Cari amici musulmani,
volge al termine il mese di Ramadàn dell’anno 2021, tempo benedetto dedicato al digiuno, alla preghiera e all’elemosina. La diffusione del Covid, per la seconda volta, ha condizionato la presenza al culto comunitario di tutti i credenti ma, diversamente dall’anno scorso, chiese e moschee non sono stati chiuse, nel rispetto di cautele e norme di sicurezza e con un numero ridotto di fedeli. Dunque, un passo avanti nella speranza che, per gli effetti benefici del vaccino anti–Covid, i luoghi di culto possano presto accogliere tutti i fedeli. Auspichiamo che, nonostante le difficoltà, il dialogo, l’incontro e la conoscenza reciproca tra cristiani e musulmani ritrovino adeguato slancio.
Quest’anno, come e più dello scorso anno, è stata sollecitata l’opera dei cittadini italiani a soccorso delle fragilità già presenti e ingigantite dalla pandemia. In Italia abbiamo ormai toccato i 120.000 morti per Covid (una città di medie dimensioni è scomparsa!). Tutto è diventato problematico: assistere e curare adeguatamente i malati e gli anziani, garantire il funzionamento normale della sanità pubblica, in grave difficoltà, garantire la presenza a scuola dei figli, la crisi dei trasporti, l’aumento delle povertà, la perdita del lavoro, le restrizioni sociali e dei rapporti interpersonali ecc. Tutto questo ci ha rattristati e persino prostrati, in certi momenti. Tuttavia, constatiamo che la gente ha reagito spesso con creatività per affrontare tali problemi.
Come non ricordare con gratitudine i numerosi medici e infermieri esemplari che hanno assistito i malati fino allo stremo delle forze? E oltre duecento di essi hanno dato la vita lavorando “in prima linea” con i malati. E come dimenticare i numerosi volontari che hanno assistito a domicilio o in varie istituzioni i poveri bisognosi di pasti, medicine, visite mediche, soccorso urgente.
I credenti autentici hanno potuto affrontare i disagi con armi spirituali più forti – la fede, la preghiera, il valore della persona umana–,che hanno “attenuato” in parte le angosce, sostenuto con forza il dolore e il pensiero della morte e riempito di speranza, pazienza e benevolenza questa difficile situazione pandemica.È terminata la Quaresima dei cristiani e i musulmani giungono al termine del mese benedetto di Ramadàn: ma pensiamo che essi sono solo “un allenamento”, che ci proietta nell’immediato futuro di una rinnovata dedizione a Dio, di conver-sione dei nostri cuori esollievo delle fatiche degli uomini.
Le necessità ci chiamano a prolungare il sevizio dei più deboli e bisognosi, per quanto attiene alle nostre possibilità.Voglio ricordare l’inizio del “Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza Comune”, sottoscritto ad Abu Dhabi (4 febbraio 2019) da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al–Azhar Ahmad Al–Tayyeb, che afferma: «La fede porta il credente a vedere nell’altro un fratello da sostenere e da amare.
Dalla fede in Dio, che ha creato l’universo, le creature e tutti gli esseri umani – uguali per la Sua Misericordia –, il credente è chiamato a esprimere questa fratellanza umana, salvaguardando il creato e tutto l’universo e sostenendo ogni persona, specialmente le più bisognose e povere». Imitiamo dunque il Misericordioso, Creatore di tutti gli uomini e Provvidente, che si serve delle nostre mani e dei nostri cuori per raggiungere i più deboli e i poveri. Mi è caro porgere un saluto a tutte le vostre famiglie e mandare una carezza ai vostri bambini. Vi auguro buon Eid al–Fitr.
+ Cesare NOSIGLIA