Padre Marengo viene ordinato Vescovo alla Consolata

8 agosto – Padre Giorgio, missionario della Consolata, lo scorso 2 aprile è stato nominato da Papa Francesco prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia. L’8 agosto viene consacrato Vescovo per le mani del cardinal Luis Antonio Tagle con mons. Nosiglia e il cardinale Poletto

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Padre Giorgio Marengo

Al Santuario della Consolata, proprio la dove nel 2003 fu fatto il primo invio dei Missionari e delle Missionarie della Consolata in Mongolia, padre Giorgio Marengo missionario della Consolata tornerà il prossimo 8 agosto, per un secondo invio. Allora ricevette il mandato per quella nuova (per la congregazione  fondata dal beato Giuseppe Allamano) terra di missione, l’8 agosto riceverà la consacrazione episcopale (con titolo di Vescovo titolare di Castra Severiana) che lo prepara al nuovo incarico nel paese asiatico.

Padre Marengo in Mongolia

Nominato da Papa Francesco lo scorso 2 aprile Prefetto apostolico di Ulaanbaatar in Mongolia sarà consacrato in una solenne celebrazione alle 10 nel Santuario della Consolata per le mani  del cardinal Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila e Prefetto della prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli. Con lui i Vescovi con-consacranti saranno saranno l’Arcivescovo mons. Cesare  Nosiglia e il cardinale Severino Poletto che nel 2001 ordinò sacerdote padre Marengo nella chiesa dell’Allamano a Torino.

Padre Marengo, cuneese di nascita (7 giugno 1974)  è infatti cresciuto a Torino dove ha frequentato il liceo classico Cavour, al termine del quale ha intrapreso il percorso di formazione sacerdotale nella Congregazione dei Missionari della Consolata. Dal 1993 al 1995 ha studiato Filosofia presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale e dal 1996 al 1999 Teologia nella Pontificia Università Gregoriana (Roma). Ha poi compiuto ulteriori studi presso la Pontificia Università Urbaniana, conseguendo la Licenza (2002) e il Dottorato in Missiologia (2016). Ha emesso la Professione Perpetua il 24 giugno 2000 come membro dell’Istituto ed è stato ordinato sacerdote il 26 maggio 2001.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto il suo  ministero pastorale in Mongolia ad Arvaiheer dove è stato parroco di Maria Madre della Misericordia e  dal 2016 era Consigliere Regionale per l’Asia incricato per la Mongolia.

La consacrazione episcopale sarebbe dovuta avvenire  a Ulaanbaatar, in Mongolia ma a causa delle severe restrizioni applicate per contenere la pandemia Covid-19, è diventato evidente che sarebbe stato impossibile persino ai vescovi consacranti entrare nel Paese. Ecco dunque che la scelta è caduta sull’Italia e quindi su Torino, sia per il profondo legame dell’Istituto con la chiesa subalpina che per le origini stesse di padre Marengo.

Anche la scelta del Santuario della Consolata non è casuale: «Che la consacrazione episcopale avvenga a Torino è il risultato di un misterioso intreccio di eventi ed è un dono del tutto inaspettato», spiega  padre Marengo, «Con questo gesto si vuole esprimere anzitutto una profonda gratitudine alla Consolata per aver inviato i suoi missionari nelle lontane terre della Mongolia. È la Consolata che ha voluto i suoi missionari in Mongolia e, quindi, è al suo abbraccio che è affidata tutta la Prefettura Apostolica».

Per l’affetto e la stima che sacerdoti torinesi e non solo, confratelli e amici nutrono per padre Marengo il Santuario sarà sicuramente troppo piccolo. Sarà accessibile dunque su invito, ma per favorire la comunione e rendere possibile a tanti di partecipare «a distanza», sarà predisposta una trasmissione in diretta internet sul canale YouTube della diocesi di Torino, su quello dei Missionari della Consolata e quello della prefettura in Mongolia (dettagli per il collegamento verranno comunicati quanto prima).

Un collegamento virtuale, ma forte, sentito e atteso dalle comunità e realtà del paese asiatico che lo hanno conosciuto e che ha guidato e in particolare la piccola  chiesa di Arvaheer. Un collegamento per chi si prepara a riaccogliere padre Marengo come Prefetto, ma soprattutto come sacerdote che sin dal suo arrivo «ha dimostrato di avere nel cuore la cultura mongola, la terra mongola come luogo di un annuncio evangelico ‘sussurrato’ con rispetto e cuore per il suo popolo, in profondo dialogo con la tradizione religiosa del paese». Un legame che emerge anche dai simboli scelti per lo stemma: una croce nestoriana con la «forma patente e fioronata con cui veniva usata nella chiesa nestoriana e che si ritrova presente nei territori asiatici in cui questa chiesa è stata o è tuttora presente». L’altra figura è invece un calice per la celebrazione della Messa nella forma caratteristica di quelli in uso in Mongolia. «Il simbolismo eucaristico è chiarito dalla presenza dell’ostia che sormonta il vaso sacro. L’Eucaristia, fonte e culmine della vita della Chiesa, è anche la forza dello slancio missionario. D’altra parte l’azione missionaria della Chiesa è orientata ad accompagnare gli uomini alla piena comunione con Cristo che proprio nella celebrazione eucaristica trova la sua attuazione».

Non poteva mancare nel campo d’argento metallo la figura della Vergine secondo le fattezze della Madonna Consolata, patrona dell’Arcidiocesi di Torino, alla quale ancora una volta padre Marengo affida il suo cammino.  Un cammino segnato anche dal motto scelto «Respicite ad eum et illuminamini» (Guardate a lui e sarete raggianti), perchè non c’è annuncio e relazione con Dio senza gioia come dimostra il volto sorridente di padre Giorgio nelle tante foto che lo ritraggono nella sua missione. Nei giorni successivi alla consacrazione sarà possibile salutare il nuovo Vescovo che incontrerà diverse comunità prima del suo ritorno in Mongolia. I primi appuntamenti sono domenica 9 agosto alle  10.30 nella Chiesa del Beato Giuseppe Allamano (Casa Madre dei Missionari della Consolata in corso Ferrucci, 18), alle 18 nella parrocchia S. Alfonso Maria de’ Liguori (via Netro, 3). Uno degli ultimi domenica 30 agosto alle 11 nella parrocchia Maria Regina delle Missioni (via Cialdini, 20).

Appuntamenti a cui non mancheranno gli scout di cui ha fatto parte, gli amici delle parrocchie frequentate a Torino le persone conosciute attaverso  l’ufficio missionario diocesano con cui ha collaborato (la sua testimonianza all’ultima veglia missionaria lo scorso ottobre al Santo Volto) i membri del coro di Sant’Alfonso che nei vari concerti hanno cercato di offrire un contributo alla sua missione…. Un mondo variegato, per età e sensibilità ma che condivide ora con la famiglia di padre Marengo la festa e la gratitudine per una ordinazione attesa.

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