Mons. Repole “scelto” per meriti teologici

Nuovo Arcivescovo – Scelto per meriti teologici. Il decreto, firmato il 19 febbraio 2022 da Papa Francesco, nomina Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa don Roberto Repole: «Abbiamo pensato a te, diletto figlio che, grazie ai meriti acquisiti nell’insegnamento della Sacra Teologia, appari provvisto di doti pastorali e umane, insieme alla dottrina e all’abilità nel comunicarla, che ti rendono adatto a svolgere un così grande compito»

404
Mons. Roberto Repole

Scelto per meriti teologici. Il decreto, firmato il 19 febbraio 2022 da Papa Francesco, nomina arcivescovo di Torino e vescovo di Susa don Roberto Repole: «Abbiamo pensato a te, diletto figlio che, grazie ai meriti acquisiti nell’insegnamento della Sacra Teologia, appari provvisto di doti pastorali e umane, insieme alla dottrina e all’abilità nel comunicarla, che ti rendono adatto a svolgere un così grande compito».

La teologia è stata gran parte nella sua esperienza ed è stato presidente dell’Associazione teologica italiana per 8 anni (2011-2019). Cinquant’anni fa, sulla spinta del Concilio vaticano II (1962-65) dal 2 al 5 gennaio 1967, a Napoli nella Casa di esercizi «Sant’Ignazio» dei Gesuiti a Cappella Cangiani, si riunirono per la prima volta i teologi dogmatici – l’avevano già fatto biblisti e moralisti – e fondarono l’Ati «con lo scopo principale di sviluppare la cultura teologica in Italia, sia quanto alla ricerca, sia quanto alla diffusione».

Il congresso nazionale svolto ad Alpignano (Torino) il 29 agosto-2 settembre 2011, ha eletto don Repole, il più giovane presidente nella storia dell’Associazione. Un  passaggio di consegne dal torinese di Cafasse mons. Piero Coda, esponente di spicco del Movimento dei Focolari, al torinese don Roberto Repole. Altra novità fu la nomina alla vicepresidenza della teologa fiorentina Serena Noceti. L’Ati raccoglie 320 teologi (240 preti e i restanti laici e donne) e un centinaio partecipava al congresso di Alpignano: «Con una votazione unanime l’assemblea ha dato un segno forte di profonda continuità con il lavoro condotto dal Consiglio di presidenza, dove don Repole si è fatto apprezzare per competenza teologica e capacità di dialogo. La scelta è il frutto maturo di un lavoro di collaborazione ed esprime una chiara volontà di guardare con coraggio al futuro».

L’incontro con Papa Francesco, il 29 dicembre 2017, è punto più alto della presidenza-Repole e dei 50 anni dell’Associazione: «Abbiamo svolto e continuiamo a svolgere il nostro lavoro con l’intenzione di essere semplicemente parte del popolo di Dio e di servire, per quel che ci compete, la fede di questo popolo».

Roberto Repole, nato a Torino il 29 gennaio 1967, cresciuto a Druento e Givoletto, ordinato sacerdote dal cardinale Giovanni Saldarini il 13 giugno 1992, ha avuto tra i suoi docenti don Franco Ardusso (1935-2005), grande teologo della scuola torinese, al quale don Repole e il vicario generale mons. Valter Danna hanno dedicato il volume «La fede provata» (Effatà), che raccoglie gli ultimi scritti di don Ardusso. Di questa scuola teologica fece parte anche il grande don Giovanni Maria Rolando. Viceparroco a Gesù Redentore (1992-96) e collaboratore parrocchiale del SS. Nome di Mari; collaboratore della parrocchia Santa Maria della Stella a Druento; canonico di San Lorenzo; coordinatore della pastorale universitaria; membro della Commissione ecumenica; assistente del Movimento ecclesiale d’impegno culturale (Meic); membro del Consiglio Pastorale diocesano e del Consiglio Presbiterale. Soprattutto docente alla Facoltà Teologica e all’Istituto superiore di Scienze religiose,

«Il teologo è uno che fa il professore perché un Altro è morto in croce per lui». Lo diceva, non senza malizia, Soren Kierkegaard, che in cattedra non salì mai. Nel pensiero di don Repole, il «mestiere di teologo» è meno appartato e distante dalla vita e dall’attualità di quanto fosse ai tempi del filosofo danese. Non c’è solo vita accademica e ricerca, in chi studia «la scienza di Dio», ma anche un’attenzione a non perdere di vista i «segni dei tempi» e una disponibilità a ricercare le verità della vita con tutti i «compagni di viaggio» che si mettono onestamente in dialogo.

I teologi nel 2011 celebrarono il 22° congresso a Torino per il 150° (1861-2011) dell’unità d’Italia. Il tema del congresso «Eucaristia e Logos. Un legame propizio fra la teologia e la Chiesa» è ricco di implicazioni e significati. Spiega don Repole: «Parlare di Eucaristia e Logos significa riflettere su Gesù Cristo stesso, la Parola di Dio che diventa carne. E dunque ci proponiamo un confronto approfondito, per esempio sul tema del corpo. Oggi c’è quasi un “culto” per il corpo, la sua bellezza, le cure che richiede. Fitness, body building, palestra, prodotti, alimentazione: questa attenzione rischia di farci dimenticare il corpo della sofferenza, i problemi materiali prima ancora che etici che coinvolgono ogni persona di fronte alla propria esistenza e alla morte. Allo stesso modo si parla di eros e di sessualità, e non solo per smentire la fama sessuofobica della Chiesa cattolica».

In Italia la fede cattolica deve confrontarsi con altre confessioni religiose e con le «religioni fai da te» che cercano il «sacro della vita» attraverso percorsi non sempre culturalmente verificati. Serve indagare lo «spazio» dei cristiani, abituati a pensarsi come maggioranza e che invece devono fare i conti con la condizione ben diversa di «piccolo gregge».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento!
Inserisci il tuo nome