Pubblichiamo l’intervento che l’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia ha tenuto alla presentazione delle iniziative per i 25 anni di fondazione dell’associazione “Camminare Insieme”:
Sono lieto di questa ricorrenza e che si celebri l’evento in Comune, quale segno della importanza anche civile che ha la realtà di “Camminare insieme” nella nostra città. Nel mondo della salute e della sanità, l’associazione insieme tiene un suo specifico posto, di grande importanza non solo per quanto fa a favore di tante persone italiane e non, ma per i valori stessi che esprime in sé e testimonia nella nostra Torino.
Il valore della gratuità, che indica nel servizio ai poveri e a coloro che hanno concrete necessità di salute (certamente il più importante dei bisogni primari che ogni cittadino ha, o per se stesso o per qualcuno dei suoi cari), corrisponde a quanto Gesù dice: cioè, che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. Io credo che chi opera nella “Camminare insieme” viva giorno per giorno proprio questo, grazie a un ambiente anzitutto accogliente e sereno in cui si svolgono gli incontri e i dialoghi con le persone. Quello che conta molto, infatti, non sono solo le cure e le medicine, ma che ogni persona deve sentirsi accolta, valorizzata, promossa nelle proprie potenzialità e non solo oggetto di cura… C’è infatti differenza tra il curare e il prendersi cura.
Di fatto, nella nostra città – come è stato già detto anche dal Banco Farmaceutico – numerose sono le persone, le famiglie e gli anziani che necessitano di interventi terapeutici e di medicine, in quanto poveri e con risorse finanziarie molto scarse. La soglia della povertà si è alzata e ne soffrono persino tanti minori, per cui quella della sanità è una frontiera sempre più sguarnita di sostegno, una vera primaria emergenza, più del cibo. Eppure, le istituzioni regionali continuano a dirci che la stragrande maggioranza di fondi va proprio alla sanità e che questa è ritenuta a Torino di qualità alta, sul piano del personale degli operatori sanitari e delle nuove tecnologie. È un dato di fatto, comunque, che i tempi per avere servizi anche meno grevi di un ricovero, ma altrettanto importanti per la salute della persona, si allungano sempre più. E questo fa sì che, almeno chi può, ricorra alle strutture private, che fioriscono sempre più nella nostra città.
Un altro valore che testimonia la “Camminare insieme” è senza dubbio quello del bene comune, promosso dalla nostra Costituzione, che ne parla e ne promuove l’importanza, collegandolo con il volontariato. Ogni cittadino è chiamato a operare e agire non solo per i propri interessi e tornaconti, ma per il bene di tutti gli altri cittadini, in modo da favorire la crescita di quell’unità e comunione che rappresentano il fine per cui esiste e va amata – e sentita come la propria casa – la città e chi la abita. La svalutazione del volontariato e il prevalere dell’individualismo, di singoli o di gruppo, conducono alla frammentazione anche della vita civile e a lotte e rifiuti reciproci, che ostacolato il bene-essere e il bene-stare della cittadinanza e fanno sentire estranei soprattutto coloro che sono poveri e soli.
Il fatto poi che alla “Camminare insieme” danno il loro prezioso e professionale contributo diversi medici e infermieri pone in forte risalto quanto la loro professione (ma vale ovviamente anche per tante altre professioni) sia aperta e disponibile a mettersi in gioco, al di là del lavoro di ciascuno nelle varie strutture mediche, pubbliche o private, per offrire le proprie competenze a servizio dei malati più poveri e spesso impossibilitati ad adire a tali strutture, sia per carenza di risorse finanziarie che per i tempi biblici – come si dice – per ottenere il richiesto servizio.
È bello e significativo dunque che alla “Camminare insieme” si ritrovino persone assai diverse, ma comunque tutte orientate a collaborare, per svolgere al meglio un necessario servizio sanitario di qualità e apprezzato dai malati. Questo fare squadra è un altro tratto caratteristico e positivo dell’associazione.
Potrei ovviamente continuare ad elencare altri importanti valori, ma credo che questo sia più che sufficiente, per riconoscere alla “Camminare insieme” un ruolo di prim’ordine nel campo del volontariato e dunque del necessario impegno nel sostenere la parte della popolazione che più ha necessità di essere accolta, amata e accompagnata certo sulla via, se possibile, di una guarigione del corpo, ma anche dello spirito. Perché quello che questi amici sperimentano alla “Camminare insieme” va oltre l’aspetto, pure importante, delle cure e apre una relazione umana ricca di serenità e di vero amore, quello che Cristo ci indica nella famosa pagina del giudizio finale, riportata dal Vangelo di Matteo: «Ero ammalato e sei venuto a trovarmi, mi hai assistito nel momento della sofferenza… tutto ciò che hai fatto al più povero dei tuoi fratelli l’hai fatto a me» (cfr. Mt 25,36.40).
Con questo augurio, rinnovo il mio grazie e quello della Chiesa di Torino e mi auguro che la “Camminare insieme” continui a promuovere sempre lo stesso stile e modalità d’azione di oggi, a favore di chi la sperimenta e ne accoglie il servizio.
+ Cesare NOSIGLIA, Arcivescovo di Torino