«Il lavoro è tornato ad essere il primo problema dell’area torinese». Citando il caso di alcune grandi fabbriche in crisi l’Arcivescovo Nosiglia ha lanciato l’ennesimo allarme durante la tradizionale conferenza stampa (20 dicembre) di Natale.
Nella vigilia di Natale Nosiglia celebrarà Messa presso l’ex Embraco a Riva di Chieri, una delle fabbriche in crisi, con i lavoratori che stanno vivendo l’angoscia della perdita del posto di lavoro. «Il lavoro – ha detto l’Arcivescovo – è tornato ad essere il primo problema del nostro territorio e rischia di innescare una scia negativa a catena, che investe sempre nuove imprese e dunque produce anche nuovi e numerosi lavoratori che restano senza lavoro o con scarse possibilità per il proprio domani e quello della propria famiglia».
Secondo l’Arcivescovo oggi si rischia di dimenticare «che il capitale più prezioso di un’impresa, da salvaguardare e accrescere, è ogni persona che lavora. Il profitto e il proprio tornaconto, i guadagni finanziari e ogni altro risultato vanno commisurati a partire da chi lavora, che non può essere considerato una merce da spostare da un territorio all’altro, per ragioni spesso di ordine speculativo o di risparmio sul personale e sulle tasse».
«Se ci si rassegna al fatto che oggi le vite di tanti, dei giovani soprattutto, devono essere precarie, il gioco è fatto. Credo che ciò che conta di più, oggi come ieri, è che gli operatori economici, con spirito di solidarietà e di coraggio, sappiano cogliere l’importanza del nesso inscindibile che esiste tra scelte e indirizzi economici e il rispetto e la promozione integrale dell’uomo, della sua famiglia, del suo habitat naturale, dei tempi di lavoro e di riposo, traendone le dovute conseguenze sul piano non solo dell’etica personale, ma anche sociale. Allora, si potrà guardare al domani con rinnovata fiducia e speranza».