Il futuro di Mirafiori al centro dell’incontro svoltosi ieri – venerdì 29 luglio – nella Sala della Congregazioni a Palazzo di Città. Da un lato i vertici italiani di Stellantis che hanno rassicurato tutti sull’investimento da due miliardi di euro sul sito, dall’altra la politica e i sindacati che chiedono garanzie, anche in vista dell’incontro con Tavares previsto il prossimo 20 settembre. Per Davide Provenzano, segretario generale Fim Torino-Canavese “continuano le uscite ma noi continuiamo a chiedere assunzioni” mentre la Cgil auspica che Torino “diventi un laboratorio della riconversione della manodopera”.
Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, ha posto l’accento sulla competitività che Torino e Piemonte possono garantire con Stellantis, puntando a essere un “punto di riferimento del recupero e del riciclo”. Per Stefano Lo Russo, sindaco di Torino, la città “si candida a essere il polo della ‘Circular Economy’ nella prospettiva della transizione ecologica in atto”.
Insomma un futuro dell’automotive senza più produzione di nuove auto?
Oggetto di attenzione anche gli ex spazi industriali Mirafiori inutilizzati. Sul loro futuro Lo Russo ha spiegato che la Città può agire attraverso la leva urbanistica e che è in corso “la fase progettuale relativa all’ipotesi di riconversione a uso industriale di quelle aree che saranno lasciate libere a seguito dei cambiamenti tecnologici: in tale ottica – ha evidenziato il sindaco – le energie rinnovabili e la ‘Circular economy’, cioè il riciclo delle auto usate, rappresentano una interessante e concreta prospettiva per il loro futuro utilizzo”. A livello produttivo, la fabbrica torinese continuerà sulla strada dell’elettrificazione con ad esempio la Cinquecento elettrica che sarà presto esportata anche negli Stati Uniti.
Mentre a Palazzo di città i vertici di Stellantis promettono che Torino e Mirafiori faranno parte del progetto di rilancio del gruppo in Italia, inquieta la notizia di oggi (sabato 30 luglio?) dove si annuncia che Exor, la cassaforte della famiglia Agnelli-Elkann-Nasi lascia definitivamente l’Italia e trasloca dalla Borse di Milano a quella di Amsterdam. Dopo la sede legale trasferita nel 2016 da Torino nella capitale Olandese, il consiglio di amministrazione della società che controlla Stellantis, Ferrari, Cnh Industrial, Gedi, Iveco e Juventus ha approvato il trasferimento della quotazione dei titoli da Piazza Affari a Euronext Amsterdam.
Vedremo alla ripresa in autunno – che si prospetta molto caldo tra occupazione ed inflazione – se quest’ennesimo trasloco non provocherà ricadute sul “promesso” rilancio di Mirafiori e degli stabilimenti Stellantis in Italia. L’incontro dell’ad Tavares in programma a Torino a settembre potrebbe fare un po’ di luce sul progressivo abbandono dell’Italia della cassaforte degli Agnelli.