«Poi sull’ottavo anno di pontificato devo fare così – e incrocia le dita in segno scaramantico – Non so se i viaggi si realizzeranno o no. Solo vi confesso che in questo viaggio mi sono stancato molto di più che negli altri. Gli 84 anni non vengono soli, è una conseguenza… vedremo. Adesso dovrò andare in Ungheria alla Messa finale del Congresso Eucaristico internazionale, non una visita al Paese, ma solo la Messa. Budapest è a due ore di macchina da Bratislava, perché non fare una visita in Slovacchia? È così che vengono le cose».
È l’8 marzo 2021 e Papa Francesco parla ai giornalisti che lo hanno seguito nel viaggio «stancante» in Iraq. Nel 2020, ricevendo i partecipanti alla plenaria del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici internazionali, proiettato verso l’evento di Budapest (13-20 settembre 2020), sottolinea che «la salvezza di cui è fonte l’Eucaristia deve tradursi in cultura che ispiri gli uomini nei campi della carità, solidarietà, pace, famiglia e cura del creato». Poi la pandemia fa rinviare tutto. E lo scorso 4 luglio all’Angelus annuncia che in questo settembre andrà a Budapest a concludere il Congresso e visiterà la Slovacchia. Francesco – 85 anni il prossimo 17 dicembre – alle 19 è ricoverato al «Policlinico Gemelli» di Roma e operato al colon: una degenza di dieci giorni. Torna in Vaticano il 14 luglio.
«A Dio piacendo», su invito delle autorità civili e delle Conferenze episcopali, domenica 12 settembre Francesco sarà a Budapest per la Messa conclusiva del 52° Congresso Eucaristico internazionale e dal 12 al 15 settembre sarà in Slovacchia nelle città di Bratislava, Prešov, Košice e Šaštin. Dopo lo slittamento al 2022 della Giornata mondiale della gioventù di Lisbona e dell’Incontro mondiale delle famiglie di Roma, non fa eccezione il Congresso Eucaristico internazionale, «occasione – spiega l’arcivescovo Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato – per confermare la fede dei credenti, ricostruire l’identità della comunità cristiana mediante una nuova evangelizzazione, approfondire la comunione con Cristo e con i fratelli, lavorare alla riconciliazione fra i popoli. E anche per rinsaldare il dialogo tra i cristiani, nella certezza che sono più le cose che ci uniscono di quelle che dividono». Francesco, il 15 dicembre 2019, aveva detto: «I Congressi Eucaristici, da più di un secolo, ricordano che al centro della vita della Chiesa c’è l’Eucaristia».
Il tema del 52° Congresso è «Sono in te tutte le mie sorgenti» (Salmo 87,7). Non è una sorpresa per nessuno dire che da tempo un Congresso Eucaristico o Mariano (nazionale o internazionale) non rientra tra le priorità di una parrocchia o di una diocesi. Sta di fatto che la Conferenza episcopale, dopo il Congresso di Genova nel 2016, prevede di celebrare quello di Matera (22-25 settembre 2022) «L’Eucaristia sorgente e forma della conversione pastorale, culturale, ecologica). Il primo Congresso Eucaristico internazionale si svolge a Lille nel 1881; poi Avignone 1882, Liège 1883, Fribourg e Toulouse 1885, Paris 1888, Anvers 1890, Gerusalemme 1893, Reims 1894, Paray-le-Monial 1897, Bruxelles 1898, Lourdes 1899, Angers 1901, Namur 1902. Durante il pontificato di Pio X i congressi sono utilizzati per favorire la conoscenza e l’applicazione dei decreti riguardanti la Comunione frequente («Sacra Tridentina Synodus», 1905) e la prima Comunione ai fanciulli («Quam singulari», 1910). Dopo la Grande Guerra (1914-18) i congressi riprendono a Roma (1922) e con Pio XI assumono carattere veramente internazionale: Chicago 1926, Sydney 1928, Cartagine 1930, Dublino 1932, Buenos Aires 1934, Manila 1936, Budapest 1938.
Emerge la personalità di Eugenio Pacelli-Pio XII – Ai Congressi internazionali di Buenos Aires (1934) e Budapest (1938) interviene, come «legato pontificio», il cardinale segretario di Stato Eugenio Pacelli: compie la traversata atlantica nel 1934 su una nave con il prete tortonese don Luigi Orione. Pio XI apprezza moltissimo il suo primo collaboratore, anche per la notevole conoscenza delle lingue. Lo fa girare quasi volesse presentarlo al mondo in vista della successione al soglio di Pietro, che avverrà il 2 marzo 1939, alla vigilia dello scoppio della Seconda guerra mondiale: Congressi Eucaristici di Buenos Aires (1934) e di Budapest (1938); celebrazioni di Lourdes (1935) e di Lisieux (1937); missione particolare nel viaggio negli Stati Uniti per rinsaldare i freddi rapporti con la Santa Sede (1° ottobre-5 novembre 1936) molto seguito dai giornali e che termina nell’incontro con il presidente appena rieletto Franklin Delano Roosevelt nella città natale Hyde Park nello Stato di New York.
Il Führer proibisce ai cattolici tedeschi di partecipare – spiega un documento dell’Archivio Vaticano – «per il desiderio di non esporre le coscienze dei partecipanti tedeschi a sentire cose meno favorevoli al nazionalsocialismo e di non disperdere valuta pregiata». In piazza degli Eroi il «legato» Pacelli è accolto da autorità e popolo con feste trionfali e sempre ascoltato e seguito quasi fosse il Papa in persona.
In Ungheria esplode il drammatico caso del cardinale Joseph Mindszenty: l’arcivescovo di Esztergom-Budapest e primate dell’Ungheria è perseguitato dai nazisti e dai comunisti. Incarcerato per alcuni mesi dai nazisti nell’autunno 1944 per l’atteggiamento autonomo e antirazzista, il 27 dicembre 1948 è arrestato dai comunisti ungheresi – per compiacere i padroni moscoviti – con l’imputazione di «tradimento e complotto contro la Repubblica». L’8 febbraio 1949 è condannato all’ergastolo. Pio XII protesta energicamente in più occasioni: con l’episcopato ungherese il 2 gennaio 1949; con il corpo diplomatico accreditato in Vaticano, che convoca il 16 febbraio 1949 dopo la sentenza del Tribunale; con una moltitudine di cattolici in piazza San Pietro il 20 febbraio 1949.