Hanno percorso oltre cento chilometri a piedi con il caldo e con la pioggia per i sentieri delle montagne del Piemonte e della Valle d’Aosta, hanno il cuore e la mente ricolmi degli incontri vissuti lungo il cammino i 2500 giovani che venerdì 10 agosto hanno invaso una Torino semideserta e accaldata per venerare la Sindone nella notte di San Lorenzo.
Un fiume di ragazzi che dopo la Veglia di preghiera alla Reggia di Venaria, guidata dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia nella serata del 9 agosto, si è riversato nel centro cittadino sulle orme dei santi sociali e della spiritualità torinese.
Le vie della città hanno assunto da subito i «colori» tipici delle Giornate Mondiali della Gioventù: si canta, si balla, si parla e ci si confronta con i coetanei della propria regione.
Prima di arrivare in Cattedrale i ragazzi hanno percorso diversi itinerari artistici e culturali a Palazzo Madama, al Museo della Sindone in via San Domenico e nelle chiese del centro storico.
Inoltre alcuni giovani del gruppo «Acting in the road», promosso dalla Pastorale giovanile della diocesi di Torino, ha animato performance teatrali sulla Passione di Gesù in alcune piazze come evangelizzazione di strada: un modo per comunicare il cammino dei giovani verso la Sindone e verso il Sinodo anche ai coetanei che non vi hanno preso parte.
Poi alle 18 si sono ritrovati tutti nella basilica di Maria Ausiliatrice a Valdocco, dove è partita la missione di don Bosco, per la Messa presieduta dall’Arcivescovo Nosiglia e concelebrata dai Vescovi piemontesi.
Infine l’arrivo a gruppi in piazza Castello dove partiva il percorso verso la Sindone e, dunque, la partenza alla volta di Roma per l’incontro della gioventù italiana con Papa Francesco.
Dalle 21, dopo la visione del filmato nel Cortile d’onore di Palazzo Reale, che preparava alla venerazione intrecciando la vita dei giovani di oggi al Vangelo sul motto del pellegrinaggio «L’Amore lascia il segno», i ragazzi sono giunti di fronte al Telo.
Il loro cuore è infiammato dagli incontri con i coetanei, i sacerdoti religiosi e le comunità lungo il cammino; sono tante le domande che ciascuno ha portato con sé, i propri progetti e i sogni.
Secondo le testimonianze dei ragazzi tutta l’esperienza del cammino a piedi ha scatenato la solidarietà tra famiglie, gruppi e singoli che hanno offerto accoglienza a tutto campo e ha contributo a rafforzare i legami fra comunità e parrocchie diverse delle diocesi piemontesi.
«Questa esperienza», raccontano Alessandra e Alessandro delle parrocchie dell’Unità pastorale 55 di Nichelino, «ha parlato con noi e di noi, ci siamo sentiti coinvolti in prima persona come invita il Sinodo. La tappa davanti alla Sindone è stata per noi una conquista come la vetta in montagna».
«Nel video di preparazione alla venerazione», gli fanno eco Amina e Arnoux delle parrocchie di Aosta, «ci ha colpito l’accostamento della Passione di Cristo alla nostra vita quotidiana che spesso raccontiamo sui social: numerose le domande sulla costruzione del nostro futuro e, soprattutto, lo sprone a prendere in mano la nostra vita senza lasciare che altri decidano per noi».
«Davanti alla Sindone», evidenziano Daniel e Monique della comunità francofona e lusofona di Torino, «ci siamo chiesti se saremmo in grado di dare noi stessi per gli altri a partire, in primo luogo, dall’accoglienza di chi si trova nella fragilità nelle nostre comunità».
Come ha sottolineato più volte l’Arcivescovo Nosiglia, Custode pontifico del Telo, «questo particolare pellegrinaggio dei giovani ha costituito un’importante esperienza di Chiesa a dimensione regionale».
«L’intero cammino», ha evidenziato il direttore della Pastorale giovanile di Acqui Terme don Gian Paolo Pastorini che ha guidato il gruppo della sua diocesi, «è stato un momento bello con cui la Chiesa ha dato voce ai giovani come invita il Sinodo. La Sindone, Icona del Sabato Santo, ci guarda ed è importante lasciarci toccare dall’amore di Cristo che lascia veramente il segno dentro di noi».
Sono rimaste aperte fino a tarda notte anche le chiese di San Lorenzo e del Corpus Domini che lungo tutto il tempo della venerazione hanno continuato ad accogliere i pellegrini della Sindone, numerosi si sono accostati al sacramento della riconciliazione.