«Inizia il mese di ottobre, mese del rosario e delle missioni. Esorto tutti a sperimentare la bellezza della preghiera del rosario, contemplando con Maria i misteri di Cristo e invocando la sua intercessione per le necessità della Chiesa e del mondo. Preghiamo per la pace, nella martoriata Ucraina e in tutte le terre ferite dalla guerra. Preghiamo per l’evangelizzazione dei popoli e per il Sinodo che in questo mese vivrà la prima assemblea sul tema della sinodalità della Chiesa. Oggi si festeggia Santa Teresa del Bambino Gesù, la santa della fiducia. Il prossimo 15 ottobre pubblicherò l’esortazione apostolica sul suo messaggio. Ci aiuti Santa Teresina ad avere fiducia e a lavorare per le missioni.
Marie-Françoise Thérèse Martin nasce, 150 anni fa, il 2 gennaio 1873 ad Alençon in Francia. Diventa suora carmelitana: Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Beatificata il 29 aprile 1923 e canonizzata il 17 maggio 1925 da Pio XI, che la proclama «patrona delle missioni» con San Francesco Saverio. I genitori, Louis e Marie-Azélie Martin, sono proclamati santi da Papa Francesco il 18 ottobre 2015.
A propsito di missionari che non mettono mai piede in missione, noi subalpini ricordiamo il beato Giuseppe Allamano che fondò i Missionari e le Missionarie della Consolata; don Giovanni Bosco che dal novembre 1875 manda i suoi Salesiani e Salesiane in giro per il mondo: ci sono già state 154 spedizioni missionarie da Maria Ausiliatrice a 132 Paesi nel mondo, dall’Argentina alla Cina, dallo Zaire alla Mongolia.
Il 7 giugno 2023 Papa Francesco ha per la prima volta la lettera apostolica su Santa Teresa di Lisieux di fronte all’urna delle sue reliquie esposta in piazza San Pietro. «È patrona delle missioni, ma non è mai stata in missione. Come si spiega? La sua salute era fragile, tanto che morì a soli 24 anni, ma il suo cuore era vibrante, missionario».
Nel suo «Diario» racconta che «essere missionaria era il suo desiderio e che voleva esserlo non solo per qualche anno, ma per tutta la vita anzi fino alla fine del mondo. Teresa fu sorella spirituale di diversi missionari: dal monastero li accompagnava con le lettere e la preghiera e offrendo per loro continui sacrifici. Senza apparire intercedeva per le missioni, come un motore che, nascosto, dà a un veicolo la forza di andare avanti. La sua vita in convento non fu facile, ma accettò tutto con amore, con pazienza, offrendo, insieme alla malattia, anche i giudizi e le incomprensioni per il bene della Chiesa e soprattutto per i più lontani».
Da dove nascono la sua gioia e la sua forza missionaria? Cita due episodi della vita della santa prima della sua entrata nel Carmelo. Il primo risale alla notte di Natale del 1886 quando Teresa ha 14 anni. «Un dispiacere in famiglia la fa piangere, ma poco dopo dimentica tutto, ritrova la gioia e il desiderio di amare. Cos’è successo? Che in quella notte, in cui Gesù si era fatto debole per amore, lei era diventata forte d’animo: in pochi istanti era uscita dalla prigione del suo egoismo e del suo piangersi addosso; cominciò a sentire che la carità le entrava nel cuore, con il bisogno di dimenticare sé stessa. Da allora rivolse il suo zelo agli altri, perché trovassero Dio e anziché cercare consolazioni per sé si propose di consolare Gesù, di farlo amare dalle anime perché – annotò – «Gesù è malato d’amore e la malattia dell’amore non si guarisce che con l’amore. Fare amare Gesù diventa il proposito quotidiano di Teresina, come anche intercedere perché gli altri lo amassero».
Un secondo episodio dimostra il suo zelo apostolico rivolto in particolare ai peccatori. Viene a sapere di un criminale condannato a morte. Si chiama Enrico Pranzini. Le dicono che non vuol ricevere il conforto della fede. Allora inizia a pregare per la sua conversione, perché mostri «un piccolo segno di pentimento e faccia spazio alla misericordia di Dio». Il Papa prosegue: «Avviene l’esecuzione. Il giorno dopo Teresa legge sul giornale che Pranzini, appena prima di poggiare la testa sul patibolo, “a un tratto, colto da un’ispirazione improvvisa, si volta, afferra un Crocifisso che il sacerdote gli presentava e bacia per tre volte le piaghe sacre” di Gesù». La santa commenta: «Poi la sua anima andò a ricevere la sentenza misericordiosa di Colui che dichiarò che in Cielo ci sarà più gioia per un solo peccatore che fa penitenza che per novantanove giusti che non hanno bisogno di penitenza».
Bergoglio aggiunge che «motore della missione è proprio questa «forza dell’intercessione mossa dalla carità. I missionari non sono solo quelli che fanno tanta strada, imparano lingue nuove, ma sono anche tutti coloro che dove si trovano, vivono come strumento dell’amore di Dio. Missionario è chi fa di tutto perché, attraverso la sua testimonianza, la sua preghiera, la sua intercessione, Gesù passi. Questo è lo zelo apostolico che non funziona mai per proselitismo o per costrizione, ma per attrazione: la fede nasce per attrazione, non si diventa cristiani perché forzati da qualcuno, ma perché toccati dall’amore. Alla Chiesa, prima di tanti mezzi, metodi e strutture, che a volte distolgono dall’essenziale, occorrono cuori come quello di Teresa, che attirano all’amore e avvicinano a Dio. E chiediamo alla santa la grazia di superare il nostro egoismo e chiediamo la passione di intercedere perché questa attrazione sia più grande nella gente e perché Gesù sia conosciuto e amato».
Si chiedono le monache del Carmelo «Mater unitatis» di Montiglio nel Monferrato: «Cosa può dire santa teresina, carmelitana, ai giovani di oggi? Anche lei ha sofferto, è rimasta orfana della mamma a 4 anni, con quattro sorelle, e un padre molto buono. Lei ha patito per la mancanza della mamma fino a 13 anni quando, dopo una nevrosi d’angoscia e autoreferenzialità, il Signore l’ha liberata dalla tristezza e le ha fatto fare uno scattò di generosità per un atto estremo. La sorella più grande Agnese, che le faceva da mamma, entra ai Carmelo e lei vorrebbe seguirla, ma è troppo giovane. Va in pellegrinaggio dal Papa Leone XIII e con audacia gli chiede il permesso dì entrare nel Carmelo. Dopo aver convinto i superiori fa il passo decisivo. Cosa ha fatto nella sua vita santa Teresina? Nulla! Assolutamente nulla. Chiusa tra 1e mura del Camelo, ha soltanto amato e pregato, eppure la sua intuizione ha capovolto la spiritualità del secolo scorso. Nella sua semplicità ha nuovamente riscoperto il mistero nascosta da secoli: il volto di un Dio che è amore e misericordia. Nascosto da tanti attributi: onnipotenza, giudizio, giustizia. Teresa ha ri-svelato questa verità evangelica che Gesù ci ha rivelato con la sua vita, con le sue viscere di misericordia, di compassione e di tenerezza».