Nosiglia, “la vera ricchezza che chiediamo alle imprese”

Torino – L’Arcivescovo la sera del 30 aprile all’Istituto Agnelli, alla vigilia della ricorrenza del 1° maggio, ha presieduto una Veglia di preghiera sul tema «Futuro al lavoro». La Pastorale Sociale della Diocesi propone alcuni appuntamenti di analisi e confronto sui tempi del lavoro: Festival del Lavoro – GALLERY

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Pubblichiamo la riflessione che l’Arcivescovo Nosiglia ha proposto la sera del 30 aprile presso l’Istituto Agnelli a Torino nella Veglia di preghiera per il mondo del lavoro, alla vigilia della festa del Primo maggio. 

Cari amici,

Il lavoro continua a rimanere, anche e soprattutto per la nostra amata città, la prima vera questione sociale. Le ricerche sottolineano come Torino stia perdendo importanti posizioni competitive nello scacchiere nazionale e internazionale. Non si può però accettare con fatalismo la retorica del declino, bensì è essenziale ricostruire una visione nuova per la città che tenga conto della sua vocazione manifatturiera e industriale, capace di generare non solo un importante sviluppo economico, ma anche una storia e un’identità per tutto il territorio metropolitano.

Propongo pertanto a coloro che sono chiamati ad esercitare ruoli di responsabilità nel tessuto sociale ed economico del nostro territorio, di operare insieme su alcune piste  di lavoro:

1-L’impresa come nuova forma di solidarietà e possibilità di creazione della ricchezza, intesa non solo in termini monetari, riscoprendo la via inedita dell’economia civile. E’ un  campo tutto da scoprire e può rivelarsi uno strumento fecondo per realizzare non solo profitti ma anche quelle solidarietà che sono il migliore antidoto all’individualismo e al culto del denaro fine a se stessi. Essere imprenditori significa investire sulle capacità dell’uomo senza soggiogarle alla forza ineluttabile del denaro e del profitto fine a se stesso. Essere imprenditori può essere una forma alta di testimonianza cristiana e la comunità dei credenti deve accompagnare queste vocazioni.

2-Abitare i luoghi della rappresentanza innovando le prassi partecipative e l’inclusione degli emarginati. Per creare ricchezza e distribuirla equamente serve ricostruire il senso della partecipazione e della responsabilità. I luoghi tradizionali della rappresentanza (associazioni di categoria e sindacati) vivono  un tempo complesso che li sfida a rinnovarsi per comprendere come ricollegarsi ai sentimenti dei lavoratori e degli imprenditori. Penso soprattutto al sindacato e alla sua capacità di dare voce a chi non ha voce per rendere più giusto, aperto e dignitoso il mondo del lavoro. Ritrovare questo spirito.In un contesto sociale totalmente sconvolto dai cambiamenti internazionali è altamente necessario per ricostruire il senso comune della partecipazione.

3- L’educazione dei giovani al lavoro e il ruolo strategico della formazione, consapevoli dell’urgenza di restituire valore al lavoro e al tempo del lavoro. Penso allo straordinario lavoro della formazione professionale che ogni giorno si confronta con questi temi. Penso all’esperienza dell’alternanza scuola/lavoro e all’impegno promuovere l’incontro del mondo della scuola con quello del lavoro. La difficoltà di entrare in maniera organica nel mondo del lavoro rappresenta una grave perdita sociale ed economica perché i giovani rappresentano in sé innovazione, creatività, voglia di spendersi. Ad essi vanno dati spazi dove potersi sperimentare e crescere.

La festa del lavoro sollecita le nostre comunità a porsi delle domande: come accolgono la dimensione del lavoro,elemento costitutivo della propria prassi pastorale?  Quanto è presente questa tematica nei percorsi della pastorale ordinaria, nella catechesi, predicazione e nella liturgia domenicale? Da decenni la Chiesa di Torino è impegnata in tanti progetti che accompagnano le persone (soprattutto coloro che fanno più fatica) nel mondo del lavoro. Abbiamo però bisogno di formare laici adulti che con coerenza, coraggio e sostegno provino a testimoniare laicamente nel mondo del lavoro il Vangelo della speranza.

+ Cesare NOSIGLIA, Arcivescovo metropolita di Torino

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