Putin e Xi dicono parole di pace, ma Putin non smette di fare la guerra in Ucraina. E Biden non dà loro corda: «Non ho finora sentito nulla che induca a pensare che il conflitto in Ucraina possa finire presto». Zelensky aspetta una telefonata da Xi, dopo che il presidente cinese ha trascorso due giorni a Mosca con il collega russo, e ripropone il suo mantra, ricevendo a Kiev il premier giapponese Fumio Kishida: «Libereremo l’Ucraina fino all’ultimo metro».
Xi Jinping, fresco di conferma al vertice dello Stato e del partito, arriva al Cremlino per discutere dell’amicizia e della cooperazione fra Cina e Russia, ma soprattutto per cercare di trovare una via d’uscita dalla guerra in Ucraina – né lui né Putin la chiamano così – e tratteggiare così i contorni d’un nuovo ordine mondiale. È la sua prima missione a Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina ed è la prima all’estero dopo la conferma a capo dello Stato.
Per Washington, la Cina non è imparziale sulla guerra in Ucraina. Per svolgere un ruolo costruttivo, dovrebbe sollecitare la Russia a mettere fine all’invasione. Ma è un dato di fatto che Pechino, dopo la conferma di Xi alla presidenza per un terzo mandato di cinque anni, è uscita dal guscio e s’è resa diplomaticamente attiva, come Usa e Ue le chiedevano da oltre un anno, ed è diventata – riconosce all’unisono la stampa Usa qualificata – un attore più ambizioso sulla scena mondiale, «globale».
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