Papa Francesco: “I media siano costruttori di ponti”

Sino al 2 luglio si tiene, in modalità virtuale, l’annuale incontro della Catholic Press Association, l’Associazione della Stampa Cattolica degli Stati Uniti e del Canada. All’apertura le parole di Francesco sul ruolo dei mass media.

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Ancora una volta Papa Francesco si rivolge al mondo dei mass media. Già nei mesi scorsi, durante il lockdown aveva richiamato il ruolo dell’informazione, aveva invitato alla preghiera per gli operatori del mondo della comunicazione. il 30 giugno è nuovamente tornato sull’argomento con un messaggio ai partecipanti all’annuale conferenza organizzata (quest’anno in forma virtuale) dalla Catholic Press Association, l’Associazione della Stampa Cattolica degli Stati Uniti e del Canada.

“Abbiamo bisogno”, ha esortato papa Francesco, “di media capaci di costruire ponti, difendere la vita e abbattere i muri, visibili e invisibili, che impediscono il dialogo sincero e la vera comunicazione tra le persone e le comunità. Abbiamo bisogno di media che possano aiutare le persone, soprattutto i giovani, a distinguere il bene dal male, ad elaborare giudizi corretti, basati su una presentazione dei fatti chiara ed imparziale, a comprendere l’importanza di impegnarsi per la giustizia, la concordia sociale e il rispetto della casa comune. Abbiamo bisogno di uomini e donne di principio che proteggano la comunicazione da tutto ciò che la potrebbe distorcere o piegare ad altri scopi”.

“Sappiamo che la comunicazione non è solo una questione di competenza professionale. Il vero comunicatore dedica tutto se stesso o se stessa al benessere degli altri, ad ogni livello, dalla vita di ogni individuo alla vita dell’intera famiglia umana. Non possiamo veramente comunicare se non veniamo coinvolti in prima persona, se non attestiamo personalmente la verità del messaggio che trasmettiamo. Ogni comunicazione ha la sua fonte ultima nella vita del Dio uno e trino, che condivide con noi la ricchezza della sua vita divina e ci chiede, a nostra volta, di comunicare quel tesoro agli altri, uniti nel servizio alla sua verità”.

Parole in continuità con il richiamo dell’ultima giornata delle Comunicazioni Sociali in cui aveva esortato a riflettere sul tema della narrazione, “perché credo che per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”.

Reti, ponti, percorsi di una comunicazione che ha grandi responsabilità: “laddove il nostro mondo parla troppo spesso con aggettivi e avverbi” , ha ancora ribadito il Papa ai membri della stampa cattolica, “possano i comunicatori cristiani parlare con nomi che riconoscano e promuovano la rivendicazione silenziosa della verità e favoriscano la dignità umana. Laddove il mondo vede conflitti e divisioni, guardate alla sofferenza e ai poveri per dare voce alla richiesta dei nostri fratelli e sorelle bisognosi di misericordia e comprensione”

 

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