«Sulla situazione della movida selvaggia nel quartiere Vanchiglia registriamo un peggioramento che preoccupa, soprattutto perché a vista d’occhio si è abbassata l’età media dei ‘giovani della notte’, per la maggior parte minorenni che fanno abuso di alcol e di sostanze stupefacenti, spesso senza consapevolezza sulle conseguenze». A lanciare l’allarme è il parroco di Santa Giulia don Gianluca Attanasio, della fraternità di San Carlo.
A distanza di oltre un anno dal cambio di rotta sul problema della movida da parte della Giunta Lo Russo, gli abitanti del quartiere non hanno registrato significativi miglioramenti. Il disagio diminuisce lievemente d’inverno, a causa del freddo, ma resta il problema dello sballo senza freni dei ragazzi e dei giovani.

«Si tratta di un problema sociale divenuto ormai di enorme portata», prosegue don Attanasio, «un problema che non può essere risolto solo dal sindaco, dalle istituzioni o dalle forze dell’ordine, sebbene sia fondamentale un lavoro di squadra con il territorio». Un allarme educativo confermato da drammatici fatti di cronaca che rappresentano la punta dell’iceberg. «Gli adolescenti oggi», osserva il parroco di Santa Giulia, «non vengono introdotti ad un significato del vivere, ad una vita comune perché sono lobotomizzati dalle nuove tecnologie, vedono davanti a sé un futuro incerto da un punto di vista economico e lavorativo. Tutti fattori che creano nei giovani una percezione di disistima e di inutilità che poi sfocia nello sballo, nel vagare da un bar all’altro».
La parrocchia nel cuore di Vanchiglia cerca di dare una risposta a questa situazione allarmante spalancando le porte a bambini, ragazzi, giovani e famiglie e proponendo momenti di vita comune in cui crescere insieme.
«Penso sia importante recepire la gravità del fenomeno della movida senza limiti», evidenzia don Attanasio, «e rispondere con una proposta costruttiva di comunità dove ci siano dei padri e delle madri spirituali, delle figure adulte che possano aiutare i ragazzi a scoprire che hanno un compito nella vita e che la vita è bella e ha un significato positivo».
L’oratorio che si affaccia sulla piazza della movida e dello sballo è «Casa Santa Giulia»: «ai ragazzi delle superiori», sottolinea il viceparroco don Paolo Pietroluongo, della fraternità di San Carlo, «semplicemente proponiamo una vita insieme; gli adolescenti, nella fluidità in cui vivono, hanno bisogno di quattro mura stabili, di un punto di riferimento dove trovare qualcuno pronto ad accoglierli».
A Santa Giulia ogni settimana passano circa 150 ragazzi delle superiori fra cui oltre 100 sono impegnati in attività di servizio. In particolare la parrocchia ha stipulato un patto con due licei del territorio, il Liceo Passoni e il Liceo Spinelli, grazie a cui gli studenti, dopo l’orario scolastico, possono prestare servizio nelle attività della Caritas parrocchiale o nel doposcuola dell’oratorio con i ragazzi delle medie. Hanno aderito in totale 80 allievi. «Dobbiamo offrire delle responsabilità ai ragazzi», evidenzia il viceparroco, «in modo che si sentano utili e presi sul serio. Gli studenti non prestano solo servizio accanto agli adulti ma sono divenuti motore e protagonisti delle attività in cui si impegnano».

Il venerdì e il sabato l’oratorio resta aperto anche alla sera con diverse proposte educative e di aggregazione. «I ragazzi ora iniziano ad invitare i loro coetanei», prosegue don Paolo, «che sono sulla piazza pe il divertimento notturno: da lì lanciano delle domande, cercano luoghi in cui qualcuno li prenda sul serio, in sui possano esprimersi».
Santa Giulia propone serate insieme, una volta alla settimana, anche per i bambini delle elementari e i ragazzi delle medie. Dopo l’attività del doposcuola partecipano alla Messa a cui seguono la cena insieme e momenti di gioco e svago. In questo modo iniziano a fare esperienza di una vita comune, bella e attraente, in cui possano confrontarsi con i sacerdoti, gli educatori e i propri coetanei».
Non mancano poi le attività creative con le diverse band musicali e quelle sportive con la Polisportiva Santa Giulia. Per informazioni sulle attività di Casa Santa Giulia: www.parrocchiasantagiulia.eu.
San Salvario – Anche nell’altro polo critico della movida selvaggia, nel quartiere San Salvario, è tornata la presenza dell’oratorio sulla piazza.
L’Educativa di strada dell’opera salesiana di San Salvario, già presente sul territorio di giorno, negli scorsi mesi di novembre e dicembre, il sabato sera, ha ripreso a tenere un presidio notturno «per monitorare i nuovi fenomeni di devianza e di disagio», sottolineano gli educatori, «ed essere una presenza attiva e propositiva tra i giovani nelle strade del quartiere».
La presenza tornerà in primavera in alcuni venerdì e sabati sera. «Gente della notte» è il nome del progetto che, come sottolinea l’incaricato degli oratori salesiani di San Salvario don Gianmarco Pernice, «intende riattivare alcune buone prassi che in passato hanno già prodotto dei risultati interessanti sul territorio come i ‘salotti del venerdì sera’: momenti di incontro e di scambio su tematiche culturali e sociali svolti principalmente sul sagrato della chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in largo Saluzzo». Un calcio balilla, materiali informativi ed alcuni educatori disponibili a parlare con i ragazzi che si fermano per una partita a calcetto e per due chiacchiere. Un «metodo» destinato a crescere e portare frutto.

«Intendiamo creare una presenza educativa per le strade del quartiere durante la notte», prosegue don Pernice, «ed instaurare con i ragazzi che frequentano la movida un rapporto di fiducia e di serena relazione che li porti a manifestare i loro bisogni e il loro disagio».
La presenza degli educatori intende anche sostenere i gestori dei locali e le forze dell’ordine attraverso un’azione educativa preventiva. «Il progetto», spiegano gli educatori, «mira, inoltre, a sviluppare proposte culturali di alto livello che possano sollecitare l’intelligenza e la creatività come alternativa alla noia e alla ricerca degli eccessi; far crescere nei ragazzi l’autostima e il senso di responsabilità verso se stessi e nei confronti della comunità a cui appartengono attraverso la cura e l’ordine degli arredi urbani; restituire ai giovani il vero significato del divertimento e la bellezza dello stare insieme per costruire relazioni positive e non autodistruttive».
«L’Oratorio di Valdocco», osserva don Pernice, «è nato ‘sulla strada’ e in questo contesto don Bosco ha appreso un particolare modo di rapportarsi ai giovani che caratterizza tutta la sua esperienza di educatore. L’attuale crisi educativa non è solo questione di mancanza di riferimenti valoriali. Se educare significa accompagnare la persona verso il cambiamento, oggi sembra essersi fatta incerta non solo la ‘direzione’ del percorso, ma anche la ‘modalità dell’accompagnare’. Creando eventi mirati e contemporaneamente una presenza informale, vogliamo dunque aiutare i giovani a comprendere il valore delle relazioni e farli riflettere sul tempo della notte come spazio di libertà giovanile responsabile».
Per informazioni sulle attività degli oratori di San Salvario: www.donboscosansalvario.it.