È arrivata proprio nei giorni «dei morti», dalla Procura della Repubblica di Torino, la notizia di 22 avvisi di conclusione indagini su altrettanti funzionari della società municipale Afc, che gestisce i cimiteri di Torino. È l’ultimo atto della Procura prima dell’eventuale rinvio a giudizio dei funzionari, secondo quando deciderà il Tribunale.
Gli investigatori ritengono che dal 2012 al 2015 (Amministrazione Fassino) i vertici di Afc alterarono «in maniera significativa» i documenti di bilancio, per poter distribuire utili consistenti all’azionista di riferimento: il Comune di Torino. I manager avrebbero fatto in modo che la società partecipata da Palazzo Civico risultasse in attivo — quando invece era in passivo — iscrivendo a bilancio «concessioni ventennali e quarantennali per le quali non venivano postati i relativi risconti passivi».
Non c’è davvero pace per i Cimiteri del capoluogo. Fresca è la memoria di altre inchieste inquietanti, nel 2004 e nel 2018, sulla gestione delle esumazioni di cadavere. Ora gli investigatori entrano nelle pieghe del Bilancio della società di gestione, con accuse ulteriori ad alcuni dirigenti accusati di rimborsi spese gonfiati.