Covid-19, mondiale ingiustizia sui vaccini

Tagliati fuori i Paesi poveri – Drammatici squilibri nel pianeta, che non potrà sconfiggere la pandemia se non si farà carico di tutti i popoli. Nell’era della globalizzazione o ci si salva tutti, o nessuno. Cova confida di consegnare due milioni di dosi entro l’anno. Fondamentali la solidarietà e l’autodifesa: ogni giorno perduto è un’occasione per le varianti

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O ci salva tutti, o nessuno. Del resto, a voler essere egoisti fino in fondo, proteggere, prevenire, curare solo (o principalmente) i Paesi ricchi sarà impresa quasi impossibile. Spunta un focolaio di virus-varianti in Bangladesh? Domani lo ritroviamo a Londra. Dall’India all’Italia il passo è breve, quando si tratta di virus pandemici. E così via. Di fronte alle tragedie attuali, sta passando questo messaggio tra esperti, organizzazioni umanitarie, enti scientifici e i governi più avveduti: l’aiuto a chi non ce la fa, non è solamente espressione di solidarietà, ma anche autodifesa. I confini fisici ed economici tra le nazioni, non filtrano gli agenti patogeni. Non solamente: colpiscono al cuore anche le economie dei Paesi sviluppati, che han molto da perdere, e di conseguenza dunque stenteranno a far beneficenza.

Comunque un principio: il virus Sars-Cov-2 si diffonde come l’aria e come l’acqua, senza confini. Anche le contromisure sanitarie dovranno, devono essere condivise. Attualmente i vaccini disponibili – AstraZeneca, che oggi si chiama Vaxzevria, e poi Pfizer-Biontech, Moderna, Johnson&Johnson, Sputnik V, Sinovac, Sinofarm – vanno in larga parte ai Paesi ricchi, oppure con popolazioni molto numerose. (…)

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