
Sono arrivati nei giorni scorsi a Tortona, a bordo di un pullman messo a disposizione dalla Fondazione Ferrero, 42 persone in fuga dall’Ucraina, tra cui 18 minori. Alla missione, organizzata dalla Misericordia Santa Chiara di Alba ha partecipato – con due volontari di Alba e tre della sede di Tortona tra cui un’infermiera di area critica e una psicologa – Alessia Ponchia, assistente sociale torinese dell’Asproc, l’Associazione assistenti sociali per la Protezione Civile, che fin dall’inizio della guerra in Ucraina opera a supporto dell’emergenza partecipando con i propri volontari alle spedizioni umanitarie.
«Abbiamo raggiunto Varsavia grazie alla Caritas, alle ong locali e a Mara Bottone, avvocato italiano che lavora in Polonia in contatto con la nunziatura apostolica e che si sta prodigando per l’accoglienza dei rifugiati fuggiti dall’Ucraina che riescono a raggiungere tra mille difficoltà la stazione ferroviaria della capitale polacca» racconta Ponchia «Qui viene organizzata l’accoglienza degli sfollati: chi può comprarsi un biglietto tenta di raggiungere in treno Berlino, meta agognata dai profughi, altri chiedono di venire in Italia ma molti non vogliono lasciare la Polonia e sperano di tornare in Ucraina al più presto appena la guerra finisce».
Tra i 18 minori giunti in Piemonte, un bimbo di 16 mesi e gli altri fino ai 7 anni con le loro mamme, alcuni anziani (gli uomini dai 18 ai 60 anni non possono lasciare l’Ucraina per partecipare alla difesa del Paese). Dopo gli opportuni controlli sanitari vista la situazione pandemica, rifocillati e consegnati alcuni giochi ai bimbi, prima di partire i rifugiati sono stati salutati dal nunzio apostolico, mons. Salvatore Pennacchio. Giunti nella sede della Misericordia di Tortona sono stati accompagnati a Savona, Benevento e Bergamo dove vivono amici e parenti disposti ad ospitarli.
Alessia Ponchia, insegnante e assistente sociale, una figlia e con alle spalle esperienze di affido famigliare, in partenza per Varsavia per un’altra missione dell’Asproc – sottolinea l’urgenza di regolamentare soprattutto l’accoglienza dei minori non accompagnati che provengono dall’Ucraina, anche per evitare che i trafficanti di esseri umani si mettano all’opera, come da più parti viene segnalato.
«L’esperienza di questo viaggio mi ha fatto toccare con mano la fragilità e la necessità di accogliere i minori ma anche le madri in condizioni di sicurezza e di sostegno psicologico per cercare di superare il trauma della guerra, dell’abbandono dei famigliari e di una vita interrotta con la violenza» prosegue «D’altra parte è lodevole la gara di solidarietà di tante famiglie che, spinte dall’emotività, si sono date disponibili ad accogliere minori soli o con le mamma ma, per non creare false attese per entrambe le parti, è necessario – sebbene i tempi per organizzare le procedure siano stati brevi – che il censimento delle famiglie disponibili venga fatto dalle autorità competenti.
L’accoglienza deve avvenire in sicurezza in famiglie o in strutture idonee e con operatori e adulti di riferimento che abbiano esperienza in con questo tipo di emergenze». Come ha richiamato di recente anche Emma Avezzù, procuratore dei Minorenni del Piemonte e della Valle d’Aosta, l’assistente sociale sottolinea come l’improvvisazione in questo campo, sebbene spinta da buona volontà, non favorisca chi sta soffrendo lo strazio della guerra e della perdita degli affetti.
«Per questo condividiamo l’appello dell’ Aimf (Associazione Italiana dei Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia) che le Autorità giudiziarie minorili forniscano i dati di tutti i minori ucraini non accompagnati sul nostro territorio ai ministeri dell’Interno, del Lavoro e delle politiche sociali per il tracciamento delle presenza e la nomina di tutor», conclude Alessia Ponchia, «e le direttive che finalmente la Regione in questi giorni ha inviato a tutte le famiglie che hanno dato disponibilità all’accoglienza, invitandole ad attendere le disposizioni delle autorità competenti per garantire, soprattutto ai minori, ospitalità preparata e consapevole».