“Oggi celebriamo la festa di Santa Caterina da Siena, compatrona d’Italia. Questa grande figura di donna attinse dalla comunione con Gesù il coraggio dell’azione e quella inesauribile speranza che la sostenne nelle ore più difficili, anche quando tutto sembrava perduto, e le permise di influire sugli altri, anche ai più alti livelli civili ed ecclesiastici, con la forza della sua fede. Il suo esempio aiuti ciascuno a saper unire, con coerenza cristiana, un intenso amore alla Chiesa ad una efficace sollecitudine in favore della comunità civile, specialmente in questo tempo di prova. Chiedo a Santa Caterina che protegga l’Italia durante questa pandemia; e che protegga l’Europa, perché è patrona d’Europa, che protegga tutta l’Europa perché rimanga unita”.
Con queste parole Papa Francesco al termine della tradizionale Udienza del mercoledì ha salutato i fedeli italiani. Un invito a trarre esempio dalla compatrona d’Italia e patrona d’Europa nella sua capacità di mantenere viva la speranza. Un appello, secondo l’esempio della Santa anche alla coesione, alla sollecitudine verso gli altri, alla fratellanza.
Nella catechesi del 29 aprile papa Francesco ha anche terminato il percorso sulle beatitudini affrontando il tema della persecuzione e ricordando la necessità dei cristiani di sfuggire e svincolarsi dalle logiche del mondo, del denaro, senza cedere a compromessi.
“Se il mondo vive in funzione del denaro”, ha sottolineato, “chiunque dimostri che la vita può compiersi nel dono e nella rinuncia diventa un fastidio per il sistema dell’avidità. Questa parola “fastidio” è chiave, perché la sola testimonianza cristiana, che fa tanto bene a tanta gente perché la segue, dà fastidio a coloro che hanno una mentalità mondana. La vivono come un rimprovero. Quando appare la santità ed emerge la vita dei figli di Dio, in quella bellezza c’è qualcosa di scomodo che chiama ad una presa di posizione: o lasciarsi mettere in discussione e aprirsi al bene o rifiutare quella luce e indurire il cuore, anche fino all’opposizione e all’accanimento (cfr Sap 2,14-15). È curioso, attira l’attenzione vedere come, nelle persecuzioni dei martiri, cresce l’ostilità fino all’accanimento. Basta vedere le persecuzioni del secolo scorso, delle dittature europee: come si arriva all’accanimento contro i cristiani, contro la testimonianza cristiana e contro l’eroicità dei cristiani.Ma questo mostra che il dramma della persecuzione è anche il luogo della liberazione dalla sudditanza al successo, alla vanagloria e ai compromessi del mondo”.