L’arcivescovo di Torino mons. Cesare Nosiglia celebra il 50° di sacerdozio. «La Voce e il Tempo» giustamente titola l’intervista di Marco Bonatti all’arcivescovo «Divenni prete nel cuore del Sessantotto»: fu ordinato il 29 giugno 1968.
È un ligure-piemontese, esperto di catechesi, giovani ed educazione, scuola e università, con importanti esperienze pastorali alle spalle in una grande città e in una diocesi media. Dopo tre arcivescovi nati fuori del Piemonte – Anastasio Alberto Ballestrero a Genova, Giovanni Saldarini a Cantù (Milano), Severino Poletto a Salgareda (Treviso) – Cesare Nosiglia è nato il 5 ottobre 1944 a Rossiglione, 3 mila abitanti in Valle Stura, provincia di Genova e diocesi di Acqui Terme. A Rossiglione era sfollata la famiglia, originaria di Campo Ligure. «Fin da ragazzo, alla scuola delle Figlie di Maria Ausiliatrice, ho imparato ad amare San Giovanni Bosco» ricorda.
Ad Acqui compie gli studi seminaristici e dall’ottobre 1964 segue la propedeutica alla Teologia nel Seminario maggiore di Rivoli. Assistente di quel corso è un prete giovanissimo, nato a Savigliano nel 1941 e ordinato in quello stesso 1964: è mons. Guido Fiandino, che Nosiglia avrà come vicario generale e vescovo ausiliare arrivando a Torino. Ordinato il 29 giugno 1968 da mons. Giuseppe dell’Olmo – torinese di nascita, parroco di Settimo Torinese e vescovo di Acqui (1943-1976) – trascorre l’estate 1968 come collaboratore nella parrocchia dei Santi Pietro e Paolo di Santena. Il vescovo lo manda a Roma per gli studi: licenza in Teologia alla Pontificia Università Lateranense e in Sacra Scrittura al Pontificio Istituto Biblico quando professore e rettore era il gesuita torinese Carlo Maria Martini (1969-1978).
Addetto all’Ufficio Catechistico nazionale della Cei (1971-1983), vicedirettore (1983-1986) e direttore (1986-1991); docente di Teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo (1978-1980).
Uno dei più originali e creativi frutti del Vaticano II è «Il catechismo per la vita cristiana», con il prezioso documento-base e i nuovi catechismi. Un lavoro che coinvolge numerosi vescovi, sacerdoti, operatori pastorali, catechist: «Il rinnovamento della catechesi» (1970); «Il catechismo dei bambini» (1973); «Il catechismo dei fanciulli» in tre volumi: «Io sono con voi» (1974), «Venite con me» (1975), «Sarete miei testimoni» (1976); «Il catechismo dei ragazzi» in due volumi «Vi ho chiamato amici» e «Io ho scelto voi» (1982); «Il catechismo dei giovani. Non di solo pane» (1979); «Il catechismo degli adulti. Signore, da chi andremo?» (1981).
Don Nosiglia ha un ruolo attivo nella stesura, nella verifica, nel rifacimento dei testi. Per vent’anni (1971-1991) lavora nell’Ufficio Catechistico diretto da mons. Aldo Del Monte, poi amministratore apostolico di Acqui e quindi vescovo di Novara, e da mons. Caporello e collabora così con tre presidenti Cei (i cardinali Antonio Poma, Ballestrero, Ugo Poletti), con quattro segretari generali (Enrico Bartoletti, Luigi Maverna, Egidio Caporello, Camillo Ruini) e con la Commissione per la dottrina della fede, la catechesi e la cultura.
Al termine di una complessa verifica, nel 1991 sono pubblicati i quattro volumi del «Catechismo per l’iniziazione dei fanciulli e dei ragazzi» – «Io sono con voi; Venite con me; Sarete miei testimoni; Vi ho chiamato amici» – accompagnati da una «Nota per l’accoglienza e l’utilizzazione della catechismo Cei»; 1992 è il Catechismo dei bambini; 1993 il Catechismo dei giovani «Io ho scelto voi»; 1995 il Catechismo degli adulti «La verità vi farà liberi». Nosiglia è anche l’organizzatore del primo convegno nazionale dei catechisti a Roma (23-25 aprile 1988) «Catechisti per una Chiesa missionaria» del quale nell’introduzione fissa contenuti e obiettivi: oltre 30 mila, su 300 mila, invadono piazza San Pietro per l’incontro con Giovanni Paolo II.
Camillo Ruini, segretario e poi presidente della Cei e vicario di Roma, apprezza molto l’intelligenza, il lavoro e la prontezza di quel sacerdote. E così il 6 luglio 1991 è nominato vescovo ausiliare di Roma per il Settore Ovest, per la catechesi e la scuola. Riceve l’ordinazione in San Giovanni in Laterano il 14 settembre da Ruini: conconsacranti i due pastori di Acqui, Aldo Del Monte e Livio Maritano. Al Sinodo della diocesi di Roma (1986-1993) è relatore generale e presidente della Commissione post-sinodale. Il 19 luglio 1996 è nominato vicegerente di Roma. In questo incarico è preceduto da due altri piemontesi: il novarese di Omegna Ugo Poletti (1969-1973), poi vicario di Roma e l’alessandrino di Castelspina Giovanni Canestri (1975-1984), poi arcivescovo di Genova.
In ambito Cei, Nosiglia ricopre molti uffici elettivi: membro della Commissione per la dottrina della fede e la catechesi (1992-1999); segretario della Commissione per l’educazione cattolica, la scuola e l’università (1995-2000) e presidente della stessa (2000-2005). Nel Giubileo del 2000 è vicepresidente della Commissione pastorale-missionaria del Comitato centrale e presidente del Comitato per la Giornata mondiale della gioventù. Nel 2010-2015 è vicepresidente Cei per il Nord Italia, carica ricoperta anche dal suo predecessore Bellestrero, che fu vicepresidente per un solo anno, dal 25 maggio 1978 al 18 maggio 1979, giorno nel quale Giovanni Paolo II comunicò di avere scelto Ballestrero come presidente della Cei, dove succedeva al cardinale Antonio Poma. Nosiglia è stato anche presidente del Consiglio nazionale della scuola cattolica, presidente dell’Organismo internazionale dell’educazione cattolica (Oiec, 1998-2002), delegato del Consiglio delle Conferenze episcopali d’Europa per la catechesi e l’università.
Dal 6 ottobre 2003 è stato vescovo di Vicenza, con ingresso il 30 novembre. L’11 ottobre 2010, a 66 anni, nella festa del beato Papa Giovanni XXIII e nel 48° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, Benedetto XVI lo nomina arcivescovo di Torino e, dopo 42 anni di assenza, torna in Piemonte. Il 5 ottobre 2019 mons. Nosiglia compirà 75 anni.