Parole di fiducia e speranza quelle che l’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia ha rivolto ai fedeli presiedendo a Maria Ausiliatrice la Messa nella solennità dell’Immacolata Concezione. Una celebrazione nella Basilica intitolata a Maria “Aiuto dei cristiani” per invocare in modo particolare la Vergine in questo momento di pandemia. Come già aveva fatto nel Santuario di Nostra Signora della Salute e al Santuario della Consolata, l’Arcivescovo ha voluto affidare all’Ausiliatrice le fatiche, le sofferenze, il dolore che il Covid sta determinando, in un giorno anche particolarmente caro alla Famiglia salesiana che l’8 dicembre ricorda la «fondazione» dell’oratorio dall’incontro di don Bosco con il giovane Bartolomeo Garelli.
A dare il benvenuto all’Arcivescovo, il rettore della Basilica, don Guido Errico: “Siamo contenti di questa giornata perchè esprime davvero la speranza e la devozione della nostra Chiesa e la forza della nostra preghiera in questo momento tanto difficile per la vita nostra, della nostra città, della nostra Italia e del mondo intero e grazie all’Arcivescovo di essere qui perchè da questo altare eleverà con noi la supplica all’Ausiliatrice per la cessazione di questa pandemia”.
Ma prima della supplica, nell’omelia le parole di incoraggiamento e fiducia di mons. Nosiglia tratte dall’esempio della Vergine: simbolo della vittoria sul peccato, di una vittoria che riguarda tutti, di un dono di Grazia: “Dio l’ha liberata dal peccato, ma anche noi con la Grazia di dio possiamo vincere il peccato. Non è il male che vince il bene, ma dobbiamo fidarci della Grazia di Dio che non manca nella nostra vita, che è più forte di ogni peccato”. Una fiducia che non deve venir meno in ogni situazione della vita: “Anche oggi spesso a causa del Coronavirus chiediamo al Signore di aiutarci e può sembrare che non ci aiuti, ma come Maria non dobbiamo dubitare”. “Maria”, ha proseguito, “ci è d’esempio perché anche se in alcune situazioni sembra che questo Dio che è amore e misericordia non si manifesti, non è vero, invece ci sostiene sempre”. Un sostegno che infatti Maria ha avuto – come ha ricordato l’Arcivescovo – in ogni momento: quando è scappata in Egitto, quando ha perso Gesù nel tempio, quando ha assistito alla morte del Figlio. Momenti di sofferenza ai quali ha risposto con fede umile e obbediente. “Questa festa” – ha proseguito “oltre a farci guardare a Maria e a chiedere all’Ausiliatrice di aiutarci a percorrere la sua stessa strada ci dà dunque un grande messaggio di speranza e fiducia. La festa dell’Immacolata ci dice che possiamo accogliere la sua strada che i doni sono tantissimi e gratuiti ma devono essere gestiti con fiducia. Guardiamo avanti, guardiamo a Colei che ci da l’esempio nel vivere la sofferenza e il dolore reagendo fino in fondo”.
“Abbiamo speranza. Oggi è festa di speranza, perchè ogni male può essere vinto: Maria ci dà la forza, l’esempio di vincerlo, lei lo vince con noi e ci aiuta perchè il Signore l’ha resa nostra madre e per questo si sente vicina alle nostre esigenze e fatiche. A lei chiediamo dunque di essere forti e coraggiosi e di portare forza e speranza”.
Ed ecco al termine la recita dell’invocazione a Maria che ha toccato tutte le situazioni di sofferenza e di impegno coinvolte da questo momento di prova: dai malati ai medici, dai volontari ai cappellani, dalle famiglie, alle persone anziane e sole, agli uomini di scienza, dal mondo della politica a quello economico. Per tutti rivolendosi all’Ausiliatrice mons. Nosiglia ha così concluso la supplica “ottieni che Dio intervenga con la sua mano onnipotente a liberarci da questa terribile epidemia cosicchè la vita possa riprendere in serenità il suo corso normale”.