La location è perfetta, l’organizzazione un po’ meno, ma, nell’insieme, la mattinata torinese di Luigi Di Maio, ministro dello Sviluppo Economico, scorre via veloce riuscendo a comunicare un’immagine del Vice Premier moderna, dinamica, proiettata sul domani. Il mood è un po’ quello delle convention aziendali in cui non c’è grande spazio per la riflessione; tutto è preordinato e in qualche modo scontato e banale, ma utile a compattare le fila.
La sensazione è che Di Maio abbia scelto di fare proprio il tema dell’innovazione perché gli consente, mobilitando poche risorse, di parlare in termini positivi di giovani, di lavoro, di un futuro prossimo in cui la manifattura intelligente sarà la protagonista di un nuovo paradigma economico di benessere e qualità.
Perciò, il mancato invito alle associazioni di rappresentanza e quello rivolto ad un esiguo numero di imprese sono tutt’altro che casuali. Siamo attivi sui temi dell’innovazione da almeno dieci anni e quindi, in grado di dare una grossa mano nell’individuare ciò che davvero serve alle aziende.
Poco importa; ciò che rileva, nell’immediato, è la nostra disponibilità, sia come Unione Industriale di Torino, sia come singoli imprenditori, a dialogare e a confrontarci con le Istituzioni per utilizzare al meglio le risorse e concentrarle sulle priorità delle imprese, non solo delle start up.
Perché il problema vero, da affrontare con urgenza, è quello che riguarda il futuro del nostro sistema industriale. Serve una politica industriale a medio lungo termine capace di orientare le imprese verso una maggiore competitività basata su competenze, innovazione e internazionalità. Questa è la grande sfida cui Governo e imprenditori devono elaborare insieme una risposta, così come sta accadendo – con il tavolo dell’auto – sul grande cambiamento in atto con l’avvento dell’elettrico.
Torino, ove la manifattura pesa più che altrove, e che oggi sconta la sua specializzazione sull’ automotive, ha bisogno di un’attenzione specifica e perciò si sarebbe attesa dal ministro Di Maio qualche cosa di più concreto, ad esempio l’annuncio dello sblocco del dossier sull’area di crisi complessa, che io mi ostino a definire di «sviluppo complesso».
Comunque l’iniziativa del Governo è, nella sostanza, positiva e condivisibile, essendo orientata al sostegno delle start up e della crescita tecnologica, soprattutto delle Piccole medie imprese. È chiaro che su questo terreno abbiamo ampi spazi di miglioramento e che anche il nostro ritardo può trasformarsi in una leva di sviluppo.
Nel complesso tuttavia un po’ stupisce che un Governo, con una impostazione per molti versi statalista, sostenga poi l’idea di uno Stato non solo imprenditore, ma persino innovatore. Il cambio di passo non è banale e nemmeno scontato. In ogni caso gli imprenditori torinesi sono pronti a collaborare e a dare una mano affinché il progetto prosegua rapidamente e nel migliore dei modi.
Dario GALLINA
Presidente Unione Industriale Torino