungevano da controllo per segnalare situazioni di abuso o degrado, chiedono al Governo «misure urgenti per andare incontro alle esigenze di protezione e per assicurare i diritti di tutti i bambini e i ragazzi, mettendo nelle condizioni i servizi sociali, scolastici, educativi e  formativi  di poter intervenire – con strumenti appropriati e con il coinvolgimento ove necessario della magistratura minorile – in tutte le situazioni di rischio in tutte quelle legate ai diritti dei minorenni». L’Anfaa segnala inoltre che in seguito alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Decreto «Cura Italia», possono usufruire del congedo nei periodi indicati uno dei genitori affidatari solo se entrambi lavoratori o  dall’affidatario/a se è persona singola. Per maggiori informazioni si può consultare il sito dell’Inps o rivolgersi all’Anfaa (segreteria@anfaa.it)

La preoccupazione per le maglie allentate del controllo sui minori a rischio a causa delle misure per evitare il contagio sono condivise anche da Emma Avezzù, Procuratore per i minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta: «In questi giorni ricevo tante segnalazioni di richiesta di aiuto da parte degli operatori: l’impossibilità per le famiglie di incontrare i ragazzi in carico alle comunità è stata ovviata in qualche modo incrementando, grazie agli educatori e agli operatori, i contatti telefonici e con i social in modo che i ragazzi non debbano patire troppo il distacco con le famiglie che non possono più accedere alle comunità» segnala il Procuratore. «Rimane la difficoltà in questo momento di sospensione dell’attività giudiziaria di non poter mettere in atto nessun provvedimento già firmato di affido dei minori nelle famiglie disponibili all’accoglienza  e nelle comunità per via delle misure per evitare il contagio.  E così siamo costretti a rischiare che i minori che vivono in un contesto di violenza famigliare o di degrado fisico e psichico debbano soffrire ancora. Senza pensare all’angoscia di bambini e ragazzi di cui non abbiamo alcuna segnalazione».

Il Procuratore auspica che al più presto il Governo istituisca una unità di crisi per affrontare il problema e che si individuino delle strutture idonee dove si possa garantire l’isolamento dal contagio per accogliere i ragazzini per eseguire i provvedimenti di allontanamento dalle famiglie problematiche già autorizzati dal Tribunale. Il coronavirus per i minori meno fortunati non può diventare una doppia condanna.

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