«Ai giovani vorrei chiedere: impegnatevi nelle sfide nuove […] abbiamo una risorsa, grande, che proprio la Repubblica ha fatto crescere in questi decenni […], si chiama Europa».
Con queste parole il presidente Mattarella ha voluto rimarcare due aspetti attuali: i giovani e l’Europa. L’impegno delle nuove generazioni è ritenuto fondamentale in molte delle visioni sul futuro condivise ogni giorno e non è un caso se il piano della ripresa europea è stato chiamato «Next Generation Eu». Ed è proprio all’Europa che è necessario guardare se si vuole costruire quel futuro che oggi sembra essere così nebuloso.
Diversi però sono i problemi: da un lato la partecipazione giovanile non è sempre vista o accettata come un fattore positivo e, dall’altro, la nostra casa comune europea sconta parecchi difetti.
Attraverso queste riflessioni la nostra associazione «Omnia Torino» vuole immaginare il futuro di Torino e area metropolitana con uno sguardo giovanile: dai primi sei fondatori Alessandro, Pietro, Arianna, Gabriele, Alessandra ed Erika (nella foto), molti altre/i giovani si sono uniti in questo think tank che, con ricerche e progetti, proietta la città nel domani. Per fare ciò, le aree d’indagine scelte sono state circoscritte: agroalimentare, cultura diffusa, innovazione sociale e imprese, ambiente, mobilità, diritti, rapporto con l’Europa. La questione generazionale non vuole essere, però, un elemento di esclusione: al contrario il confronto con figure già affermate e con esperienza rappresenta il metodo principale con cui sviluppare le nostre idee.
In quest’ottica si è svolto il dialogo su come lo sviluppo europeo possa essere sviluppo locale e viceversa. Tra «Next Generation Eu» e «Green Deal l’Europa» è infatti argomento di stretta attualità: ma quanto influisce l’Europa sulla vita di ogni cittadino? E ancora, come comunicare bene tutte le opportunità che arriveranno? Ne abbiamo discusso insieme a Luca Jahier, già Presidente del Comitato economico e sociale Europeo e con Marinella Belluati, docente di Sociologia e dei processi culturali e comunicativi all’Università di Torino, con Lucrezia Di Noia e Alessandro Regge per Omnia Torino.
Con Luca Jahier si è parlato dell’importanza delle strategie europee applicate a livello locale, avendo ben presente la situazione della città. Sebbene le indicazioni su transizione ecologica, digitale, investimenti e progetti annessi siano chiari a livello europeo, a livello torinese si riscontrano diverse difficoltà. Da un «monarca» industriale automobilistico in abbandono a situazioni sociali di tensione nelle periferie, il futuro di Torino non può prescindere dalle opportunità che derivano dal campo europeo. Non è una questione di denaro ma di sviluppo economico e sociale che possa rendere la città attrattiva sia per le imprese che per le persone, soprattutto i giovani.
«Comunicare non è solo una questione di testa ma anche di cuore»: è questo, invece, il primo punto su cui si è soffermata Marinella Belluati. Nel cercare di colmare la lacuna tra Europa reale ed Europa percepita, il ruolo della comunicazione e dei nuovi media si rivela fondamentale sul piano politico-strategico. Risulta infatti necessario non affievolire un interesse, quello europeo, già poco coltivato da parte dei cittadini.
In tutto questo noi di Omnia ci interroghiamo su come questi fattori impattino su Torino e in che modo, perché se il futuro è dei giovani è necessario partire dal presente.
I giovani di Ommia Torino