I venditori ambulanti con vecchi motori diesel potranno circolare anche nei giorni a traffico limitato. Sarà consentito anche agli atleti che fanno sport, ai medici, ai veterinari… Invece i preti che portano i sacramenti o devono spostarsi da una chiesa all’altra per dire Messa non lo potranno fare: dovranno muoversi in tram. L’ha stabilito l’Amministrazione Appendino attribuendo la responsabilità di questo discutibile provvedimento alla Regione Piemonte. Ma l’assessore regionale Alberto Valmaggia restituisce al mittente: «il Comune – ci ha spiegato mercoledì 10 ottobre – ha tutta la libertà di riconoscere permessi speciali a chi vuole».
La questione dei ministri di culto (di tutte le religioni, non solo quella cattolica) è stata sollevata lunedì scorso dal consigliere comunale di Torino Silvio Magliano (Moderati), sostenuto dai colleghi Monica Canalis (Pd) e Fabrizio Ricca (Lega). È subito scoppiata una comprensibilissima polemica perché l’assistenza spirituale è un servizio richiesto da decine di migliaia di torinesi, né più ne meno delle cure mediche. Ora l’assessore Valmaggia chiarisce che la Regione «ha fissato alcune deroghe ai blocchi del traffico, però i Comuni possono aggiungerne altre, cercando possibilmente di coordinarsi con gli altri Comuni dell’Area Metropolitana». Dunque il Comune di Torino avrebbe potuto, ma non l’ha fatto.
A capo dell’Area Metropolitana c’è sempre il sindaco Appendino che nei giorni passati, scostandosi dalla Regione, ha già introdotto giuste eccezioni per i guidatori anziani. È forse in vista una deroga per gli artigiani. Perché ai preti no?
Nei corridoi di Palazzo Civico abbiamo ascoltato la spiacevole reazione di un politico importante, secondo cui «i preti sono ricchi, se proprio vogliono girare in macchina possono comprarsene una nuova ed in regola con le misure anti smog». Duro il commento del consigliere Magliano secondo cui «il respingimento della mia richiesta di esentare dal blocco i ministri di tutte le confessioni è stata una palese limitazione della libertà di culto. Salteranno diverse Messe, saranno a rischio funerali e sacramenti. Per non consentire di circolare a poche centinaia di auto, ci saranno anziani e malati che si vedranno negato il conforto dell’estrema unzione. È un discorso vale per tutte le religioni: con una mano promuoviamo ‘Moschee Aperte’, con l’altra impediamo agli imam di muoversi, se non con la bici o con le auto di ultima generazione?».