Non temete vi annunciamo una grande gioia che sarà per tutti gli uomini: questa notte è nato a Betlemme il Salvatore.Troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoia. Così gli angeli hanno annunciato ai Pastori mentre una grande luce illuminava le tenebre della notte.
Nel Natale Dio non ci ha dato dei regali ricchi a abbondanti,ma ci ha donato il suo Figlio Unigenito. Così comprendiamo che la vera gioia del Natale nasce dall’accoglienza di una persona aprendo ad essa il proprio cuore e la propria vita come si accoglie un figlio,un amico e riconoscendo in essa il volto del Figlio di Dio,un nostro fratello.
L’accoglienza rappresenta uno dei gesti oggi più difficili perché esige un atteggiamento e una scelta precisa: quella della gratuità. La cultura che persegue anzitutto il proprio interesse costi quello che costi, ostacola l’apertura del cuore senza riserve verso gli altri. Viene meno il gesto libero e spontaneo e l’apertura alle persone senza secondi fini e tornaconti, per puro dono.
Si ama chi ci ama, si aiuta chi ci può a sua volta aiutare , si accoglie chi un giorno ci potrà restituire quel favore …
La mia casa, la mia famiglia, i miei amici, il mio paese, la mia religione, la mia proprietà…. tutto ciò che è nostro è un valore e come tale va rispettato, accolto, accresciuto, ma guai a farne un assoluto che chiude il cuore verso chi non rientra nel cerchio ristretto del “mio o del nostro”. Gesù è venuto per insegnarci una via migliore: quella di allargare i confini della nostra casa, famiglia, patria e cultura a tutti coloro che lo desiderano, rompendo steccati consolidati e superando divisioni di ogni genere. Lui è nato per fare Pace tra tutti coloro che sono divisi, formando una sola famiglia, quella dei figli di Dio.
Quel divino Bambino che nasce a Betlemme per noi, ci porta la vera pace perché ci salva dal peccato di orgoglio e di superbia che ci impedisce di perdonare anche chi ci ha offeso o fatto del male, di fare il primo passo per riallacciare un rapporto o un’amicizia compromessa e data ormai per chiusa. Ci libera dal peccato di indifferenza che ci rende estranei anche ai più vicini che vivono accanto a noi in casa, sul lavoro, nella stessa città o paese.
Lui nasce per tutti, amici e nemici, vicini e lontani, ricchi e poveri: nessun’uomo è escluso dal suo amore, anche chi lo rifiuta e lo perseguita può contare sempre su di Lui. Pace in terra agli uomini che Dio ama, hanno cantato gli angeli.
Sì la pace è possibile quando nasce dentro di noi accettando di fare spazio a Dio e si traduce in gesti concreti di amore e di perdono di impegno per la promozione della dignità di ogni uomo, per l’abbattimento di ogni steccato che ci divide dagli altri.
E questi altri sono anzitutto quelli che vivono con noi ogni giorno nella propria casa verso i quali non vanno dati mai per scontati l’amore sincero e disinteressato, l’ascolto delle loro esigenze anche spirituali, la piena condivisione dei loro problemi mediante un dialogo e incontro meno frettoloso e superficiale .La solitudine di tanti anziani in particolare è oggi la situazione che più li fa soffrire.
I regali di Natale sono segni belli e importanti che esprimono affetto e ricordo, ma il regalo più importante per ogni membro della famiglia-marito e moglie, genitori e figli, fratelli e anziani – è il saper perdere un po del nostro tempo prezioso per stare di più insieme,per parlare e ascoltare quello che gli altri hanno da dirci, per apprezzarne di più le doti positive, per mostrarsi meno indifferenti o estranei alle necessità interiori di ciascuno.
Gli “altri” sono anche tutte quelle persone che a Natale usufruiscono delle briciole che cadono dalla tavola dei consumi abbondanti delle famiglie e della società,ma restano spesso soli e senza l’affetto e l’amicizia di una casa e di una famiglia.
A Natale ci si sente tutti più buoni e disponibili e spesso si riscoprono i poveri ai quali riserviamo qualche buona azione e generosa elemosina : sono gesti belli e significativi se non restano però isolati. I poveri ci ricorda il Signore li avete sempre con voi. Basta avere occhi per vedere, orecchie per ascoltare, mani per sostenere e cuore per amare.
A voi cari giovani amici in particolare, rivolgo il mio invito a cercare la vera gioia nel dono sincero di sé. Altre esperienze all’apparenza più ricche di divertimento e di evasione vi possono sembrare più gioiose ma in realtà alla lunga annoiano e lasciano insoddisfatti dentro.Guardare negli occhi una persona che soffre e stargli vicino costa tempo e impegno,ma rende molto di più, ti fa sentire vivo e utile, ti dà la carica dell’amore e realizza i più bei sogni che hai nel cuore .
Se questa notte siete venuti qui ne sono certo è perché avete in voi un desiderio di amore, di gioia e di amicizia più grande di quelli che già sperimentate: non accontentatevi di ciò che siete e di come vivete, dei risultati che pensate di aver raggiunto; si può gustare la vita con ancora maggiore gioia e frutto se uscendo da se stessi sapremo donarci con sincerità a chi attende da noi segnali e gesti di condivisione e di solidarietà.
La fede in Cristo vi spinga a volare alto per provare l’ebbrezza dell’amore più vero e forte e per ritrovare gusto nella vita ,fiducia nelle proprie risorse interiori e coraggio di osare cammini più impegnativi di disponibilità alle chiamate di Dio e di servizio agli altri. E’ questo il modo migliore credetemi per spazzare via tutte le paure, le tristezze, le delusioni del cuore e ripopolare le notti di sogni non virtuali, ma veri, autentici e ricchi di una gioia pazzesca, mai provata prima.
+ Cesare NOSIGLIA, Arcivescovo di Torino